Scopriamo insieme alcuni affascinanti esemplari che popolano i nostri mari estivi. Attraverso un viaggio subacqueo esploreremo le caratteristiche uniche di questi organismi invertebrati, con un occhio di riguardo per capire come trattare queste delicate creature, rispettando il loro habitat naturale e garantendo la loro sopravvivenza.
Non parliamo di pesci, ma di crostacei, corpi gelatinosi, piccoli organismi invertebrati con aculei e animali a 5 (o più) estremità
Inizia un altro affascinante viaggio alla scoperta delle specie che popolano i nostri mari in estate, ma non solo. Parleremo delle stelle marine, dei ricci di mare, delle meduse e dei granchi.
Questi animali sono parte della fauna acquatica di tutto il mondo e aiutano a mantenere l’ecosistema presente nei mari e negli oceani, con caratteristiche che li rendono davvero affascinanti ai nostri occhi.
La stella marina: il predatore che non ti aspetti
Le stelle marine sono animali incantevoli appartenenti alla famiglia degli echinodermi, un gruppo di organismi esclusivamente marini con struttura pentareggiata. Il corpo si divide in cinque parti simili fra loro disposte in maniera concentrica attorno ad un corpo centrale. Ma attenzione, le stelle marine possono avere un minimo di cinque arti fino ad un massimo di cinquanta!
Questi esemplari sono privi di cervello e sangue, ma hanno un sistema nervoso collegato ad ogni arto che permette loro di camminare sui fondali marini, principalmente alla ricerca di cibo. Al contrario di quanto si potrebbe pensare infatti, le stelle marine sono carnivore e possono cibarsi di pesci più o meno grandi.
Questo ha fatto sì che in passato i pescatori di ricci sviluppassero una forte avversione nei confronti delle stelle marine, arrivando persino a pescarle e a danneggiarle prima di ributtarle in acqua.
Forse, però, non sapevano di una particolarità di questi animali: possono rigenerare il loro corpo per intero partendo anche da un singolo arto!
E se trovo una stella marina sulla spiaggia?
In quel caso rimettetela subito in mare utilizzando un retino da pesca, ma non toccatela con le mani! Le stelle marine sono molto delicate e hanno una speciale membrana che le ricopre e permette loro di respirare, la cui composizione potrebbe venire alterata dal contatto con la nostra pelle.
Inoltre, se la stella marina rimane troppo tempo al di fuori dell’acqua è possibile che i canali presenti sulla superficie si riempiano di bolle d’aria, provocandone la morte.
Il riccio di mare: piccola scultura marina
Andando al mare vi sarete probabilmente imbattuti nei ricci di mare attaccati agli scogli.
I ricci di mare sono animali che popolano tutti i tipi di mare, dalle zone di bassa marea fino ai fondali marini, caratterizzati da una corazza chiamata dermascheletro ricoperta di aculei dalle tonalità più diverse: marrone, rosso, verde, viola.
La grandezza dei ricci varia a seconda della specie: un riccio di mare può avere un diametro che parte da pochi millimetri fino a 10 centimetri, mentre il più grande può raggiungere anche i 60 cm!
Ma i ricci di mare si muovono? Ebbene, sì. Possono spostarsi sui fondali marini grazie a piccole protuberanze tubolari che si allungano e si accorciano permettendo l’avanzamento.
Generalmente i ricci di mare sono onnivori e si nutrono di detriti presenti nella sabbia o raschiando i residui dalle alghe, ma esistono alcune specie erbivore o carnivore che si cibano di piccoli pesci. La bocca dei ricci di mare ha solo 5 denti che oltre a masticare servono anche per scavare piccole buche sugli scogli in cui nascondersi.
Attenzione agli aghi dei ricci di mare! Se si calpesta un riccio di mare gli aghi possono rompersi all’interno della ferita provocando un piccolo fastidio.
In passato i ricci di mare sono stati oggetto di curiosità e leggende. Considerati troppo belli per essere naturali, si pensava potessero avere dei poteri magici. Ad esempio, era credenza popolare considerare i ricci di mare un portafortuna capace di aiutare a vincere durante i litigi, mentre in alcune culture africane i ricci di mare venivano associati alla fertilità.
