Elezioni regionali: le proposte dello Spi Cgil Verona - SPI CGIL Veneto

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Il sindacato invita i candidati a misurarsi su non autosufficienza e salute pubblica

A Verona ci sono 215 mila anziani, di cui 55 mila non autosufficienti assistiti da un esercito di circa 45 mila caregiver e 14 mila assistenti familiari. Secondo l’Iss, Istituto superiore di sanità, il 57,3% degli over 65 enni (122 mila persone nel veronese) di essi soffre di almeno una malattia cronica tra cardiopatie, malattie respiratorie, diabete, insufficienza renale, tumori, ictus.

E’ questo lo sterminato panorama del bisogno che interroga drammaticamente le elezioni regionali del 23 e 24 novembre. Come Spi Cgil crediamo sia necessario, doveroso e urgente dare risposte a queste persone. E per ottenerle sollecitiamo i candidati al Consiglio regionale veneto a confrontarsi con noi sulle azioni che si ritiene necessario mettere in campo. Li invitiamo a misurare le proprie proposte nel concreto confronto con il documento che lo Spi Cgil ha preparato. Si tratta di un primo passo per il rilancio della concertazione con il territorio e con le parti sociali (sindacati, associazioni, comitati) che da anni viene sistematicamente negata oppure relegata a mero adempimento burocratico.

L’insufficienza dei servizi socio sanitari e la necessità di potenziarli è tema noto, quasi scontato, ma forse non viene adeguatamente approfondito e, sicuramente, non viene sufficientemente agito.

A Verona le Case di riposo (Rsa) contano 5.136 posti, ma solo 2.462 coperti da impegnative regionali. Le rette vanno fino a 2.700 euro al mese senza impegnativa. L’assistenza domiciliare raggiunge appena il 6% degli anziani, lontano dal 10% previsto dal Pnrr. Solo qualche decina di caregiver (61) beneficia di misure di aiuto e sostegno.

Chiediamo una legge regionale sui caregiver che preveda indennità e servizi di supporto; il rafforzamento degli Ats e dei Distretti con il concreto coinvolgimento delle parti sociali; il potenziamento dell’assistenza domiciliare (ADI e SAD) con un aumento delle impegnative di cura domiciliare. Le risorse aggiuntive per la non autosufficienza vanno cercate attraverso misure di fiscalità nel segno dell’equità e della giustizia sociale, avendo il coraggio di chiedere di più a chi ha di più. La riforma delle strutture residenziali e un massiccio investimento sul personale e per il rilancio dei servizi sono passaggi ormai ineludibili.

Sul lato della sanità pubblica, le liste d’attesa lunghissime (fino a 10 mesi per visite e esami di comune prescrizione), la carenza di medici di base (339 posti vacanti in provincia) e i ritardi nella realizzazione delle strutture intermedie come Case e Ospedali di Comunità, ancora parzialmente inattive, richiedono un piano straordinario per l’assunzione di medici e infermieri. Serve una misura chiara e coraggiosa per rendere pubblici e trasparenti le agende delle Ulss e i dati sulle liste di attesa.

Invitiamo i candidati e le candidate a confrontare i loro programmi con le priorità delle parti sociali, a partire dal documento di analisi e proposte predisposto dallo Spi Cgil Verona d’intesa con lo Spi Cgil Veneto.

Chi ha lavorato una vita ha diritto a cura, dignità e sicurezza. Non autosufficienza e salute pubblica devono diventare pilastri del welfare veneto.

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Recapiti
SPI Ufficio Stampa