Nel cuore della trasformazione digitale che sta attraversando i mercati finanziari, gli asset digitali si impongono come una delle innovazioni più dirompenti e controverse. Nati come strumenti di disintermediazione e libertà economica, oggi rappresentano una vera e propria asset class emergente, capace di attrarre capitali istituzionali, attenzione normativa e interesse da parte di gestori evoluti.
Ma se da un lato il potenziale di rendimento è elevato, dall’altro la volatilità strutturale di questi strumenti impone una riflessione profonda: come integrarli in modo strategico all’interno di un portafoglio?
Quali approcci consentono di trasformare l’instabilità in opportunità?
E soprattutto, quali soluzioni regolamentate permettono di farlo con disciplina e trasparenza?
La maturazione dell’ecosistema degli asset digitali
Fino a pochi anni fa, parlare di "criptovalute" in ambito istituzionale era considerato un azzardo. Oggi, l’evoluzione dell’infrastruttura, l’ingresso di attori regolamentati e la nascita di prodotti conformi con le normative europee hanno cambiato radicalmente il quadro.
Exchange con standard bancari, custodia assicurata, ETP quotati su mercati regolamentati e fondi UCITS tematici hanno reso gli asset digitali accessibili anche ad investitori professionali.
Secondo gli ultimi dati, oltre il 70% degli investitori istituzionali globali considera ormai le criptovalute e gli strumenti correlati come parte integrante della propria strategia di lungo periodo.
Questa legittimazione ha aperto la strada a un nuovo paradigma: non più solo speculazione, ma integrazione nei portafogli di investimento con una logica di lungo periodo.
Volatilità: da minaccia a leva strategica
La volatilità è il tratto distintivo degli asset digitali. Bitcoin ha registrato ritracciamenti superiori al 70% in più cicli, per poi recuperare e superare i massimi precedenti. Ethereum ha moltiplicato il proprio valore di 100 volte in meno di cinque anni dal lancio, ma con oscillazioni settimanali a doppia cifra.
Questa instabilità non è un’anomalia, ma una conseguenza strutturale di un mercato giovane, decentralizzato e guidato da dinamiche speculative. L’assenza di fondamentali tradizionali, la frammentazione degli exchange, la leva finanziaria e la sensibilità alle notizie rendono il mercato altamente reattivo.
Per l’investitore tradizionale, questa volatilità è destabilizzante. Per il gestore quantitativo, è una fonte di segnali. La chiave è la gestione attiva e algoritmica.
L’approccio quantitativo: disciplina e adattabilità
La gestione algoritmica si basa su modelli matematici che analizzano i dati di mercato per prendere decisioni oggettive. I principali approcci includono:
momentum, che privilegia gli asset con performance relative superiori;
.trend-following, che segue la direzione del mercato evitando le pesanti perdite di periodo
risk parity, che bilancia l’esposizione in base ad un budget di rischio predefinito
market neutral, che consente di catturare un rendimento neutralizzando la volatilità del mercato.
Questi modelli permettono di entrare nei momenti di forza e uscire nei drawdown, riducendo l’impatto emotivo e migliorando la tenuta del portafoglio. In un ecosistema dove la velocità è tutto, la disciplina algoritmica può fare la differenza tra sopravvivere e prosperare
Il caso Digital Asset Momentum
In questo contesto, Diaman Partners ha lanciato nel 2023 Digital Asset Momentum, il primo fondo UCITS europeo focalizzato su strumenti finanziari cripto-correlati. Il fondo investe in ETP e azioni di società attive nel settore blockchain, applicando modelli quantitativi per selezionare e ribilanciare il portafoglio.
La strategia si fonda su tre pilastri:
Selezione degli strumenti sulla base di screening qualitativo.
Esposizione variabile sulla base di parametri quantitativi: crescente nei trend positivi e calante nei momenti di stress.
Intervento umano in caso di cigni neri e per fine tuning del modello
integrazione tra competenza umana e capacità algoritmica, fondando la propria strategia sul principio di intelligenza aumentata
Il tutto all’interno di una struttura regolamentata, con liquidabilità giornaliera, trasparenza operativa e soglia d’ingresso accessibile anche agli investitori al dettaglio.
Asset allocation evoluta: il ruolo degli asset digitali
Diversi studi accademici e analisi empiriche mostrano che l’inclusione di una quota selettiva di asset digitali in un portafoglio diversificato può migliorare il profilo rischio/rendimento, grazie alla loro bassa correlazione con azioni, obbligazioni e materie prime.
In un contesto di tassi reali incerti, inflazione persistente e mercati azionari maturi, gli asset digitali offrono:
diversificazione non correlata;
potenziale di rendimento asimmetrico;
esposizione ad un megatrend tecnologico con grande potenziale;
protezione da uno scenario di debasement monetario ed inflazione prolungata.
Ma l’effetto positivo dipende dalla gestione del rischio e dalla selezione degli strumenti. E in questo, l’intermediazione di gestori esperti e prodotti regolamentati è cruciale.
Gli asset digitali non sono una moda passeggera, ma una componente strategica dell’architettura finanziaria moderna. Per gli investitori professionali, la sfida non è più “se” entrarci, ma “come” farlo in modo intelligente, regolamentato e dinamico.
Digital Asset Momentum rappresenta una risposta concreta a questa esigenza: un ponte tra innovazione e prudenza, tra la dinamicità del mondo cripto e la disciplina della gestione attiva. In un’epoca in cui l’informazione corre veloce e i me