Prospettive economiche dell'OCSE 2025 N° 2 - Istantanea Italia - Format Research

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L’inflazione complessiva resta elevata in alcune aree, ma dovrebbe tornare in linea con il target entro il 2027 nella quasi totalità delle principali economie.
Si prevede che l’inflazione annua al consumo nei Paesi del G20 scenda dal 3,4% di quest’anno al 2,8% nel 2026 e al 2,5% nel 2027.

La produttività e la dinamica economica si sono indebolite negli ultimi vent’anni. Dalla fine degli anni Novanta, la crescita del prodotto pro capite è diminuita di circa un punto percentuale nell’area OCSE, e il rallentamento persistente della produttività multifattoriale ha alimentato timori che i motori dell’innovazione e della vitalità imprenditoriale stiano perdendo slancio.
Una crescita più sostenuta potrebbe emergere se i governi avanzassero ulteriormente nel percorso delle riforme strutturali. In particolare, riforme di carattere regolatorio potrebbero stimolare la dinamicità delle imprese e la crescita della produttività.

Questa istantanea offre una panoramica della situazione economica dell’Italia, delle proiezioni del PIL e dell’inflazione, delle prospettive di crescita e delle priorità di riforma strutturale. Sulla base dei risultati dell’indagine economica dell’OCSE sull’Italia, delle prospettive economiche e dei rapporti Going for Growth, evidenzia le principali tendenze economiche e le raccomandazioni politiche chiave per una crescita sostenibile e inclusiva.

La crescita del PIL è attesa in lieve aumento: dallo 0,5% nel 2025 allo 0,6% nel 2026 e allo 0,7% nel 2027. Le esportazioni deboli, penalizzate dall’aumento delle tariffe globali, e una domanda interna fiacca, nonostante il recupero dei redditi reali, freneranno la crescita nel breve periodo. L’aumento degli investimenti pubblici dovrebbe sostenere l’attività economica fino al 2026, grazie all’accelerazione nell’utilizzo dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in vista delle scadenze, per poi rallentare nel 2027. Un miglioramento della fiducia e una maggiore espansione dei mercati esteri favoriranno un moderato recupero dei consumi privati e degli investimenti, sostenendo così la crescita.

I rischi appaiono nel complesso bilanciati. Se i recenti progressi nella sostenibilità fiscale dovessero rivelarsi temporanei e gli spread tornassero ad ampliarsi, oppure se la debolezza dei principali partner commerciali si prolungasse, le prospettive peggiorerebbero. Al contrario, miglioramenti strutturali più forti del previsto nelle condizioni di investimento potrebbero sostenere ulteriormente la crescita.

Una riduzione più marcata del disavanzo pubblico e la stabilizzazione del rapporto debito/PIL, coerentemente con la strategia fiscale-strutturale di medio periodo e con gli impegni europei, contribuirebbero a ridurre il costo del debito per l’Italia e a rafforzare la sostenibilità fiscale e l’equità intergenerazionale. Ciò richiederà di mantenere adeguati livelli di entrate, migliorare l’efficienza della spesa e conservare i precedenti interventi di contenimento della spesa pensionistica. Un miglior mix di politiche fiscali può sostenere i consumi delle famiglie e favorire l’occupazione.

Maggiore certezza in materia regolatoria e nei processi autorizzativi – in particolare per la produzione da fonti rinnovabili e le infrastrutture di trasmissione – può stimolare gli investimenti privati.

Prospettive economiche dell’OCSE, Estratti in italiano, Dicembre, 2025

Secondo le previsioni, il PIL registrerà una leggera crescita, passando dallo 0,5 % nel 2025 allo 0,6 % nel 2026 e allo 0,7 % nel 2027. L’indebolimento delle esportazioni, dovuto all’aumento dei dazi a livello mondiale, e il calo dei consumi delle famiglie malgrado l’aumento dei redditi reali, freneranno la crescita sul breve termine.

Le proiezioni mostrano che, per tutto il 2026, la crescita sarà trainata dall’aumento degli investimenti pubblici, incentivato dall’accelerazione dell’erogazione dei fondi del Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza prima della scadenza, e risulterà in rallentamento nel 2027. Il consolidamento della fiducia e il rafforzamento dell’espansione dei mercati di esportazione dovrebbero sostenere una leggera ripresa dei consumi privati e degli investimenti, stimolando la crescita complessiva. I rischi sono ampiamente bilanciati.

Le prospettive potrebbero peggiorare qualora i recenti miglioramenti nella sostenibilità fiscale dovessero rivelarsi di breve durata e gli spread dei tassi di interesse dovessero nuovamente ampliarsi, o se la debolezza dei principali partner commerciali dovesse prolungarsi. Al contrario, miglioramenti strutturali più consistenti del previsto nelle condizioni di investimento potrebbero stimolare la crescita.

Un’ulteriore riduzione del disavanzo di bilancio e la stabilizzazione del rapporto tra debito pubblico e PIL, in linea con la strategia di bilancio strutturale a medio termine e gli impegni europei, ridurrebbero i costi di finanziamento dell’Italia e favorirebbero la sostenibilità di bilancio e l’equità intergenerazionale.

A tal fine occorrerà mantenere le entrate, migliorare l’efficienza della spesa e conservare le misure precedentemente adottate per contenere la spesa pensionistica. Il miglioramento del mix di politiche tributarie può sostenere la spesa delle famiglie e promuovere l’occupazione. Una maggiore certezza normativa e nei processi di autorizzazione, in particolare per le infrastrutture di generazione e trasmissione di energia rinnovabile, può stimolare gli investimenti privati.

Prospettive economiche dell’OCSE 2025 (Assisi, foto di F Ascani)
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