In diversi Paesi dell’Africa, ma non solo, INTERSOS combatte la violenza di genere non soltanto sostenendo e proteggendo le donne, ma anche formando gli uomini affinché diventino agenti di cambiamento per le loro comunità. Si può pensare a questi progetti come a una palestra mentale e sociale per gli uomini.
“Dovete fare in modo che la vostra famiglia non abbia paura di voi”. Queste sono le parole che Zack, il preside di una scuola primaria di M’ockmbie -nella Regione Sud-Ovest del Camerun- infonde agli uomini della sua comunità e ai giovani studenti che ogni giorno frequentano l’istituto.
Siamo nel cuore del Camerun, Paese dell’Ovest del continente africano che da anni convive con una forte instabilità interna, conflitti sparsi, insicurezza, povertà ed epidemie. Tutti elementi che ritroviamo anche in altri Paesi africani con crisi umanitarie persistenti, dove la violenza di genere, in tutte le sue forme, è pratica costante e radicata sul territorio.
Nell’Africa occidentale e centrale, secondo il rapporto del 2024 dell UNFPA -il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, che si occupa di salute sessuale e riproduttiva e di questioni demografiche- dal 10 al 30% delle donne di età compresa tra i 15 e i 49 anni hanno subìto violenza fisica e/o sessuale nell’anno di riferimento. I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità mostrano che la violenza inizia in giovane età: sono 1 su 4, secondo le statistiche, le giovani donne di età compresa tra i 15 e i 24 anni che hanno alle spalle una o più violenze sessuali subite.
Tra i fattori determinanti, l’insicurezza e la povertà cronica comportano i rischi più elevati di violenza di genere e parallelamente l’accesso a servizi di aiuto e protezione legale è più limitato nei contesti poveri di risorse. Pratiche dannose come i matrimoni precoci e le mutilazioni genitali femminili rimangono molto diffuse nell’Africa dell’Ovest, così come la schiavitù e la tratta sessuale, le gravidanze forzate e altre forme di violenza sessuale.
II preside Zack fa parte di uno dei gruppi di uomini che hanno deciso di intervenire per produrre un cambiamento sociale e culturale, in un contesto nel quale spesso la violenza sessuale, fisica e psicologica, nei confronti delle donne è considerata normale se non, come dimostrano i fatti in corso nella guerra civile del Sudan, persino un’ arma di guerra per l’affermazione del potere.
Il progetto “Uomo, agente del cambiamento”, ideato e implementato da INTERSOS in Paesi come il Burkina Faso, il Camerun e il Ciad, ha come obiettivo quello di coinvolgere gli uomini e i ragazzi in percorsi di consapevolezza e sensibilizzazione sull’uguaglianza di genere, limando tutte quelle norme sociali e quegli stereotipi che contribuiscono alla violenza contro donne e ragazze.
“Sono ben consapevole che sono gli uomini la principale causa della sofferenza delle donne della comunità in quanto le costringono a matrimoni precoci, ad abusi fisici e spesso negano loro le risorse per sopravvivere”, racconta Zack che, dopo aver partecipato a un corso di formazione, è stato selezionato dal team INTERSOS come agente di cambiamento per la sua comunità.
Negli incontri organizzati da INTERSOS con gruppi da 15-20 uomini e ragazzi che non hanno commesso violenza di genere e che mostrano interesse ad essere loro stessi protagonisti di un lavoro di profondo mutamento, si svolgono diverse sessioni su tematiche connesse tra loro conoscere e definire la violenza di genere; individuare i segnali e porre fine alla violenza tra partner nei contesti familiari; comprendere il rapporto tra donne e uomini con le loro peculiarità; integrare le nuove percezioni acquisite nelle relazioni personali e sociali di tutti i giorni. Anche lì dove il concetto di disparità dei sessi sembra più difficile da scardinare, provare a divulgare nuovi concetti e nuove consapevolezze nei nuclei familiari e nelle comunità di riferimento può davvero favorire un graduale cambiamento.
Zack racconta del suo impegno nella comunità, di come utilizzi le conoscenze acquisite durante le formazioni per far sì che ai regolari avvertimenti dati alle donne e le ragazze a stare attente ad eventuali pericoli, siano affiancate anche indicazioni per gli uomini, per renderli consapevoli delle dinamiche di potere, dei diritti della persona al di là del sesso e delle gravi conseguenze che la violenza di genere imprime sui corpi e sulle menti di un’intera comunità.
INTERSOS si batte da anni contro tutto ciò che rientra nella violenza di genere, dallo stupro all’abuso di potere maschile nelle case con la privazione di beni, di denaro, e della limitazione di libertà individuale nei confronti delle donne. Ci occupiamo di tutto questo in Paesi in guerra, destabilizzati da crisi interne o alle prese con gravi problemi sociali ed economici che privano le persone dei loro più basilari diritti. Oltre ad offrire sostegno e protezione a donne e ragazze che sono sopravvissute a violenze, ospitandole in spazi sicuri dedicati all’ascolto e alla loro salute mentale e fisica, da qualche anno la nostra attenzione si rivolge anche agli uomini e alle loro responsabilità sociali.
Si può pensare al progetto “Uomo come agente di cambiamento” come a una palestra mentale e sociale per gli uomini. Invece di sollevare pesi (violenza o potere oppressivo), gli uomini imparano, attraverso un allenatore (il facilitatore) e sessioni di gruppo (esercizi partecipativi), a smantellare vecchie abitudini e credenze (norme di genere dannose) e a costruire una nuova “muscolatura” ( basata sull’uguaglianza). Come in una palestra, il cambiamento non è immediato ma graduale, richiede impegno personale e collettivo di tutti.