Fra 5 anni in Veneto gli ultra80enni non autosufficienti saranno quasi 20mila in più - SPI CGIL Veneto

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L’appello dello Spi Cgil alla prossima giunta: «Situazione molto preoccupante, questo tema deve essere priorità assoluta per il futuro presidente della Regione»

Venezia, 17 novembre 2025. Aumentare i posti letto nelle case di riposo, le indennità di accompagnamento e di cura domiciliare, le risorse. Remunerare il lavoro di cura, prevedere un’assistenza domiciliare adeguata per alleggerire il peso sulle famiglie, definire specifici contributi regionali per la regolarizzazione contrattuale delle assistenti domiciliari, aprire un tavolo permanente di confronto con tutti gli attori coinvolti. Sono queste, secondo lo Spi Cgil del Veneto, le priorità assolute per la prossima giunta che si insedierà, presumibilmente, entro l’anno.

Naturalmente il tema riguarda uno degli aspetti più drammatici e complessi per la nostra regione ma in generale per tutta Italia, che, assieme al Giappone, ospita la popolazione più anziana del mondo: la non autosufficienza.

La fragilità degli over 80. La necessità e l’urgenza collegata a tale problematica è testimoniata in pieno dai dati che lo Spi Cgil del Veneto ha elaborato partendo dai numeri dell’Istat. Il sindacato dei pensionati si è concentrato nella fascia d’età degli over 80, quella che comprende la parte più fragile e vincolata all’aiuto esterno (familiari, parenti, badanti, personale infermieristico), che spesso ha bisogno di assistenza quotidiana.

I non autosufficienti nel 2030. In Veneto gli ultra80enni sono poco più di 390mila, l’8% della popolazione residente. Fra questi circa il 40% è a rischio non autosufficienza (dati Censis). Stiamo parlando potenzialmente di oltre 156 mila ultraottantenni che necessitano di essere assistiti giorno e notte perché non più in grado di svolgere neppure le azioni essenziali della quotidianità, come lavarsi, vestirsi, mangiare, passeggiare o usare il bagno. Questo numero, però, è destinato inevitabilmente a impennarsi anche nel breve periodo, come si evince dalle previsioni demografiche dell’Istat. Al 2030, infatti, gli over 80 in Veneto saranno circa 435 mila, il 12% in più di quelli attuali. Di conseguenza crescerà il numero di ultraottantenni a rischio non autosufficienza, che raggiungerà quota 175 mila, quindi quasi 20 mila in più di adesso. Un dato preoccupante che deve costringere la prossima giunta a inserire questo tema fra le priorità assolute da affrontare senza esitazioni, anche prevedendo misure impopolari come l’innalzamento dell’Irpef regionale per le fasce di contribuenti più ricche.

Situazione provinciale. Belluno, Rovigo e Venezia sono i territori con il maggior numero di residenti over 80 rispetto alla popolazione (9%). Seguono poi Padova, Vicenza e Verona (8%), infine Treviso (7%).

Case di riposo, badanti e caregiver. C’è da dire che la questione va comunque ben oltre i numeri degli anziani non autosufficienti perché coinvolge in realtà anche migliaia di famiglie che seguono i propri cari. Il problema fondamentale è ovviamente quello delle spese connesse a queste drammatiche condizioni. Nelle case di riposo – che in Veneto contano circa 30 mila posti letto per non autosufficienti – le rette con impegnativa sfiorano i duemila euro mensili, senza ci si avvicina a tremila euro. Un’assistente familiare in regola può richiedere un esborso mensile tra i 1.800 e i 2.500 euro. Nella nostra regione se ne contano 37 mila e 300 (fonte Osservatorio Domina 2024) ma presumibilmente ce ne sono altre 60 mila non inquadrate contrattualmente. Infine, una grande fetta di anziani non autosufficienti è seguita direttamente dai familiari, spesso donne, che molte volte sono costretti o a lasciare il lavoro o a passare a un’occupazione part-time.

La cura domiciliare. «Abbiamo sempre affermato che l’attuale Giunta abbia commesso negli anni diversi errori di programmazione sul fronte sociosanitario» spiega Nicoletta Biancardi, segretaria generale dello Spi Cgil del Veneto «Ci auguriamo che la prossima ascolti le nostre richieste già formulate in diverse piattaforme, anche a livello unitario con i sindacati dei pensionati di Cisl e Uil. Per quanto riguarda le cure domiciliari chiediamo soprattutto l’approvazione in tempi rapidi di una legge, come succede in altre Regioni, che riconosca la figura del caregiver familiare, favorendo la conciliazione dei tempi di vita, lavoro e assistenza e prevedendo adeguati sostegni economici. Per le assistenti familiari spingiamo in particolare verso la definizione di specifici contributi regionali premianti per la loro regolarizzazione contrattuale. Fondamentale, poi, aumentare in modo consistente le impegnative di cura domiciliare».

Il rilancio delle Ipab. In relazione alle cosiddette case di riposo (più correttamente centri servizi per anziani), continua Biancardi, «chiediamo alla futura giunta, come facciamo da anni, di rilanciare il ruolo delle Ipab trasformandole in Asp (aziende pubbliche di servizi alla persona) attraverso la loro apertura al territorio. Necessario coprire rapidamente il fabbisogno dei posti letto residenziali e di quelli semiresidenziali, accreditabili ed autorizzabili. Allo stato attuale ne mancano circa tremila, nel 2030 le necessità saranno ovviamente molto superiori. Bisogna poi rivedere l’attuale classificazione delle impegnative di residenzialità per gli ospiti non autosufficienti (52 euro giornaliere per il livello unico (area 1 e 2) e 57,20 euro giornaliere (area 3) individuando più impegnative commisurate alla situazione di gravità della persona non autosufficiente. Nel caso di patologie gravi e complesse le impegnative di residenzialità vanno riservate esclusivamente alle strutture pubbliche. Naturalmente le impegnative devono essere aumentate in modo esponenziale per coprire tutta la platea dei richiedenti».

Invecchiamento attivo e prevenzione. Prevenire è meglio che curare. Il detto vale anche per la non autosufficienza. Prevedere investimenti in progetti di invecchiamento attivo, campagne di informazione sulla prevenzione e screening contribuirebbe a migliorare la qualità di vita della popolazione anziani e a ritardare l’insorgere di condizioni di non autosufficienza.

Dove trovare le risorse. Infine, per quanto riguarda le risorse, il sindacato ha da sempre le idee molto chiare che si possono riassumere in tre proposte. L’innalzamento, come già in vigore in diverse regioni, dell’addizionale Irpef al 3,33% per i redditi superiori ai 50.000 euro. L’aumento dell’aliquota Irap, in particolare per banche ed assicurazioni, azzerando quella per le Ipab. Una lotta concreta all’elusione e all’evasione fiscale attraverso protocolli con l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza.

Foto di micheile henderson su Unsplash

ProvinceTotale over 80Stima over 80 non autosufficienti
20252030Var. assolutaVar. %20252030Var. assolutaVar. %
Belluno17.99219.8771.88510%7.1977.95175410%
Padova73.79982.6878.88812%29.52033.0753.55512%
Rovigo19.51320.9271.4147%7.8058.3715667%
Treviso68.18277.5139.33114%27.27331.0053.73214%
Venezia73.05979.9766.9179%29.22431.9902.7679%
Verona71.41880.2608.84212%28.56732.1043.53712%
Vicenza66.29974.4158.11612%26.52029.7663.24612%
VENETO390.262435.65545.39312%156.105174.26218.15712%
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SPI Ufficio Stampa