Spi Cgil: «Nella nostra regione un anziano su tre aiuta economicamente figli e nipoti costretti alla precarietà. Cinque sì per la cittadinanza e un lavoro più tutelato, dignitoso, stabile e sicuro»
Venezia, 5 giugno 2025. Centinaia di volontari coinvolti, migliaia di banchetti distribuiti in ogni parte della regione, volantinaggi ai mercati, distribuzione capillare di dépliant informativi in case e condomini. Da molti mesi i pensionati dello Spi Cgil del Veneto sono impegnati in una campagna senza tregua per spiegare e promuovere i quesiti referendari che domenica e lunedì richiameranno alle urne gli italiani per un voto che vuole mettere al centro la dignità e la sicurezza del lavoro.
Con questa incessante attività il sindacato dei pensionati, assieme a tutta la Cgil, ha voluto accendere i riflettori su un appuntamento elettorale che governo e maggioranza hanno cercato in parte di oscurare rendendo però ancora più risoluta l’iniziativa degli “anziani” per una mobilitazione di massa che possa portare al raggiungimento del quorum.
In Veneto i pensionati con più di 65 anni sono circa 1 milione e 100 mila con una pensione media lorda di circa 1.600 euro. Secondo una indagine dello Spi Cgil regionale, circa un terzo aiuta a livello economico figli e nipoti, alle prese con un mondo del lavoro che si è sempre più precarizzato e che ha conosciuto la cancellazione di diritti acquisti proprio grazie alle storiche battaglie di molti ex lavoratori ora in pensione.
Le difficoltà economiche delle famiglie derivanti molto spesso proprio da un mondo del lavoro “povero” e insicuro, rendono drammatica anche la gestione degli oltre 300 mila anziani veneti non autosufficienti, che richiede spese spesso insostenibili sia per pagare le rette delle case di riposo sia per corrispondere lo stipendio alle numerose assistenti familiari impegnate nella cura delle persone che non sono più in grado da badare autonomamente a loro stesse.
«Tutti questi aspetti sono di fatto un incentivo fondamentale per spingere anziani, figli e nipoti ad andare alle urne domenica o lunedì per votare sì ai quesiti referendari sul lavoro promossi dalla Cgil – commentano dalla segreteria dello Spi Cgil del Veneto -. Dignità del lavoro e sicurezza per i lavoratori, lotta alla precarietà, indennizzi equi in caso di ingiusto licenziamento sono tutti elementi che riteniamo indispensabili per riconquistare almeno in parte quei diritti conquistati grazie agli attuali pensionati che con le loro battaglie, negli anni 70, sono riusciti a garantire ad alcune generazioni una stabilità economica che a partire dalla fine degli anni 90 è stata minata alle fondamenta da leggi che hanno reso il lavoro sempre più povero e precario. Invitiamo dunque a una “mobilitazione” di massa affinché dalla prossima settimana chi ci governa capisca che gli italiani vogliono un lavoro più tutelato, dignitoso, stabile e sicuro».