Acciaierie d’Italia, D’Alò-Prisciano: incontro al Ministero del Lavoro e Proroga della CIGS

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COMUNICATO STAMPA

Dichiarazione del Segretario Nazionale FIM CISL Valerio D’Alò e del

Segretario generale FIM CISL Taranto Brindisi Biagio Prisciano

Acciaierie d’Italia: Incontro al Ministero del Lavoro e Proroga della CIGS


Oggi si è svolto un incontro significativo presso il Ministero del Lavoro a Roma, che ha visto la partecipazione di Acciaierie d’Italia e delle principali organizzazioni sindacali, FIM, FIOM e UILM. Il tema centrale dell’incontro è stata la richiesta di proroga della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS), il cui termine scadeva oggi. Oggetto della convocazione la proroga di 12 mesi, a partire da marzo, in conformità con l’accordo siglato il 26 luglio 2024.

L’obiettivo è garantire la sicurezza dei lavoratori e la stabilità dell’azienda, soprattutto in un periodo di transizione e vendita. La FIM ha ribadito l’importanza di confermare quanto già previsto dell’accordo precedente, ma in particolare la validità dell’accordo del 6 settembre 2018, e di tutelare i lavoratori di Ilva in A.S. È stata sottolineata la necessità di applicare integralmente le rotazioni, evitando la sospensione a zero ore, e di garantire un’integrazione salariale non inferiore al 70%.

Un altro argomento rilevante discusso durante l’incontro è stato quello della formazione dei lavoratori, che deve essere potenziata per migliorare le competenze e certificare le professionalità. È essenziale ricevere aggiornamenti sul piano di ripartenza degli impianti e sulla situazione delle manutenzioni, per garantire la sicurezza nelle operazioni lavorative.

Inoltre, si è parlato della revisione del numero di lavoratori coinvolti nella procedura, attualmente fissato a 3.420, di cui 2.955 si trovano a Taranto. È stata evidenziata l’importanza di integrare nel possibile accordo le questioni relative allo smart working e al welfare. La FIM ha anche proposto di riconsiderare l’incentivo all’esodo come uno strumento volontario.

Infine, i sindacati hanno espresso la necessità di essere convocati dal Governo riguardo alla procedura di vendita e alle offerte vincolanti per l’acquisizione degli asset del gruppo. È stato chiarito che non si deve lasciare indietro alcun lavoratore, inclusi quelli di Ilva in A.S. e dell’indotto. La FIM ha manifestato la sua contrarietà a qualsiasi scorporo di parti della filiera e ha ribadito che la decarbonizzazione deve avvenire senza gravare sui lavoratori.

In un’altra area di preoccupazione, la FIM CISL ha sollevato interrogativi riguardo a possibili svuotamenti delle vasche di zinco nel reparto Laf (che avrebbe determinato la fermata totale dello stesso) una situazione che ha generato ansia tra i lavoratori. L’azienda ha risposto che si è trattato solo di uno studio di valutazione assicurando che non si procederà con tale operazione.

In questo quadro, pur apprezzando l’apertura da parte dell’azienda con l’assottigliamento a 3200 dei numeri del personale interessato dalla Cigs, confidando in una mediazione da parte degli uffici del Ministero del Lavoro per una convocazione da Palazzo Chigi sulla vertenza, ci sono due gli elementi che non ci convincono: la riduzione ulteriore dei numeri dei lavoratori interessati dalla Cigs e il riconoscimento di un welfare che possa consentire anche al personale gravato dalla Cigs di ottenere benefici.

Alla luce anche delle ultime dichiarazioni rilasciate dal direttore Adi in As Maurizio Saitta durante la riunione regionale in Liguria, riguardanti il recupero della produttività nei siti del nord, auspichiamo che si registri un utilizzo sempre minore degli ammortizzatori sociali in questi stabilimenti. Un trend positivo che possa dare effetti favorevoli del piano di ripartenza sui lavoratori

Pertanto, chiediamo un ulteriore sforzo tale da permettere di traghettare al meglio ogni processo in essere.

Roma, 28 febbraio 2025                                                                               Ufficio Stampa FIM CISL

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