a cura di Fabiola Noris - Copywriter, UX Content Designer e Consulente di Storytelling Professionale @Piano C
“Ho sviluppato un grado di tolleranza all’incertezza monumentale. Quasi impercettibile alla nascita e allenato nel tempo attraverso scelte “punto di rottura” spesso incomprensibili per la mia famiglia di origine, eppure, ogni volta che mi guardo indietro, le uniche possibili per me e che mi riempiono di orgoglio. Amo mettermi alla prova facendo esperienza, ovvero dandomi la possibilità di scoprire quello che sento e succede anche quando l’incertezza urla dentro e vorrebbe trattenermi su percorsi già noti, sicuri, meno faticosi . Viaggiare, soprattutto in solitaria, ha contribuito in maniera sostanziale alla conquista di questa che ritengo la mia risorsa più preziosa e che mi ha allenata alla fiducia.”
Oggi Sabrina Gallera è assistente del General Manager Southern Europe (Italia, Spagna e Portogallo) di una multinazionale tech. Un ruolo che unisce organizzazione, visione e capacità relazionali, costruiti passo dopo passo lungo un percorso professionale non lineare ma ricco di svolte significative.
Dal primo lavoro a Londra alla carriera nel banking: un percorso di indipendenza e crescita
Dopo il diploma, Sabrina non segue la strada convenzionale dell’università. Vuole essere indipendente, va a vivere da sola e inizia a lavorare, sperimentando mestieri diversi fino alla prima grande svolta: Londra.
Qui entra in una società di consulenza e analisi di mercato e, parallelamente, frequenta la Westminster University in un corso post-graduate in traduzione.
Dopo tre anni torna in Italia e viene assunta in un prestigioso gruppo dell’investment banking, dove rimane per oltre vent’anni.
Lavora a contatto con il senior management e la clientela istituzionale, tra marketing, eventi e relazioni internazionali. E intanto si laurea “da grande” in Mediazione linguistica e culturale a 35 anni, mentre lavora a tempo pieno.
Lasciare il posto fisso per ritrovare sé stessa
Dopo anni di stabilità, arriva la crisi.
“Le crisi economiche hanno avuto impatti enormi nel mondo finanziario, ma io ho sempre resistito, anzi ricevendo più responsabilità che lì per lì mi gratificavano.
A un certo punto però la mancanza di riconoscimento in termini di avanzamento di carriera ed economici, come se ricevere sempre più lavoro e sempre più complesso fosse l’unico riconoscimento a cui ambire, mi ha fatto prendere la scelta più coraggiosa della mia vita: lasciare un lavoro prestigioso, sicuro, tutelato dall’articolo 18 e a tempo indeterminato, l’eden per l’ambiente famigliare in cui sono cresciuta”
È qui che Sabrina compie una scelta radicale: lascia il “posto fisso” e si prende un anno sabbatico, per tornare a “sentire” e riscoprire chi era e chi voleva essere.
I primi mesi sono stati sfidanti.
Tantissimo tempo a disposizione mai avuto prima: come non sprecarlo, come onorarlo?
Sabrina si impone un po’ di ozio ma da iperattiva oltre a essere difficilissimo era quasi spaventoso. Poi ha iniziato a dedicarsi a ritiri spirituali e brevi viaggi fino al Sud America.
6 mesi che l’hanno cambiata.
“L’esperienza più bella e ambiziosa della mia vita che mi ha permesso di entrare in contatto con la mia parte più vulnerabile e autentica: il bisogno di poter lasciar andare la gabbia dorata delle certezze e potermi affidare.”
Rientrare e ricominciare
Rientrare dopo l’anno sabbatico non è stato facile. Trova lavoro per una multinazionale dell’energia rinnovabile, un settore che le restituisce senso e scopo e la aiuta a placare le ansie finanziare.
Ma ben presto le stesse vecchie dinamiche riemergono.
