Laura Sebastiani, Welfare & Safety Manager
Mi chiamo Laura e lavoro in azienda da oltre 30 anni, durante i quali ho avuto l’opportunità di conoscere tutti i processi ricoprendo diversi ruoli. Attualmente mi occupo di Welfare Management, gestendo l’assistenza sanitaria, i flexible benefits e la previdenza complementare. Inoltre, sono Delegata dal Datore di Lavoro per la Salute e Sicurezza sul Lavoro. Il mio obiettivo è offrire un servizio attento e mirato a supportare il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori.
Se dovessi identificare un contributo chiave che hai dato per plasmare il Benessere nella tua organizzazione, quale sceglieresti e perché?
Personalmente ritengo che il contributo principale lo abbia dato nel 2016, introducendo lo smartworking in azienda, cosa non comune all’epoca. All’inizio c’erano delle difficoltà; in particolare un software gestionale usato da molti non funzionava da remoto e qualcuno sosteneva che, se non fosse stato per tutti, non avrebbe avuto senso introdurlo.
Con il supporto della Direzione HR però ho agito a piccoli passi: prima un pilota con chi non usava quel software, poi, dimostrando gli ottimi risultati, abbiamo coinvolto sempre più persone. Quando è arrivata la pandemia, eravamo già pronti per il lavoro da remoto.
Oggi la flessibilità è indispensabile: migliora il benessere, rende l’ambiente più inclusivo e adatto a esigenze diverse. Questo cambiamento ha aumentato la soddisfazione generale e avviato la riorganizzazione degli spazi fisici in azienda.
Quali sfide o ostacoli ritieni possano influenzare l’integrazione del Benessere in azienda e come pensi di affrontarli?
A mio avviso le sfide principali per integrare il benessere in azienda sono di natura culturale e organizzativa. Spesso è considerato un lusso rispetto agli obiettivi produttivi, e la mancanza di risorse o tempo ostacola l’efficacia dei programmi.
Per affrontarle è fondamentale il supporto del top management: una leadership che si impegna pubblicamente trasmette un segnale forte a tutta l’organizzazione.
Il benessere deve essere integrato nella cultura aziendale con politiche e comportamenti quotidiani, non ridotto a iniziative sporadiche. Credo che sensibilizzazione e ascolto attivo possano creare un ambiente dove il benessere è visto come un fattore chiave del successo aziendale. Inoltre, per misurare l’efficacia, è utile stabilire obiettivi e indicatori, come tassi di soddisfazione e utilizzo, per monitorare e migliorare le iniziative nel tempo.
Quale stakeholder o risorsa ritieni fondamentale per sostenere e promuovere il Benessere nel contesto aziendale?
Ritengo che l’elemento chiave per promuovere il benessere in azienda sia la leadership. Il Top Management ha il potere di ispirare la cultura aziendale; una leadership attiva, che dimostri cura e rispetto anche con gesti quotidiani, crea un ambiente più sano e produttivo e dà la possibilità di implementare iniziative efficaci e sostenibili. Non solo, i Manager attenti all’equilibrio tra vita privata e lavoro possono ridurre il burnout e migliorare il morale.
Penso, inoltre, che sia essenziale adottare un approccio integrato che coinvolga diverse funzioni, come HR e Comunicazione, in tutte le fasi: progettazione, implementazione e monitoraggio. Raccogliere feedback continuo, saper ascoltare le persone, aiuta a adattare le iniziative alle necessità emergenti.
Infine, è bene che un programma di benessere consideri sia la sfera lavorativa sia quella personale, offrendo ad esempio supporto psicologico o per la genitorialità, per un impatto positivo complessivo.