La medusa: per sempre giovane
Chiamate anche “vespe di mare”, le meduse sono una specie di animali invertebrati e gelatinosi chiamati cnidari o celenterati.
La loro vita si divide in due fasi: lo stadio-polipo, nella fase iniziale, e la medusa vera e propria, nell’età adulta. I polipi sono fissati al fondale marino e presentano una corona di piccole protuberanze che fluttuano verso l’alto. La medusa è invece libera di muoversi nell’acqua grazie ai suoi tentacoli.
Esistono diverse specie di meduse che variano per dimensione e colore: alcune possono arrivare anche a 2,5 metri di diametro, come la Cyanea capillata, o la medusa “criniera di leone” che popola i freddi mari del Nord, il cui diametro raggiunge circa i 2 metri e i tentacoli sono lunghi oltre 10 metri.
Le meduse sono affascintanti abitanti del mondo marino: esistono delle specie che sono state avvistate solo un centinaio di volte, come la Stygiomedusa Gigantea, un esemplare gigante e molto raro che vive in profondità comprese tra i 900 e i 1800 metri.
Cetacei, pesci palla e tartarughe marine sono predatori naturali delle meduse, mentre altri piccoli pesci presenti nei nostri mari sono immuni al veleno dei tentacoli e si nascondono lì per proteggersi dai pericoli.
Curiosità strabiliante che forse non saprai: esiste una specie di medusa “immortale” capace di tornare al proprio stadio iniziale di polipo, potenzialmente infinite volte.
Il granchio: piccolo camminatore seriale
Facciamo un po’ di chiarezza: sebbene sia comunemente utilizzato, il nome “granchio” non indica una specie precisa. Stiamo parlando del gruppo di crostacei più diversificato al mondo con le sue 98 famiglie e 7000 specie diverse.
Marini, terresti o d’acqua dolce, infatti, i granchi sono crostacei dotati di antenne, con quattro zampe per lato, due chele che usano per afferrare e cibarsi e branchi per respirare. Osservando un granchio avrete probabilmente notato della peluria in alcune zone del corpo. Questi peli sono come delle piccole setole particolarmente utili per rilevare movimenti e sostanze nocive. Quando l’assetto di cui ti ha dotato la natura non basta, la soluzione è coprire l’esoscheletro con spugne, alghe e altri materiali trovati nell’ambiente così da mimetizzarsi e proteggersi dai predatori.
Una specie molto curiosa è sicuramente il granchio del cocco, che una volta diventato adulto non calpesta più l’acqua. Il granchio più grande del mondo è il cosiddetto “ragno giapponese”, che ha un’apertura di chele fino a 4 metri e può pesare fino a 19 kg.
Ricordate la vicenda del granchio blu? Ne avevamo parlato in un articolo che trovate qui, dato che sembra sia in corso una vera e propria invasione, capace di rendere estremamente difficile la vita ai pescatori. Arrivata dall’Atlantico, portata dalle navi cargo, questa specie estranea ai nostri mari può arrivare a misurare fino a 15 cm di lunghezza e 25 di larghezza, è molto resistente e predatrice di cozze, molluschi e piccoli pesci.
Ricordiamoci sempre che gli animali marini, anche se a volte potrebbero confondervi, non sono dei giocattoli, ma esseri viventi da rispettare, specialmente quando siamo noi ad invadere il loro habitat naturale. Insegniamo ai bambini a rispettare tutti gli animali e non a pescare i granchi con paletta e secchiello o a punzecchiare le meduse spiaggiate. Aiutiamo invece granchi, meduse, stelle marine e ricci a ritornare in mare per non interferire con il loro ciclo vitale e per salvaguardare queste specie. Anche se paghiamo per avere un ombrellone in prima fila, la spiaggia e il mare non sono casa nostra.
In apertura: Una stella marina adagiata su un fondale roccioso.
Tutte le foto: IPA
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