Due nuove progetti dedicati alle sfide del volontariato nel sociale e alla co-progettazione con le istituzioni: è questa una delle principali novità presentate dal Csv Belluno Treviso durante l’assemblea annuale, svoltasi sabato 15 novembre a Vittorio Veneto, che ha visto l’approvazione della programmazione 2026 e del bilancio preventivo.
Le due iniziative – “Sfide emergenti del volontariato nel nuovo assetto dei servizi sociali” e “Verso un nuovo modello di welfare collaborativo: co-progettazione tra Enti del Terzo Settore (Ets) e Ambiti Territoriali Sociali (Ats)” – nascono per accompagnare gli Ets nel cambiamento in atto, sostenendoli nel diventare partner preparati e riconosciuti delle istituzioni.
Ets e Ats a confronto: le nuove progettualità
«L’obiettivo è chiaro – ha spiegato Giancarlo Cavallin, presidente del Csv Belluno Treviso –: non lasciare gli Ets da soli di fronte a un welfare che cambia, ma accompagnarli a giocare fino in fondo il proprio ruolo nei nuovi assetti degli Ambiti Territoriali Sociali. Per farlo, lavoreremo su più livelli: competenze, conoscenza normativa e costruzione di relazioni collaborative con amministrazioni comunali e servizi sociali».
Il 2026 vedrà quindi concretamente percorsi di formazione dedicati alle competenze degli enti associativi e spazi strutturati di co-progettazione con gli Ambiti, per sperimentare modelli di welfare collaborativo e mettere a valore le esperienze già attive nei territori.
«Il 2026 – ha aggiunto Cavallin – sarà un anno in cui intendiamo consolidare quanto costruito negli ultimi anni e, allo stesso tempo, rispondere alle nuove sfide che il mondo del volontariato e del Terzo Settore stanno vivendo. Stiamo assistendo a un welfare che si sta ripensando: il volontariato deve passare da “braccio operativo” a partner riconosciuto nella lettura dei bisogni e nella progettazione degli interventi».
Volontariato d’impresa e coprogettazione: se ne misurerà l’impatto
Il 2026 porterà novità anche nell’area Ricerca e Documentazione, che si conferma come osservatorio strategico sul volontariato e sul welfare locale.
Due le direttrici principali: mettere in dialogo il mondo del volontariato e quello dell’impresa, per costruire alleanze che generino valore condiviso e iniziative di volontariato d’impresa integrate con i bisogni dei territori; misurare e documentare l’impatto delle co-progettazioni, anche attraverso strumenti come lo SROI (Social Return On Investment), per valorizzare i benefici sociali e il valore generato dalle esperienze nate dai concorsi di idee 2024-2025.
Un ponte tra profit e non profit
Confermato anche per il 2026 il progetto emblematico sulla Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI), pensato come ponte tra profit e non profit e occasione di contaminazione positiva tra mondi diversi ma complementari.
Si è rivelato, infatti, di indubbio interesse, in questo contesto, il progetto “Il valore della reputazione” sostenuto da Fondazione Cariverona (bando Sinergie), tuttora in corso, nato per rafforzare il legame tra impresa, volontariato, Terzo Settore e istituzioni.
Promosso insieme a Confindustria Belluno Dolomiti, Comitato d’Intesa, Afdvs ed Epta, è riuscito a valorizzare la responsabilità sociale d’impresa come fattore di reputazione aziendale e di innovazione sociale.
Tra le azioni principali, nel concreto, la sperimentazione del programma di volontariato aziendale EptaGIVES, che sta consentendo ai dipendenti di Epta di dedicare otto ore retribuite a iniziative di volontariato – finora hanno aderito circa 100 dipendenti in collaborazione con una quindicina di Enti del Terzo Settore – e la creazione di uno strumento di rendicontazione sociale ispirato al bilancio di sostenibilità aziendale, per aiutare le associazioni a comunicare meglio il proprio impatto e dialogare con le imprese.
I numeri
Prosegue naturalmente l’impegno degli uffici nei vari ambiti di competenza, che hanno presentato il bilancio di quanto portato avanti in questo 2025. Nell’area della promozione giovanile del volontariato si contano, tra le due province, 28 Istituti scolastici con 3.300 studenti e 70 Ets coinvolti. Per l’orientamento sono 60 i cittadini aspiranti volontari e altrettanti gli Ets destinatari delle attività, oltre a 8 persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e a 6 lavoratori in disoccupazione impegnati in attività.
Notevoli i numeri della formazione: 33 lezioni, 190 Ets, 600 volontari in più di 200 ore di lezione. Ancora, oltre 1000 le consulenze erogate a 600 Ets fruitori, 80 consulenze a Odv e Aps in termini di comunicazione con 100 uscite stampa e 8.000 utenti affezionati alle pagine social.