Sostenibilità alimentare e spreco: come cambia il rapporto tra cittadini e cibo - CONFCONSUMATORI

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Arriva il contributo dello sportello di Milano per il progetto LESS che punta su formazione, contesto sociale e lotta allo spreco per sviluppare un percorso di informazione che unisce formazione di base e interventi più ampi sul territorio.

Parlare di alimentazione sana e sostenibile significa affrontare un tema complesso, che non riguarda soltanto la scelta degli alimenti o la corretta gestione delle scadenze, ma coinvolge anche il contesto economico e sociale in cui le persone vivono. L’idea secondo cui “siamo ciò che mangiamo”, resa celebre da Feuerbach, può essere riletta anche in senso inverso: spesso mangiamo ciò che siamo, e ciò che siamo è fortemente influenzato dal ritmo e dalle condizioni della vita metropolitana. La capacità di spesa, la rapidità delle giornate, i tempi di lavoro e la crescente diffusione di nuclei familiari composti da una sola persona determinano scelte alimentari poco equilibrate.

Alimentazione e contesto sociale: come la vita metropolitana influenza le scelte quotidiane

Nelle grandi città la colazione a casa è spesso sostituita da un caffè al volo, il pranzo è consumato nelle mense aziendali o ridotto a un panino veloce, mentre la cena è affidata ad aperitivi, pasti precotti o surgelati. Lo stesso vale per molti bambini e ragazzi, che adottano abitudini simili a causa degli impegni quotidiani delle famiglie. Non si tratta soltanto di scarsa informazione, ma di una necessità dettata da tempi e costi che condizionano profondamente la vita urbana. Accanto alla tradizionale formazione sulla corretta alimentazione — lettura delle etichette, gestione delle scadenze, prevenzione dello spreco — è stato attivato un lavoro di rete che coinvolge vari soggetti: dai gestori del welfare aziendale ai responsabili delle mense scolastiche, fino alle associazioni di volontariato che operano sul territorio. Tra queste ultime, un ruolo importante è ricoperto da realtà come il Pane Quotidiano, che trasformano lo spreco alimentare residuo in risorsa per la comunità.

Artigianalità, sostenibilità e costo dei prodotti: una sfida per i consumatori

Sono stati coinvolti anche artigiani del settore gastronomico, con iniziative dedicate ai prodotti dolciari e al valore dell’artigianalità. È stato inoltre approfondito il tema del cibo come strumento di prevenzione, capace — se consumato correttamente — di contribuire al benessere e ridurre il ricorso ai medicinali. Tuttavia, parlare di prodotti biologici, filiere sostenibili e artigianalità non è semplice in un contesto economico difficile. Spiegare che un panettone artigianale può costare più del doppio di un prodotto industriale, o che una scelta sostenibile può avere un prezzo maggiore, significa confrontarsi con un limite reale. Anche uno studio recente di Centromarca evidenzia come la sostenibilità sia un tema sempre più sentito, soprattutto dai giovani, ma comunque condizionato dal costo finale al consumatore.

Educazione alimentare e inclusione sociale: il ruolo centrale dell’informazione

E’ importante fornire consigli concreti, non ideali difficilmente attuabili. Ad esempio, suggerire torte fatte in casa per la colazione dei bambini può essere sensato, ma non realistico per chi ha poco tempo a disposizione. Meglio indicare alternative gestibili, come ridurre le porzioni di prodotti confezionati, abbinarli alla frutta o dedicare ai prodotti preparati in casa i fine settimana. L’attenzione mostrata dai cittadini dimostra che il tema è sentito, ma anche che il contesto richiede alle associazioni dei consumatori un ripensamento del proprio ruolo. Oltre alla tutela quotidiana, diventa sempre più importante lavorare su formazione, inclusione e interventi legati ai grandi cambiamenti sociali, accompagnando le persone verso scelte più consapevoli e sostenibili.


LE.S.S. Progetto finanziato dal MLPS – DG Terzo settore e responsabilità sociale imprese – Avviso n.2/2023

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