Una tecnica di medicina rigenerativa applicata ai cani mostra benefici concreti contro tumori cerebrali e artrosi, offrendo spunti di ricerca anche per la salute umana
Le cellule staminali sono da tempo al centro della ricerca biomedica, ma è nella medicina veterinaria che oggi si osservano alcuni dei risultati più tangibili. All’ospedale veterinario San Michele del Gruppo Ca’ Zampa, nel Lodigiano, è stata sviluppata una tecnica innovativa che impiega cellule staminali per trattare tumori cerebrali e artrosi nei cani, con effetti che migliorano sensibilmente la loro qualità di vita. Un approccio che, oltre a offrire nuove soluzioni per gli animali, apre prospettive interessanti anche per la medicina umana grazie al paradigma della medicina comparata.
COS’È LA MEDICINA COMPARATA
La medicina comparata è un campo interdisciplinare che studia le analogie tra le malattie umane e animali, con l’obiettivo di sviluppare terapie traslazionali. In questo contesto, il cane rappresenta un modello prezioso: condivide con l’uomo molte patologie spontanee, come i tumori cerebrali e le malattie articolari, e risponde a trattamenti simili. Le osservazioni cliniche in ambito veterinario possono quindi contribuire a orientare la ricerca biomedica, senza sostituirsi alla sperimentazione clinica sull’uomo.
TUMORI CEREBRALI: UNA NUOVA STRATEGIA TERAPEUTICA
Nel caso dei tumori cerebrali, la tecnica sviluppata a Tavazzano con Villavesco (Lodi) sfrutta la capacità delle cellule staminali mesenchimali di riconoscere il tumore come una lesione e penetrarvi senza incontrare resistenza. “Inserendo all'interno delle cellule un farmaco chemioterapico, è stato possibile colpire direttamente la massa tumorale con un effetto mirato e potente”, afferma il dottor Offer Zeira, direttore sanitario dell’Ospedale Veterinario San Michele, ad Adnkronos Salute. “I risultati sono promettenti: nei cani trattati si è osservata una significativa riduzione del volume del tumore cerebrale, un traguardo che potrebbe rappresentare una svolta anche per la cura dei tumori cerebrali nell'uomo”.
Il trattamento è stato presentato al Congresso mondiale di neurochirurgia di Los Angeles, dove ha suscitato interesse per le sue potenziali implicazioni nella ricerca traslazionale. “In futuro questa tecnica potrebbe essere testata anche sull'uomo”, ha aggiunto Zeira. “Si tratta di un perfetto esempio di medicina comparata, dove il cane diventa modello per l'uomo, aprendo nuove strade terapeutiche in oncologia”.
ARTROSI: RIGENERARE LE ARTICOLAZIONI CON IL TESSUTO ADIPOSO
Un’altra applicazione dell’approccio terapeutico con cellule staminali riguarda l’artrosi, una patologia degenerativa che colpisce circa un cane su cinque. Il trattamento prevede il prelievo di tessuto adiposo tramite mini-liposuzione, la sua microframmentazione e l’iniezione diretta nell’articolazione malata. Il composto ottenuto è ricco di cellule staminali e fattori rigenerativi, con effetti antinfiammatori e riparativi.
“Nel caso di patologie intra-articolari come l'artrosi, che causano dolori cronici e riducono drasticamente la mobilità e la vitalità degli animali, questa tecnica rappresenta una vera rivoluzione”, chiarisce Zeira ad Adnkronos. “I benefici dell'iniezione di tessuto adiposo microframmentato contenente staminali possono durare anche 2 anni, con possibilità di ripetere il trattamento nel tempo”.
La procedura è minimamente invasiva, ben tollerata dagli animali e già applicata con successo anche in campo umano, in particolare nell’ortopedia rigenerativa.
UN MODELLO VIRTUOSO DI INNOVAZIONE
L’approccio adottato dal centro veterinario San Michele rappresenta un esempio concreto di come la medicina veterinaria possa contribuire all’innovazione terapeutica, non solo per gli animali ma anche come modello di studio per l’uomo. In un momento in cui la medicina umana fatica a tradurre le promesse delle staminali in terapie clinicamente efficaci, il mondo veterinario dimostra che, almeno per ora, il cambiamento è possibile, e in alcuni casi già in atto.
Con queste innovazioni, la medicina rigenerativa esce dai laboratori per entrare nella pratica clinica quotidiana, migliorando concretamente la vita degli animali da compagnia e offrendo spunti preziosi per la ricerca traslazionale.