La trave nel piatto: cara Politica, chiediamo un 2025 più buono, pulito e giusto
Cara Politica, Caro Governo,
per il nuovo anno vi chiediamo di fare politica e governare con lungimiranza, superando il tornaconto elettorale di breve periodo.
La trave che abbiamo nel piatto è la logica riduzionista che traduce ogni tema umano in business: la transizione energetica, la crisi climatica, la guerra, la fame, l’insostenibilità delle attività antropiche.
«La crescita della spesa in armamenti (…) ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari. Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l’umanità. Una sconfortante sproporzione». Così il Presidente Mattarella nel discorso di fine anno.
Cara Politica, caro Governo, qualcosa ancora qui non va. Allora iniziamo con la Farm to fork: una riforma coraggiosa e consapevole che, dopo esser stata svuotata di provvedimenti vitali – complice la strumentale contrapposizione tra ambiente e agricoltura – ha bisogno di rilancio e potenziamento a tutela della biodiversità e della fertilità del suolo. E a proposito di suolo l’ultimo report di Ispra consegna dati allarmanti: oltre a continuare a perdere terre coltivabili, il consumo di suolo incrementa il rischio idrogeologico e porta verso la desertificazione. Cara Politica, caro Governo: serve un censimento urgente degli spazi inutilizzati e un deciso stop al consumo ulteriore di suolo, considerando che i costi legati alla connessa perdita dei servizi ecosistemici sono nettamente superiori a qualsiasi onere di urbanizzazione e ricadono sulla collettività.
E poi Il biologico: non chiediamo che “sia tre volte Natale”, ma che chi fa agricoltura convenzionale rispetti le cautele necessarie per non contaminare chi fa biologico e non viceversa! E chiediamo che chi usa la chimica di sintesi lo dichiari in etichetta: così i cittadini potranno scegliere. Non deve essere il biologico a sobbarcarsi tutti gli oneri: chi fa un’agricoltura rispettosa dell’ambiente opera nel giusto, non viceversa. Un’agricoltura buona pulita e giusta è anche un’opportunità concreta per i territori interni e la montagna, superando la concentrazione nelle grandi e fragili aree urbane. Un’opportunità per distribuire invece di centralizzare, per curare le terre alte preservando la pianura, tutelare risorse preziose come aria e acqua, ricreare socialità dove è andata perduta, anche grazie ad un’attenta integrazione dei popoli migranti.
Cara Politica, caro Governo, servono decisioni coraggiose per supportare la trasformazione in corso, affinché sia buono “l’anno che verrà”.
Barbara Nappini, presidente Slow Food Italia
da Il Fatto Quotidiano di lunedì 31 dicembre 2024
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