Betsaida oggi: tra memoria evangelica e ricerca archeologica | Rizzoli Education

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Betsaida è uno dei luoghi più affascinanti dei Vangeli, ricordata come la città natale di Pietro, Andrea e Filippo e come il contesto in cui Gesù compì alcuni tra i miracoli più noti, come la guarigione del cieco e, secondo alcuni studiosi, la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Oggi però la sua identificazione archeologica è ancora oggetto di discussione, e la città biblica si presenta come un enigma in parte irrisolto.

Nei Vangeli, Betsaida è descritta come una città situata sulla riva nord-orientale del lago di Tiberiade. Gli archeologi hanno proposto due possibili localizzazioni. La prima è et-Tell, un sito a circa due chilometri dal lago che ha restituito resti di un importante insediamento del I secolo. Molti esperti identificano questo luogo con Betsaida-Julias, la città che Erode Filippo ampliò e dedicò a Giulia, figlia dell’imperatore Augusto. L’unico elemento che lascia perplessi è la distanza dall’acqua, anche se variazioni del livello del lago nei secoli potrebbero spiegarla.

La seconda ipotesi è el-Araj, un sito più vicino alla riva. Gli scavi iniziati nel 2016 hanno portato alla luce una città risalente al periodo romano e bizantino e soprattutto i resti di una basilica che potrebbe essere stata costruita in onore degli apostoli. Per questo motivo molti studiosi moderni considerano el-Araj un candidato ancora più convincente.

Betsaida: un luogo ricco di significato

Nella tradizione evangelica, Betsaida è un luogo ricco di significato. Qui Gesù guarì un cieco conducendolo fuori dal villaggio, in un contesto che suggerisce un percorso graduale sia fisico sia spirituale. Nelle vicinanze, secondo il Vangelo di Luca, si svolse anche la moltiplicazione dei pani e dei pesci, uno degli episodi più conosciuti della predicazione di Gesù. Inoltre, da Betsaida provenivano tre apostoli, il che rende la città un simbolo di chiamata, missione e discepolato. Non manca però l’aspetto più severo: Gesù rivolge a Betsaida un rimprovero per non aver riconosciuto i segni compiuti, trasformandola in un monito sulla responsabilità personale davanti al bene ricevuto.

Betsaida oggi

Oggi chi visita i due possibili siti trova scenari diversi ma ugualmente interessanti. A et-Tell si possono osservare resti di mura, case e strade di un’antica città fortificata, collocata su un rilievo che domina l’area dove un tempo si estendeva il lago. A el-Araj, invece, emergono i resti di un insediamento ben organizzato del periodo romano e soprattutto quelli di una basilica bizantina legata alla memoria apostolica. Entrambe le località sono parte di un articolato percorso archeologico che permette di avvicinarsi alla storia della Galilea del tempo di Gesù.

Betsaida continua a essere un luogo in cui storia, fede e scienza si incontrano. È una memoria viva delle origini del cristianesimo, un laboratorio di ricerca dove ogni campagna di scavi può cambiare ciò che sappiamo, e un simbolo spirituale che richiama alla fede, alla guarigione e alla responsabilità.
In questo crocevia tra passato evangelico e presente archeologico, Betsaida rimane una delle località più suggestive dell’intera Terra Santa.

Per approfondimenti, vai alla rubrica Luoghi dello spirito della rivista Raggi di Luce.

Recapiti
Andrea Padovan