Il tracking è una delle aree più sottovalutate di un e-commerce, ma anche una delle più critiche.
La maggior parte dei negozi online pensa di avere “tutto tracciato”, ma quando si analizzano i dati da vicino emergono problemi ovunque: eventi mancanti, conversioni duplicate, dati distorti, ROAS gonfiati, report che non rispecchiano la realtà.
La verità è semplice: se i dati sono sbagliati, tutte le decisioni che prendi su Ads, SEO, funnel e prodotto sono sbagliate. In questo articolo vediamo i 5 errori più comuni nel tracking e-commerce e, soprattutto, come evitarli davvero.
Errore 1: affidarsi solo al tracking client-side
Per anni il tracking degli e-commerce è stato basato quasi esclusivamente su script lato browser: pixel, tag, snippet inseriti nel codice del sito o tramite Google Tag Manager. Questa è una cosa che si faceva e si fa ancora, ma ci sono casi dove non basta più.
Il problema è che il browser non è più un ambiente affidabile come una volta:
- Safari, Firefox e Chrome limitano sempre di più l’uso dei cookie.
- Gli ad-blocker bloccano una parte degli script di tracciamento.
- Le impostazioni privacy degli utenti riducono gli eventi raccolti.
- Gli aggiornamenti lato iOS tagliano una porzione enorme di dati.
Risultato della situazione?
Adesso una fetta consistente delle conversioni non viene tracciata, oppure viene tracciata in modo incompleto. Il pixel vede solo una parte delle vendite reali, e tu inizi a fare ottimizzazioni basate su un film mezzo tagliato.
Come evitarlo davvero
La soluzione non è abbandonare il tracking client-side, ma affiancarlo a un sistema lato server. La configurazione ideale per un e-commerce moderno è una combinazione di:
- Client-side per le interazioni in tempo reale (click, scroll, eventi di engagement).
- Server-side per gli eventi critici (acquisto, checkout, lead, eventi di valore).
In questo modo riduci drasticamente la perdita di dati e ottieni una base molto più solida per leggere le performance delle tue campagne.
Se vuoi passare a una configurazione professionale, scopri il nostro servizio di Tracking Avanzato & Server-Side per e-commerce, è davvero scelto da tantissime aziende, che ci riconoscono una qualità di tracking e di monitoraggio di livello professionale.
Errore 2: le conversioni duplicate tra pixel, CAPI e piattaforme Ads
Un altro errore molto frequente è la duplicazione degli eventi di conversione. Succede quando lo stesso acquisto viene inviato più volte a una piattaforma (ad esempio Meta o Google Ads):
- Hai il pixel browser + Conversion API (CAPI) configurati male.
- Usi plugin che tracciano eventi aggiuntivi senza controlli.
- Hai più sorgenti che inviano “purchase” senza deduplicazione.
Il problema non è solo estetico: le piattaforme iniziano a vedere un numero di conversioni superiore alla realtà, e tu ti convinci che il ROAS sia più alto di quello reale. Questo porta a sovrainvestire su campagne che in realtà non performano come sembrano.
Come evitarlo davvero
La chiave è impostare una logica precisa di deduplicazione:
- Ogni evento critico deve avere un event_id univoco e coerente tra browser e server.
- Devi decidere chiaramente quali eventi invia il client-side e quali il server-side.
- Va testato tutto in modalità debug (Meta Events Manager, Tag Assistant, DebugView GA4).
In questo modo eviti di gonfiare artificialmente i risultati e sai esattamente quali campagne stanno realmente portando vendite, avendo dati più precisi e validi, potrai prendere le tue decisioni in maniera corretta.
Errore 3: Google Analytics4 configurato male (o non configurato affatto)
Molti e-commerce hanno installato Google Analytics 4 di corsa, per partire velocemente, magari copiando un tag o affidandosi a un plugin, ma senza una vera struttura di eventi pensata per il business.
Il risultato è un account pieno di dati confusi, che non dicono niente di utile, e fidati ci è successo tante volte di vedere situazioni di questo tipo.
Gli errori più comuni su GA4 sono:
- Non avere l’e-commerce avanzato correttamente configurato.
