L’accordo per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas è per Soleterre un passo ancora molto fragile ma rappresenta un momento fondamentale per la guerra in corso da oltre un anno in Medioriente.
“Augurandoci che la tregua sia reale, chiediamo che i pazienti pediatrici oncologici rimasti a Gaza siano immediatamente trasferiti al Beit Jala Hospital in Cisgiordania, a circa 10 km a sud di Gerusalemme, il solo ospedale pubblico rimasto in Palestina per la cura del cancro infantile e delle patologie pediatriche croniche e dove già operiamo con Soleterre“, dichiara Damiano Rizzi, Presidente Soleterre.
Grazie al sostegno di Every Child Is My Child Ets e con la collaborazione di Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo) e Pcrf (Palestine Children’s Relief Fund), Soleterre assiste all’interno del Beit Jala Hospital in un anno circa 120 bambini malati di cancro con le loro famiglie garantendo supporto psicologico per la cura del trauma infantile, medicinali essenziali e salva-vita per le cure dei bambini, proponendo attività educative e di animazione in ospedale.
In questi mesi Soleterre ha intrapreso percorsi di cura a distanza di pazienti di Gaza, lavorando con i medici nella Striscia e a livello strutturale in Cisgiordania per rendere possibile la loro accoglienza ostacolata solo da ragioni politiche.
“Il trasferimento da Gaza verso l’ospedale è tuttavia reso complicato dalla situazione di occupazione in corso e dalle conseguenti restrizioni alla mobilità – denuncia il presidente–. Le strutture in Cisgiordania esistono, funzionano e sarebbero in grado, per qualità delle cure, di trattare i pazienti oncologici pediatrici. È fondamentale creare le condizioni affinché i piccoli pazienti oncologici possano raggiungere il Beit Jala Hospital e ricevere le cure cui hanno diritto. Crediamo sia la soluzione migliore, anche rispetto al trasferimento internazionale in Italia o altri paesi, poiché dal punto di vista psicologico e sociale è preferibile che i bambini e le famiglie restino in un ambiente più prossimo, senza esserne improvvisamente sradicati. Il primario del Beit Jala con cui collaboriamo quotidianamente ha già in cura alcuni pazienti di Gaza grazie al costante contatto con i medici rimasti a Gaza che lo coinvolgono per consulti medici. Ci auguriamo che quanto prima tutte le realtà coinvolte negli aiuti umanitari e nel sostegno all’infanzia si mobilitino per facilitare questo processo. Soleterre è pronta ad accoglierli mettendo a disposizione l’esperienza acquisita anche in Ucraina attraverso numerose evacuazioni mediche nella prima fase della guerra“, conclude Rizzi.
Compatibilità
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Emanuela