28 novembre 2025
STIME SVIMEZ: Pil italia 2025-2027 in crescita debole. finchè c’è PNRR sud continua a crescere più del resto del Paese: +0,7% nel 2025 +0,9% nel 2026 (+0,5% e +0,6% il Centro-Nord).
BOOM OCCUPAZIONE AL SUD MA CONTINUA L’ESODO: 100mila giovani occupati, ma 175mila in fuga. L’investimento perso in formazione al Sud per le migrazioni dei laureati è di 8 miliardi all’anno.
PIÙ INFRASTRUTTURE SOCIALI E LAVORO DI QUALITA per garantire il right to stay e rendere libera la scelta di partire.
Dal Rapporto Svimez 2025 emerge un Mezzogiorno che vive una stagione di forti contrasti: cresce come non mai l’occupazione, soprattutto tra i giovani, ma al contempo continua l’esodo che svuota il Sud di competenze e futuro.
Più occupati ma 175mila persone che hanno lasciato il Sud
Tra il 2021 e il 2024, quasi mezzo milione di posti di lavoro è stato creato nel Mezzogiorno, spinto da PNRR e investi- menti pubblici. Ma negli stessi anni 175 mila giovani lasciano il Sud in cerca di opportunità. La “trappola del capitale umano” si rinnova: la metà di chi parte è laureato; le migrazioni dei laureati comportano per il Mezzogiorno una perdita secca di quasi 8 miliardi di euro l’anno. I giovani che restano, troppo spesso, trovano lavori poco qualificati e mal retribuiti. Con i salari reali che calano aumentano i lavoratori poveri: un milione e duecentomila lavoratori meridionali, la metà dei lavoratori poveri italiani, è sotto la soglia della dignità. Si evidenzia, inoltre, una emergenza sociale nel diritto alla casa.
Il PNRR sostiene la crescita e spinge fino al 2026 il Pil del Sud oltre quello del Nord. Il percorso di sviluppo avviato dal PNRR non può interrompersi nel 2026. Il Mezzogiorno sta dimostrando di poter essere protagonista della transi zione industriale ed energetica del Paese, ma servono scelte politiche forti per consolidare i risultati raggiunti e dare continuità agli investimenti.
I segnali positivi
Tra i segnali positivi nel Mezzogiorno sui quali costruire il futuro post PNRR: la crescita dei servizi ICT e dell’in- dustria, il miglioramento dell’attrattività delle università meridionali. Ma la legacy del PNRR riguarda anche cambiamenti sociali e istituzionali che devono orientare il complesso delle politiche pubbliche: il miglioramento della capacità amministrativa dei Comuni; i primi segnali di convergenza Sud-Nord nell’offerta pubblica di asili nido e del servizio mensa nelle scuole; la standardizzazione e semplificazione degli iter amministrativi.
A partire da questa eredità, la vera sfida è consolidare questi segnali positivi in un percorso di sviluppo duraturo, che renda il diritto a restare pienamente esercitabile e la decisione di partire una scelta, non una necessità. Occorre agire su quattro leve: potenziare le infrastrutture sociali e garantire i servizi oltre il PNRR; rafforzare i settori a domanda di lavoro qualificata; puntare sulla partecipazione femminile nel mercato del lavoro, nel sistema della ricerca e nella sfera politica e decisionale, dove rivestono un peso ancora marginale; investire sul sistema universitario come infrastruttura di innovazione.
PIL AL SUD NEL 2021-2024 CRESCE DELL’8,5% (6,3% MEDIA NAZIONALE): IL TRAINO DEL PNRR, L’ESPANSIONE DEI SERVIZI NON SOLO TRADIZIONALI, IL CONTRIBUTO DELL’INDUSTRIA
Tra 2021 e 2024 il Pil del Mezzogiorno aumenta dell’8,5%, contro +5,8% del Centro-Nord. A determinare questo scarto contribuiscono diversi fattori: la minore esposizione dell’industria meridionale agli shock globali; un ciclo dell’edilizia particolarmente favorevole legato prima al maggiore impatto espansivo degli incentivi edilizi, poi allo stimolo fornito dal PNRR; la chiusura del ciclo 2014-2020 della politica di coesione. A ciò si è aggiunta la ripresa del turismo e dei servizi, che ha rafforzato la domanda interna.
Le costruzioni hanno fornito un contributo decisivo: +32% nel Sud contro +24% nel Centro-Nord. Per il peso che riveste nella formazione del valore aggiunto dell’area, il contributo più rilevante alla crescita del Pil 2021-2024 del Mezzogiorno è venuto dal terziario: +7,4% l’aumento medio in Italia dei servizi, che raggiunge il +7,8% nel Mezzogiorno (+7,3% nel Centro-Nord). La crescita non si è limitata ai servizi tradizionali. Crescono le attività finanziarie, immobiliari, professionali e scientifiche che hanno goduto degli effetti di domanda di nuova progettualità pubblica e privata attivata dal PNRR.
Il valore aggiunto dell’industria
In controtendenza rispetto al Nord, tra il 2021 e il 2024 il valore aggiunto dell’industria in senso stretto (manifatturiero, estrattivo, utilities) al Mezzogiorno è cresciuta del +5,7% (-2,8% nel Centro-Nord). La discontinuità positiva particolarmente significativa rispetto ai precedenti cicli economici è che il risultato del Sud è stato determinato dall’espansione della manifattura: +13,6% grazie alla nuova domanda per la componente manifatturiera della filiera dell’edilizia e alla crescita sostenuta di altri settori a specializzazione matura nel Mezzogiorno, in particolare dell’agroalimentare (+13,1%)
Al contrario, il modello export-led del Nord mostra vulnerabilità: domanda tedesca debole, crisi delle produzioni energivore e riduzione della subfornitura. La migliore performance meridionale riflette quindi sia dinamiche locali positive sia la debolezza ciclica del Nord.
Nel biennio 2023-2024 l’effetto espansivo del PNRR è valutabile in circa 0,9 punti di Pil nel Centro-Nord e 1,1 punti nel Mezzogiorno. Gli investimenti attivati dal Piano hanno di fatto scongiurato il rischio di una stagnazione della crescita italiana.
PREVISIONI SVIMEZ: PIL +0,5 NEL 2025, +0,7 NEL 2026, +0,8 NEL 2027 IN ITALIA. IL SUD CONTINUA A CRESCERE PIÙ DEL CENTRO-NORD: 0,7% NEL 2025, 0,9% NEL 2026 CONTRO LO 0,5% E LO 0,6%
Secondo le stime Svimez, l’Italia crescerà poco ma in miglioramento: +0,5% nel 2025, +0,7% nel 2026, +0,8% nel 2027. Grazie al completamento dei cantieri PNRR, il Sud dovrebbe continuare a superare il Centro-Nord nel biennio 2025-2026: +0,7% e +0,9%, contro +0,5% e +0,6% del Centro-Nord. Complessivamente, sulla crescita cumulata del biennio 2025-2026, la domanda di investimenti pubblici dovrebbe valere 1,7 punti di Pil nel Mezzogiorno e 0,7 punti nel Centro-Nord. Nel 2027 rallenta ciclo investimenti pubblici, riparte la domanda internazionale e il Centro-Nord torna a crescere più del Sud (+0,9% contro +0,6%).