Si è concluso a Roma il Consiglio Nazionale della FAISA-CISAL, con la presenza di tutti i consiglieri nazionali e dei segretari provinciali e regionali provenienti da tutta Italia.Durante la giornata di confronto è emerso, con forza, lo stato di crisi generalizzata che sta colpendo il Trasporto Pubblico Locale ed i suoi lavoratori, compromettendo la garanzia di una adeguata offerta di mobilità a cittadini e turisti.Il limitato finanziamento, introdotto con la legge di bilancio 2025, del Fondo Nazionale Trasporti, peraltro già di per sé insufficiente rispetto a studi di settore, ha solo parzialmente attenuato le gravi criticità che affliggono questo settore. Ad oggi, il finanziamento di 120 milioni di euro, non è presente nella bozza di legge di bilancio 2026; la richiesta, dell’intero mondo dei Trasporti, di incrementare il Fondo Nazionale Trasporti con misure di carattere strutturale, accompagnate da un vincolo di destinazione d’uso e, possibilmente, da una indicizzazione degli stanziamenti, sta rimanendo inascoltata.Già nell’anno che si sta chiudendo la carenza di risorse si è manifestata attraverso l’evidente difficoltà ad erogare i servizi programmati.Nel corso dell’assise è stato da più parti evidenziato come il mancato adeguato del Fondo Nazionale Trasporti sia fonte di una crescente pressione sui bilanci delle Regioni e dei Comuni, che hanno l’onere della programmazione e dell’erogazione dei servizi, e stia compromettendo l’erogazione stessa dei servizi programmati nonché sia causa di disdette delle contrattazioni aziendali, tanto sbandierate come veicolo di crescita economica, in diversi territori. Inoltre, si sta assistendo alla complessiva attivazione di procedure di crisi d’impresa, con impatti significativi su lavoratori ed imprese.Se non si corre ai ripari con interventi adeguati si condannerà il Paese a fermarsi, lasciando i cittadini senza un servizio essenziale, costringendoli a rinunciare alla mobilità, al lavoro, allo studio, alla vita quotidiana. Significa lasciare intere comunità isolate, le città soffocate dal traffico, i territori più fragili sempre più lontani; significa lasciare migliaia di lavoratori del trasporto pubblico locale senza certezze, senza dignità, senza futuro.Il TPL non è un costo, è un investimento nella libertà di muoversi, di crescere, di connettersi; è la rete invisibile che tiene insieme l’Italia, dalle metropoli ai piccoli comuni, dai pendolari agli studenti, dagli anziani ai turisti. Condannare il Paese a restare fermo non è solo un modo di dire: è una responsabilità che nessuno può permettersi di assumere.Oggi abbiamo bisogno di una riforma vera, di finanziamenti adeguati e stabili, di una politica che metta il TPL al centro delle scelte strategiche del Paese. Perché il futuro dell’Italia non può aspettare un mezzo di traporto che rischia di non passare.È necessario un patto sociale per il TPL, un bene comune, che deve essere liberato dalla competizione politica; non deve essere un campo da gioco in cui vince una parte o l’altra, si vince o si perde insieme, se è vero che tutti hanno a cuore cittadini e lavoratori.
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Allarme della FAISA-CISAL: senza interventi sul Fondo Nazionale Trasporti i servizi attuali non si potranno garantire. | CISAL
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