“ANTONIO FITTIPALDI. LA VOCE DEL SILENZIO” a cura di Guido Folco
INAUGURAZIONE: Venerdì 7 Novembre 2025 dalle ore 18.00
MUSEO MIIT – TORINO, CORSO CAIROLI 4
Dal 7 al 22 Novembre 2025
Orario: da martedì a sabato 15.30-19.30. Su appuntamento per visite guidate, gruppi, scolaresche
Info: 011.8129776 – 334.3135903 – www.museomiit.it
Il Museo MIIT di Torino presenta la mostra personale ‘Antonio Fittipaldi. La voce del silenzio’ dal 7 al 22 Novembre 2025, con inaugurazione venerdì 7 Novembre dalle ore 18.00.
La mostra del maestro Fittipaldi sancisce una collaborazione duratura con il Museo MIIT di Torino e con la rivista internazionale Italia Arte che ha visto le opere del maestro presentate in prestigiosi spazi istituzionali in Italia e all’estero. Per questo evento è stato quindi selezionato il meglio della produzione del maestro dell’ultimo periodo, tracciando un percorso intimo e suggestivo che declina perfettamente il sentire più profondo dell’artista sviluppato attraverso uno stile e una tecnica inconfondibili.
TESTO CRITICO
“‘La voce del silenzio’ – spiega il Maestro Fittipaldi – è il titolo di una canzone di Paolo Limiti del 1968, scritta in collaborazione con il grande Mogol e interpretata in seguito magistralmente della mitica Mina. Il brano racconta l’esistenza e le emozioni di un uomo che voleva vivere da solo per pensare e meditare, per raccogliersi intorno alle proprie sensazioni più profonde, salvo poi accorgersi che, nel silenzio, troppi erano i ricordi che riaffioravano alla sua memoria e alla sua mente. Questo silenzio, posto al centro della canzone, amplifica tutto, anche l’amore. “Ci sono cose in un silenzio che non ho creduto mai…”.
E’ proprio questa scoperta inaspettata che fa trasalire l’uomo, simbolo di tanti altri uomini della storia e della contemporaneità, che gli fa comprendere come la sua incapacità di trasmettere le sue emozioni attraverso la parola e la scrittura possa invece essere vinta da qualcos’altro, nel caso dell’artista dalla pittura, dal colore, dalla luce, dalla materia lavorata sulla tela. E’ questo, in definitiva, anche il percorso di Antonio Fittipaldi, un confronto diretto e profondo con se stesso, con la propria realtà, con la sua memoria che riprende vita e, appunto, colore, attraverso l’arte del dipingere. In questi segni decisi, sovrastrutturati che il maestro scandisce ritmicamente sulla tela, si ritrovano tutte le sue emozioni, quei pensieri che riaffiorano da una materia incisa e scavata nel colore. Lampi di luce, riverberi abbacinanti di bianchi e tenebrosi neri a contrasto disegnano un fluire concitato, che altro non è che la metafora della vita, quello scorrere del tempo inarrestabile che, inesorabilmente, ci accompagna nel nostro viaggio terreno. L’artista lavora quindi sui concetti di spazio e di tempo, li elabora con personalità e unicità espressiva, affidando al segno rapido, istintivo, dinamico, l’idea del ricordo che riaffiora alla mente, delle stagioni che si susseguono, dell’alternarsi di speranza, utopia e malinconica consapevolezza che sempre abita la mente dell’Uomo. Il Mahatma Gandhi amava ripetere che ‘in un atteggiamento di silenzio l’anima trova il percorso in una luce più chiara e ciò che è sfuggente e ingannevole si risolve in un cristallo di chiarezza’… ed è in definitiva proprio questo il viaggio nell’arte e nella vita che il maestro Fittipaldi ha intrapreso nel momento in cui ha deciso di affidare alla pittura il difficile e complesso compito di esternare la propria anima e il proprio pensiero. Nel silenzio tutto assume un significato differente, più ampio e accentuato rispetto al distratto rapporto quotidiano con l’esistenza. E’ così che l’artista decide di fare chiarezza, portare allo scoperto le emozioni più recondite, raccontare se stesso con la pittura, il colore, la luce, l’energia, il movimento, in un alternarsi di chiaroscuri potenti, di veementi passaggi tonali che creano prospettiva, profondità compositiva e concettuale. L’arte del Maestro Antonio Fittipaldi è lo specchio della società contemporanea, iperconnessa eppure alla ricerca continua dell’unicità singolare di ognuno, di un silenzio che diventa strumento e linguaggio per interpretare e trasfigurare il frastuono del mondo. L’artista lo fa con il proprio talento e la propria sensibilità, ascoltando nell’intimo la ‘sua’ voce del silenzio che lo conduce alla libertà del cuore e della mente. Anche per questo, l’arte di Fittipaldi diventa metafora universale della ricerca e della memoria, di una condizione esistenziale oggi sempre più difficile da raggiungere perché presuppone equilibrio, armonia, maturità, un rapportarsi con gli altri non autoreferenziale, ma condiviso e attento. Pochi sono coloro che sanno ascoltare, che si confrontano, oltre che con se stessi e con le proprie aspettative, con le necessità dell’altro, che sanno intessere un’empatia costruttiva e profonda nel rispetto di un vigile silenzio. Nel rivelare e completare se stesso l’artista scopre anche il senso più autentico dell’Essere, sempre in bilico tra il vivere e il morire: ‘Silenzio prima di nascere, silenzio dopo la morte, la vita è puro rumore tra due insondabili silenzi’: così la grande scrittrice Isabel Allende esprimeva la sua idea sull’esistenza, quel contrasto tra la vita e la morte, tra la carne e lo spirito che diventa mistero agli occhi dell’Uomo. La pittura di Fittipaldi incarna perfettamente tale sentimento, questa aspirazione all’infinito che sa di eternità, al di là della materia, dello spazio e del tempo. Il maestro Fittipaldi è quindi autore risolto anche per questo, perchè sa cogliere l’essenza, la sintesi della propria emozione. Tale processo costruttivo della realtà, così intenso e unico, si riflette anche tecnicamente, con graffi materici, spatolate decise, gestualità visionaria dove prendono forma le infinite sfumature della vita, restituendocele con la forza che solo un autentico artista riesce a trasmettere. (Guido Folco)
BIOGRAFIA DI ANTONIO FITTIPALDI
Antonio Fittipaldi è un artista italiano che ha iniziato la sua carriera artistica in giovane età. È nato a Sapri, nel Parco Nazionale del Cilento, dove ha vissuto fino all’età adulta. Trasferitosi sul Lago Maggiore, nel nord Italia, negli anni ’80, ha continuato la sua ricerca sul colore e sulla materia, producendo principalmente opere astratte. Nel corso della sua carriera ha realizzato diverse mostre personali e collettive, ricevendo numerosi riconoscimenti in Italia e all’estero. Tra le città in cui ha esposto figurano Milano, Mantova, Venezia, Roma, Berlino, Barcellona e Parigi. Il suo stile personale si distingue per la luce che emanano le sue opere, forti nei colori e nella materia.