D. Ci spiega cosa è la CESI ?
R. Fondata nel 1990, la Cesi, di cui la Cisal è socio fondatore, è un’associazione che raggruppa sindacati
liberi ed indipendenti europei, si riconosce nel principio della democrazia ed è indipendente da
orientamenti ideologici. È aperta ai sindacati cristiani, liberali e socialdemocratici, purché autonomi da
partiti politici. La Cesi si riconosce nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e nella
Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Oggi
rappresenta più di 7 milioni di lavoratori e lavoratrici in Europa e ha un dialogo aperto con tutte le
istituzioni europee.
D. Quali sono le attività promosse dall’Accademia della Cesi e dalla sezione giovani della Cesi?
L’Accademia della Cesi progetta, pianifica e realizza diversi progetti di formazione permanente dei
lavoratori affiliati alle sue organizzazioni sindacali finanziati dalla commissione e del parlamento europeo.
Tra i temi sviluppati in questi ultimi anni: il precariato, la transizione digitale e verde, la parità di genere,
l’erasmus, la sicurezza, il pilastro europeo dei diritti sociali, la democrazia. La sezione Youth della Cesi
dialogo con l’Europa su argomenti che interessano gli under 35, orientando le scelte politiche per un patto generazionale che promuova il diritto al lavoro e la sua dignità, rimuovendo la disoccupazione giovanile. Grazie alla dinamica e puntuale attività svolta da Anief e Cisal, oggi siamo chiamati a nuove responsabilità per ampliare il loro raggio di intervento.
D. Perché è importante dialogare con l’Europa grazie anche alla CESI?
La CESI si articola in un presidium e un board a livello di governance e in delle commissioni di esperti che
affrontano, sviluppano, promuovono i temi del lavoro relativi all’occupazione, agli affari sociali, alla donna e all’eguaglianza di genere, all’amministrazione pubblica centrale, locale e regionale, alla sicurezza e alla
difesa, alla giustizia e alla sanità, alle finanze, poste e telecomunicazioni, all’istruzione. Attraverso dei
seminari nazionali ed internazionali aperti al mondo politico e agli esperti delle direzioni generali della
Commissione europee e delle Commissioni del Parlamento europeo, confronti e incontri, dossier di studio, la CESI partecipa al dibattito per la continua opera di revisione delle direttive già comunitarie, oggi euro unitarie, per la promozione del lavoro. La Cisal insieme ad Anief sono parte attiva del funzionamento della CESI.
D. Segretario, prima parla di formazione, poi di giovani, quindi di dialogo sociale e ora di ricorsi e denunce, forse è questo il segreto del vostro successo?
R. Il sindacato non deve mai sottrarsi al confronto con l’interlocutore, sia esso il datore di lavoro, sia esso il legislatore. Ma questo confronto per essere corretto deve essere sempre accompagnato dallo studio e
mirato al miglioramento della vita dei lavoratori e del lavoro stesso inteso come servizio alla comunità.
Questo vuol dire spesso non alzare troppo i toni della propaganda per lavorare nel silenzio delle azioni
concrete, a volte nella protesta della piazza e certamente nella giustizia invocata nei tribunali dove i giudici sono i veri interpreti delle norme in un sistema euro-unitario che è ancora poco conosciuto e riconosciuto nella sua importanza. Basti pensare che alle ultime elezioni politiche soltanto un italiano su due è andato a votare, segno che c’è molto ancora da fare per educare le nuove generazioni e i lavoratori dell’importanza di questo nuovo livello di governance. L’Europa non chiede il solo rispetto delle regole di bilancio o delle spese militari, rappresenta un faro di democrazia che dobbiamo sempre più promuovere con l’impegno personale, lo studio e l’attività sindacale. Questo lo facciamo ogni giorno con Anief e Cisal, a Roma e a Bruxelles.