Spoofing telefonico: bloccate oltre 7 milioni di chiamate al giorno. Cosa sta cambiando davvero per i consumatori - U.Di.Con Unione per la Difesa dei Consumatori

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Dal 19 novembre sono scattate le nuove regole AGCOM sul blocco delle chiamate da numeri mobili italiani che, in realtà, partono dall’estero. È un passaggio rilevante nella lotta allo spoofing, quel meccanismo con cui i call center mascherano l’origine della telefonata rendendo impossibile capire chi ci sta chiamando. Dopo mesi di segnalazioni, pressioni sul tema e piccole misure parziali, siamo finalmente davanti ai primi numeri. E i numeri non sono marginali.

La seconda fase del filtro anti-spoofing, introdotta dalla delibera n.106/25/CONS, estende il blocco alle telefonate provenienti dall’estero ma visualizzate come numeri di mobile italiani, ad eccezione di chi utilizza realmente il cellulare in roaming. La prima parte del provvedimento, attiva da agosto, riguardava solo i numeri fissi alterati.

Il risultato, almeno nei primi giorni, è evidente. I dati forniti dai principali operatori (Tim, Vodafone-Fastweb, WindTre, Iliad) indicano che, tra il 19 e il 21 novembre, sono state bloccate in media oltre 7 milioni di chiamate al giorno, un volume circa sei volte superiore rispetto ai blocchi dei numeri fissi registrati ad agosto. In alcuni casi, lo spoofing ha rappresentato dal 50% al 90% del traffico internazionale simulato come italiano: una percentuale che conferma quanto la pratica fosse diffusa.

Un problema arginato, ma non superato

Il filtro consente di bloccare le telefonate che dall’estero arrivano con un numero italiano contraffatto, ma il telemarketing illegale non ha perso tempo a cercare strade alternative. Secondo AGCOM, una parte delle attività si sta già spostando sulle chiamate con prefisso internazionale reale — che oggi non possono essere fermate in modo automatico — e non è escluso che in futuro aumentino anche le chiamate mascherate dall’interno dei confini nazionali. In quel caso, però, rintracciare chi le origina è più semplice, e il regolatore ha annunciato controlli e possibili sanzioni fino a un milione di euro.

Il dato, insomma, è incoraggiante ma ancora parziale. I blocchi dimostrano che il meccanismo funziona, ma evidenziano anche la dimensione del fenomeno e la necessità di misure che vadano oltre il solo filtro tecnico.

Cosa significa per i cittadini?

Per milioni di consumatori questo intervento può tradursi in meno telefonate sospette, meno tentativi di attivazione di servizi non richiesti e maggiore sicurezza nel rispondere a numeri che sembrano familiari. Nonostante ciò, la prudenza resta fondamentale. Se il prefisso è nazionale non significa automaticamente che la chiamata sia affidabile, e se il numero è estero è ancora più opportuno diffidare.

Un principio utile da tenere a mente

Se una proposta arriva tramite telefonata improvvisa, con toni urgenti o promesse poco credibili, è meglio prendersi tempo, verificare e, se serve, chiedere assistenza. Il telemarketing aggressivo non scomparirà dall’oggi al domani, ma strumenti più evoluti, abbinati alla consapevolezza dei cittadini, possono ridurre in modo significativo le pratiche scorrette.

Foto: AI

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