Costruire la legalità economica: istituzioni, riforme, tecnologia. Intervento del Governatore Fabio Panetta
Dall’intervento del Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta all’Inaugurazione dell’Anno di Studi 2025-26 della Scuola di Polizia Economico-Finanziaria – Roma, Lido di Ostia – 17 novembre 2025 Costruire la legalità economica: istituzioni, riforme, tecnologia
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In Italia l’economia irregolare ha dimensioni significative. Secondo le stime dell’Istat, quella non osservata nel 2023 generava un valore aggiunto pari a 218 miliardi di euro e al 10 per cento del PIL; il peso economico della criminalità organizzata è invece difficile da quantificare e privo di una valutazione ufficiale (fig. 1).
Una rappresentazione del PIL: economia regolare e irregolare
La figura ha finalità meramente illustrative. Le dimensioni delle diverse aree al suo interno non hanno corrispondenza con la quantificazione effettiva dei fenomeni. Inoltre, nel caso del cerchio rosso, che si riferisce al complesso delle attività – osservate e non osservate – gestite dalla criminalità, non esistono stime attendibili.
Il lavoro sommerso alimenta lo sfruttamento e penalizza le fasce più vulnerabili della popolazione, spesso costrette ad accettare condizioni di vita e di lavoro degradanti e prive di tutela. L’azione delle mafie, fondata su violenza e intimidazione, compromette la libertà di impresa, ostacola la partecipazione civica e indebolisce la fiducia nelle istituzioni.
Anche i costi economici dell’economia irregolare, diretti e indiretti, sono considerevoli.
Tra i primi spicca la sottrazione di risorse al bilancio pubblico dovuta all’evasione fiscale, che riduce la capacità di spesa dello Stato e accresce gli oneri per i contribuenti onesti, con effetti negativi sull’equità e sull’efficienza del sistema tributario.
I costi indiretti sono anch’essi rilevanti: l’economia irregolare distorce la concorrenza e l’allocazione delle risorse, scoraggia gli investimenti in capitale umano e fisico e rende il territorio meno attrattivo per iniziative imprenditoriali, nazionali ed estere. Deprime inoltre la produttività delle imprese e riduce la crescita potenziale del Paese.
I territori dove la criminalità organizzata è più radicata registrano ritardi nello sviluppo, un più basso livello di occupazione e un minore dinamismo imprenditoriale. Nel medio e nel lungo periodo, essi subiscono una perdita di prodotto pro capite stimata nel 16 per cento.
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(foto dal sito della banca d’Italia)