- Non tracciare i passaggi principali del funnel (view item, add to cart, begin checkout, purchase).
- Tracciare eventi inutili che sporcano i report (scroll, click generici, eventi duplicati).
- Non impostare conversioni e obiettivi in modo coerente con il business.
Come evitarlo davvero
Prima di toccare tag e impostazioni, serve progettare una mappa eventi chiara, partendo dal tuo funnel reale:
- Quali sono le azioni che contano davvero per te?
- Quali eventi devono essere considerati conversione?
- Quali passaggi del funnel vuoi monitorare (eCommerce standard + eventi custom)?
Una volta definita la logica, l’implementazione (client-side + server-side) diventa molto più semplice e sensata.
Errore 4: nessun tracking server-side (o implementazione fatta male)
Oggi il tracking server-side non è più un “di più”, ma una leva fondamentale per gli e-commerce che investono seriamente in acquisizione clienti.
Senza tracking lato server:
- Perdi eventi su browser e dispositivi più restrittivi.
- Hai un match rate inferiore su Meta e Google.
- Attribuisci male le vendite (soprattutto cross-device).
- Hai meno dati utilizzabili per l’ottimizzazione delle campagne.
In più, molte implementazioni server-side “fai da te” peggiorano la situazione: eventi configurati a metà, endpoint non stabili, nessun controllo sui duplicati. Valuta se ha senso investire in questa soluzione, se investi già un budget consistente (oltre 5.000€ al mese) o se hai bisogno di massima precisione.
Come evitarlo davvero
Qui non servono mezze misure: se vuoi fare sul serio serve una implementazione professionale di tracking server-side, con:
- Server-side container (ad esempio Stape.io o Cloudflare) correttamente configurato.
- Meta Conversion API integrata con logica di deduplicazione.
- Google Ads e GA4 che ricevono eventi coerenti e puliti.
- Filtraggio di bot e traffico non valido.
Se vuoi una base dati solida per prendere decisioni, abbiamo scritto una guida sul server side tracking per chiarirti le idee.
Errore 5: nessun monitoraggio o manutenzione del tracking
Il tracking non è qualcosa che “si imposta una volta e basta”. Ogni mese cambia qualcosa:
- Piattaforme come Shopify, WooCommerce, PrestaShop fanno aggiornamenti.
- Meta e Google modificano API e policy di tracciamento.
- Nuovi plugin entrano in conflitto con i tag esistenti.
- Il team interno modifica qualcosa nei template o nel checkout.
Se nessuno controlla, il tracking si rompe in silenzio.
Questo è un altro errore che vediamo fare spesso. Sistemare tutto correttamente non è che il primo passo. Serve manutenzione, strategia, controlli continui.
Come evitarlo davvero
Serve trattare il tracking come un sistema vivo, che richiede:
- Controlli periodici su GA4, Events Manager, Google Ads.
- Alert e monitoraggio per intercettare anomalie (crolli o picchi improvvisi di eventi).
- Manutenzione programmata in caso di cambio tema, aggiornamenti, nuove funzionalità.
In molti casi non è un problema “di strategia”, ma semplicemente di disciplina: nessuno si prende la responsabilità di verificare che il sistema di tracking continui a funzionare nel tempo.
Come passare da dati falsati a un tracking solido (e decisioni migliori)
Questi 5 errori non sono dettagli tecnici: sono il motivo per cui tanti e-commerce bruciano budget senza capire davvero cosa sta funzionando e cosa no.
Quando il tracking è impostato e mantenuto in modo professionale, succede questo:
- il ROAS che vedi in piattaforma è molto più vicino alla realtà;
- capisci quali campagne, creatività e audience stanno generando vendite vere;
- puoi tagliare con sicurezza quello che non funziona e spingere su ciò che performa;
- tutto il tuo marketing diventa più misurabile, prevedibile e scalabile.
Se vuoi un sistema di tracking che ti permetta di prendere decisioni con dati puliti, puoi richiedere una implementazione o revisione completa di Tracking Avanzato & Server-Side per il tuo e-commerce direttamente qui sotto.
Il tracciamento professionale, client side, o server side non può più aspettare. È arrivato il momento che tu possa leggere dati corretti e prendere decisioni valide.
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