Lo scorso ottobre a Torino, ho partecipato all’evento organizzato da iRaiser “Dal board ai donatori: verso la tua strategia di fundraising 2026” e mi è stato subito chiaro questo: non servono nuovi strumenti per fare fundraising, ma serve rimettere a fuoco le scelte.
Negli ultimi anni abbiamo accumulato attività, piattaforme e campagne fino a ritrovarci con venti ingredienti sul tavolo senza una ricetta. Il problema è scegliere cosa serva davvero.
Obiettivi: partiamo dalle domande giuste
Molte organizzazioni dicono “Vogliamo raccogliere di più”. Benissimo. Ma quanto, da chi, per cosa, con quali risorse e in quanto tempo? Senza queste risposte non è pianificazione: è improvvisazione. Un obiettivo solido non è un numero a caso: è ciò che ci permette di decidere, allineare e spiegare al board perché serve un investimento e cosa può produrre.
Canali: essere ovunque non è una strategia
Il mito dell’“esserci ovunque” crea solo dispersione. I canali non si scelgono per moda, ma per rilevanza nel nostro ecosistema: devono parlare al nostro donatore nel modo giusto e nel momento giusto. La domanda non è “Dove voglio comunicare?”, ma “Dove il mio donatore è disposto ad ascoltare?”. Non esiste il canale ideale. Esiste un ecosistema coerente.
Misurare: passare dalle opinioni alle decisioni
Misurare non significa giudicare il lavoro, ma capirlo. Senza numeri non difendiamo investimenti, non miglioriamo i processi e non rispettiamo davvero i donatori. Ogni click, apertura o euro donato è un segnale: leggerlo significa prendersi cura della relazione. La misurazione non è tecnicismo: è responsabilità.
Il filo rosso: il donatore prima di tutto
KPI e strategie contano fino a un certo punto: se perdiamo di vista chi c’è dall’altra parte, non stiamo facendo fundraising. Il digitale non serve a fare più cose, ma a capire meglio le persone.
Il digitale non è un’appendice, né un altro dipartimento. È un modo diverso di progettare la relazione con i donatori, un modo che amplifica tutto: se abbiamo una direzione chiara, potenzia; se siamo confusi, confonde.
La scelta e la responsabilità sono nostre.
Stalla Forti, socia ASSIF e consulente di fundraising
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