È stato il primo gruppo fieristico italiano a scommettere sulla Cina e uno dei primi in Europa. Una scelta che poi sarebbe stata fatta anche da Veronafiere e da Fiera Milano. A distanza di vent’anni dall’insediamento di BolognaFiere a Shanghai (era il 2005 quando nasceva la controllata cinese, che oggi può contare su una rete di ottanta dipendenti) la società emiliana continua la propria espansione in Asia.
Nuove tappe in Vietnam e in India. «Lanceremo l’anno prossimo a Ho Chi Minh nel 2026 un primo appuntamento dedicato al vino, Wine Experience, poi quello pensato per il design, con Design Experience: due nostri marchi in un mercato promettente che è in forte crescita», dice Antonio Bruzzone, amministratore delegato di BolognaFiere.
Contemporaneamente prosegue l’avanzata in India: e in entrambi i Paesi, India e Vietnam, sono in corso trattative per due nuove acquisizioni. A Mumbai, dove quattro anni fa la società ha aperto una sede, proprio in questi giorni si sta svolgendo Cosmoprof Mumbai, una delle tante “sorelle” asiatiche di Cosmoprof, ammiraglia del gruppo dedicata all’industria cosmetica.
Tutte – tra Malesia, Filippine, Vietnam, Indonesia – insieme a Informa, tra i principali organizzatori a livello globale di eventi fieristici B2B, a poche settimane dalla chiusura a Hong Kong di Cosmoprof Asia, al quale hanno partecipato oltre 2.6000 espositori. «BolognFiere o è nel mondo o non è - prosegue Bruzzone -. Siamo nati con una forte vocazione internazionale e sulla scorta di contatti e relazioni continuiamo a inserire nuovi saloni. Oggi la nostra società ha tre case. Bologna, l’Asia e gli Usa.» Il gruppo che conta 800 dipendenti e ha un fatturato di 274 milioni, ha fatto della Cina il trampolino per conquistare nuovi grandi mercati. Qui, dove si è insediata anche Henoto China, la società di allestimenti fieristici del gruppo, sono state proposte le versioni asiatiche di format di successo. Non solo Cosmoprof ma anche la Fiera del libro per ragazzi, Marca (per il settore del private label) e all’interno di quest’ultimo salone un’area Zoomark, la manifestazione dedicata alla pet economy. L’anno prossimo sempre a Shanghai si terrà il salone sull’editoria illustrata e sui fumetti per ragazzi. Oggi la sola Cina genera ricavi per 30 milioni, dieci in più di quelli sviluppati sul mercato statunitense, dove, ricorda Bruzzone, «siamo sbarcati dieci anni dopo». Tutto con una visione chiara. «Non operiamo in Cina o in India semplicemente per accompagnare l’internazionalizzazione delle imprese italiane – spiega Bruzzone –. Operiamo come parte di una rete fieristica globale, capace di generare nuovi mercati, nuove community e nuove filiere». La policy adottata è quella di costruire format pensati per rispondere alle esigenze della struttura industriale di quel preciso Paese. Vale in Cina, in India, in Vietnam. Con formule perfettamente integrate nel contesto. Anche quello asiatico è però solo un altro step per rafforzare il profilo internazionale. E che non marginalizza il mercato americano, dove BolognaFiere è presente anche con le versioni statunitensi di Cosmoprof. «La nostra visione è globale – conferma Bruzzone – e stiamo valutando altre iniziative in Turchia, Marocco, Egitto, Arabia Saudita».
Fonte: Il Sole 24 Ore (https://www.ilsole24ore.com/)