“Certe dinamiche decisamente poco virtuose che credevo di essermi lasciata alle spalle, e che, dopo l’esperienza umana del sabbatico, erano diventate ancora più difficili da reintegrare per la persona che ero diventata. Mi sono licenziata un’altra volta dopo poco più di un anno, senza avere un altro lavoro e potendo fare affidamento solo sui miei risparmi.”
Così decide di lasciare di nuovo, questa volta senza un piano B, ma un viaggio del cuore a cui dedicarsi.
Sabrina si regala un viaggio che sognava fin da bambina: la Transiberiana.
“Ho imparato che la fiducia non è azzardo, ma rischio consapevole. È una bussola che si affina con l’esperienza e che, col tempo, indica la rotta con sempre maggiore chiarezza.”
L’incontro con Piano C e la riscoperta del valore personale
Al ritorno viene selezionata per il progetto Data Interpreter organizzato da MEET con i fondi del PNRR e Fondo per La Repubblica Digitale.
È qui che incontra Piano C, che le offre un nuovo modo di guardare al lavoro e alle relazioni professionali.
“I moduli di Piano C hanno fatto breccia dentro di me. Ho capito l’importanza della proposta di valore personale e del gruppo di lavoro: due pilastri che oggi guidano ogni mia scelta.”
Fiducia è energia in movimento
Per Sabrina, fiducia significa libertà.
“È più consapevole e matura dell’ottimismo. È la parola magica affinché le cose accadano.
È il punto di partenza.
È libertà, affrancamento dalla paura.
Un dono prezioso e che regala sorprese davvero inaspettate.”
Per Sabrina la fiducia non è mai mancanza di paura, ma allenamento al coraggio. Nei momenti più difficili, come le dimissioni senza paracadute, Sabrina si è affidata alla propria capacità di reagire e di condividere.
“Fiducia è allenarsi a capire, agire e reagire a situazioni che non fanno più per noi perché la strada giusta per noi invece c’è, là fuori, e non aspetta altro che essere scoperta e provata.”
I momenti di sconforto non sono mancati lungo il percorso di Sabrina, ma ne sottolinea l’importanza per raccogliere le energie e raddrizzare il cammino. Anche i momenti down per Sabrina sono utili, se vissuti con fiducia.
E la strategia che mette in pratica consiste nell’alternare piccoli atti di coraggio a quelli più clamorosi, piccoli rinforzi positivi, sforzandosi di mantenere lucidità e centratura anche nei momenti più bui e non avendo timore di parlarne con le persone care. Gli altri sono specchi fondamentali e riportano qualità che a volte nemmeno vediamo o ci riconosciamo.
Consigli per allenare la fiducia in sé
- Sfida le vocine interiori che ti limitano
- Osare, un po’ alla volta: piccole conquiste portano a grandi cambiamenti
- Colleziona esperienze diverse e trasversali
- Pratica un piccolo rito: scrivi ciò che desideri ottenere come se stesse già accadendo
“Scrivere in modo affermativo, al presente, mi aiuta a visualizzare e concretizzare. È un atto di fiducia verso la vita.”
Sabrina, una storia di fiducia ed emancipazione
Sin da bambina Sabrina sentiva di non desiderare né matrimonio né figli.
Il ramo femminile della sua famiglia le trasmette l’importanza del lavoro come strumento per emanciparsi e realizzare la propria indipendenza.
“L’equilibrio su cui ha dovuto lavorare è stato quello di conciliare lavoro e le mie passioni, la più grande in assoluto quella dei viaggi, particolarmente ambiziosi: fuori dai circuiti turistici e in solitaria.”
Prossima destinazione?
Messico per il Dia de los muertos e visita alla casa della sua eroina Frida Kahlo. Arte, spiritualità, divino femminile, colore.
Oggi Sabrina ha un lavoro che la appassiona e che racchiude molte delle qualità che desiderava sin da bambina: un ambiente multinazionale e multiculturale in cui poter usare competenze linguistiche, e poi dinamismo, relazioni, affiancamento a una leadership illuminata. E la possibilità di imparare ogni giorno.
Che storia! leggi altre storie ordinarie di donne straordinarie