Tre domande a
- Loris Marchiori, Corporate Communication Director di Archiva Group
L’ospite di oggi è Loris Marchiori, che ci porta il punto di vista proprio e di Archiva Group sulla People Centricity.
La vision di Archiva Group poggia su tre pilastri - Dati, Processi e Persone – dove i primi due sono funzionali a creare ambienti aziendali in cui le persone possono eccellere. Quanto è importante il concetto di People Centricity dal tuo punto di vista?
La semplificazione di Dati, Processi e Persone ci permette, come Archiva, di orientare le nostre attività mantenendo un framework valoriale e operativo coerente. Ogni nostra proposizione di valore deve rimanere all’interno di questi tre pilastri per garantire un reale vantaggio competitivo ai nostri clienti e partner.
In estrema sintesi, ogni nostra iniziativa deve permettere:
un’ottimale gestione del dato e dell’informazione, dalla sua origine alla sua piena capitalizzazione, rendendola un elemento di valore presentabile a terzi, siano essi soci, amministratori, dipendenti o enti governativi di controllo come, ad esempio, l’Agenzia delle Entrate.
Il miglioramento dei processi che si sviluppano all’interno e all’esterno dell’organizzazione, sulla base dei flussi informativi che la attraversano e che devono essere gestiti in modo intelligente e profittevole.
Il coinvolgimento delle persone nella transizione digitale. Dati e processi impattano le persone e ci restituiscono informazioni preziose su come lavorano, operano e con quale livello di qualità ed efficienza.
Tutti i nostri sforzi rischiano di vanificarsi se non partiamo da un presupposto semplice, ma non sempre facile da concretizzare: se escludiamo le persone dal processo di creazione del valore, escludiamo l’unica variabile realmente in grado di contribuire in modo sostanziale al valore stesso.
Un dato non utilizzato o un processo che non scala a livello aziendale non generano alcun beneficio per l’organizzazione se non diventano oggetto di attenzione e utilizzo quotidiano da parte delle persone.
In questo senso diventa determinante il rapporto tra l’uomo e l’interfaccia delle soluzioni digitali: design e usabilità devono essere il mantra che guida la creazione di strumenti che lavorano per l’uomo, e non viceversa.
In una prospettiva più ampia, la People Centricity deve configurarsi come un vero approccio strategico e organizzativo. Il suo obiettivo è creare un ambiente che promuova benessere, soddisfazione e coinvolgimento, riconoscendo che un’organizzazione prospera quando i suoi membri sono motivati, supportati e valorizzati.
Per i collaboratori, la People Centricity si traduce in attenzione allo sviluppo professionale, alla cultura organizzativa e al benessere complessivo, creando un luogo di lavoro inclusivo, con opportunità di crescita e un buon equilibrio tra vita privata e lavorativa.
Per i clienti, significa offrire esperienze — non semplici prodotti — personalizzate, e soluzioni capaci di soddisfare le loro esigenze, utilizzando feedback e interazioni per migliorare costantemente la customer experience.
Dal tuo punto di vista, quanto è importante la funzione di comunicazione interna nelle aziende? Quanto concorre a sostenere la centralità delle persone?
La funzione comunicazione permea l’azienda nel suo complesso ed è fondamentale per le persone per generare conoscenza, rafforzare le relazioni e il senso di appartenenza all’interno delle organizzazioni.
Sono convinto, tuttavia, che non tutte le altre funzioni di business siano consapevoli di questa importanza ed è nostro compito valorizzarla e fare comprendere quanto sia strategica non solo per la reputazione e la solidità dell’impresa ma anche per il benessere degli individui. Il nostro impegno è raccontare la funzione immanente della comunicazione.
Possiamo vedere un’azienda manifatturiera come un’organizzazione in cui entrano materie prime o semilavorati ed escono prodotti destinati a dei consumatori, ma possiamo vedere la stessa azienda come uno snodo di informazioni e contenuti che entrano si diramano e si trasformano all’interno dell’organizzazione e si palesano a un pubblico sottoforma di cataloghi, siti web e campagne social che “dovrebbero” raccontare un valore. Ecco, se i comunicatori la vedessero secondo questa seconda possibilità, partirebbero dalle frontiere comunicative, ovvero dall’ingresso o dalla nascita dell’informazione, percorrerebbero tutti i mille rivoli aziendali in cui queste informazioni e contenuti si diramano, cambiano forma, spesso perdendo il contatto tra significato e significante e ancor più spesso creando un vero e proprio linguaggio aziendale, che nessuno è in grado di comprendere all’esterno dell’organizzazione o peggio ancora del singolo reparto.
E con questa visione del ruolo della comunicazione si paleserebbero gli errori degli assetti organizzativi e di tutti i processi che non funzionano; in particolare, si pensa sempre che il processo sia qualcosa di fisico di tangibile, sempre riferito a produrre qualcosa. Dal mio punto di vista qualsiasi processo aziendale è invece un processo di comunicazione, di flusso informativo e di arricchimento del contesto che abilita una catena di azioni sperabilmente eseguite con cognizione di causa ed effetto. Riallineare la comunicazione interna e usarla come strumento di indagine e di messa in discussione “del (dis)ordine costituito”, ci permetterà di avere la massima aderenza tra:
Valori, che devono essere trasferiti alle persone e devono essere coerenti nell’esperienza lavorativa dei collaboratori sia in termini di premio che di responsabilità.
Value proposition, intesa in senso ampio anche nel come il valore viene erogato al cliente e come il cliente viene assistito nel momento in cui qualcosa non dovesse funzionare a dovere.
Offering chiaro, etico e trasparente.
Comunicazione esterna e identità del brand coerente.
Archiva è un’azienda in espansione che, grazie alla crescita organica e a importanti acquisizioni, è diventata un Gruppo di riferimento nel digitale. Quali sono le sfide che, nel tuo ruolo, ti trovi ad affrontare per gestire questo cambiamento?
Archiva sta imparando a fare un lavoro nuovo, sta imparando a integrare realtà diverse. Il mio ruolo è quello di mantenere “serrati i ranghi” sulla visione di gruppo, favorendo un appiattimento degli interessi particolari in favore degli interessi generali di tutta la comunità aziendale.
Ovviamente non mancano gli aspetti operativi come quello di armonizzare le nuove value proposition nella più generale offerta del gruppo cercando in questo di non generare un’offerta elefantiaca, ovvero che aggiunge meramente al menu senza apportare valore. Ridurre la complessità è fondamentale quanto avere un riferimento di priorità solido.
Per il resto stiamo sempre parlando di far lavorare insieme delle persone, spesso dei grandi professionisti e per questo la mia ricetta è abbastanza semplice: umiltà, empatia e ascolto.
Archiva Group è l’azienda italiana punto di riferimento da oltre 25 anni
per lo sviluppo di servizi digitali in outsourcing e per la consulenza specializzata in transizione digitale.