Cos’è una Frontier Firm e come i team ibridi uomo-AI migliorano il gioco di squadra
Si chiamano frontier firm ma la frontiera non è un punto geografico: è un mindset. L’intelligenza artificiale entra nei flussi di lavoro, accelera, suggerisce, supporta come un playmaker invisibile. A fare davvero la differenza sono le persone, che trasformano gli “assist” dell’AI in decisioni che portano risultati di valore.
Il 3 dicembre, alla Microsoft House di Milano, Alterna ha portato in scena una riflessione concreta e ispirazionale su come l’intelligenza artificiale stia cambiando il modo di lavorare, collaborare e prendere decisioni. L’evento “Il playmaker invisibile: viaggio nell’AI che tutto trasforma” ha usato il linguaggio del basket per raccontare una trasformazione che non è solo tecnologica, ma soprattutto culturale e organizzativa.
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Al centro del confronto, il concetto di frontier firm: aziende capaci di creare una vera sinergia tra persone e AI. In queste organizzazioni l’intelligenza artificiale entra nei flussi di lavoro come un compagno di squadra sempre attivo, capace di alleggerire i carichi operativi, accelerare l’accesso alle informazioni e supportare decisioni complesse. Ma il punto chiave è chiaro: l’AI fa assist, a segnare sono le persone.
Attraverso la metafora della partita – dallo spogliatoio ai quarti di gioco – è emerso quanto fiducia, chiarezza dei ruoli, qualità dei dati e governance siano le vere basi del gioco di squadra. Senza queste precondizioni, l’adozione dell’AI rischia di restare superficiale, guidata dall’entusiasmo più che dalla strategia.
Le testimonianze di CTA Group e Leone 1947 hanno mostrato cosa significa tradurre questa visione nella realtà: percorsi diversi, segnati anche da errori e ripartenze, ma accomunati dalla volontà di costruire organizzazioni più solide, governabili e pronte a scalare, senza perdere identità. In entrambi i casi, l’AI diventa efficace solo quando si innesta su processi chiari, dati affidabili e persone coinvolte.
Il messaggio finale è potente nella sua semplicità: una frontier firm non si misura solo dai KPI o dal ROI. Vince quando le decisioni diventano più fluide, le persone lavorano con meno attrito e l’innovazione smette di essere un progetto ad hoc per diventare parte naturale del lavoro quotidiano. Perché la vera trasformazione non è far lavorare di più, ma lavorare meglio, insieme.
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