Guida Extravergini Slow Food, ad Antonella Titone Premio Soracco

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L’azienda agricola di Misiliscemi (Trapani) conquista il riconoscimento intitolato a Diego Soracco, per anni curatore della Guida agli Extravergini di Slow Food Editore. Una storia, quella di Antonella Titone, di sogni da non sprecare e di un amore per il padre e i suoi olivi

Antonella Titone è una farmacista prestata – o meglio «adattata», come dice lei stessa – al mondo dell’agricoltura. Laureata in chimica e tecnologia farmaceutiche, dopo una decina d’anni spesi nell’attività di famiglia a Marsala ha scelto di dedicarsi completamente agli olivi piantati negli anni ‘80 da suo padre Nicolò, farmacista anche lui. 

Antonella Titone premiata ad Ascoli Piceno durante la presentazione nazionale della Guida agli Extravergini – ph Andrea Vagnoni

Oggi l’azienda agricola Titone è tra le più note e premiate in Italia e a livello internazionale: ai tanti riconoscimenti già conquistati, quest’anno si è aggiunto quello dedicato alla memoria di Diego Soracco, per anni curatore della Guida agli Extravergini di Slow Food Editore. Un premio dedicato a chi fa della caparbietà, della resistenza, del proprio miglioramento e dello sviluppo collettivo il tratto distintivo della propria produzione olivicola. Questa la motivazione con cui le è stato assegnato il riconoscimento:

Il premio Diego Soracco 2025 va ad Antonella Titone, che ha rinunciato alla carriera da farmacista per raccogliere l’eredità paterna e guidare l’azienda di famiglia con passione e determinazione. Antonella, con grande attenzione e cura, segue la coltivazione – da oltre quarant’anni condotta rigorosamente secondo i dettami del biologico – e gli aspetti produttivi, con un occhio sempre attento all’innovazione, alla tecnologia e all’impatto ambientale. La sua non è stata una strada semplice, ma chi lavora la terra sa che dietro ogni goccia d’olio c’è impegno, sacrificio e amore per il territorio. Nelle Valli Trapanesi, una delle zone più vocate alla produzione di olio in Sicilia, Antonella porta avanti il rispetto per la storia e la ricerca della qualità. La scelta di produrre olio extravergine di eccellenza è, di per sé, un atto di generosità verso la terra e verso chi ne apprezza i frutti.

«Questo premio mi riempie di gioia e credo avrebbe reso estremamente orgoglioso mio papà, che ci ha lasciati quattro anni fa – le parole di Antonella –. E siccome credo nella sua vicinanza, sono convinta che lo sappia».

La storia dell’azienda agricola Titone

L’anno prossimo, l’azienda agricola Titone festeggerà i novant’anni di storia. «Risale al 1936 – racconta Antonella – ma all’origine era prettamente vinicola. Mio nonno aveva comprato questo appezzamento, dove c’era qualche ulivo secolare e niente più, e aveva cominciato a piantare viti: faceva un’agricoltura tradizionale e produceva vino base per il marsala». Fu suo padre a cambiare destinazione ai 19 ettari sui quali oggi si estende l’azienda: via le viti, al loro posto gli olivi. «Fece una rivoluzione colturale e culturale, inseguendo il sogno di fare un’agricoltura pulita che, curando l’ambiente, facesse prevenzione anche per la salute dell’uomo. Scelse gli olivi, perché a quei tempi coltivare un vigneto in maniera naturale era un’impresa titanica». I risultati non tardarono ad arrivare e verso la fine degli anni ‘90, con l’azienda già conosciuta e apprezzata, Antonella decise di lasciare la farmacia e dedicarsi agli olivi: «Fu una scelta d’amore verso mio padre, per dare valore e continuità ai suoi sogni e ai suoi sacrifici. Iniziai a studiare, a seguire corsi di formazione per prepararmi da tutti i punti di vista, da quello agronomico a quello giuridico, da quello economico a quello commerciale. Sempre con papà a fianco, a cui devo tanti insegnamenti». Oggi, assicura Antonella, non potrebbe essere più felice della scelta fatta: «Il contatto con la natura, il sole, la luce mi fa stare bene. Ho 62 anni, ma continuo a investire e a fare cose belle e nuove». 

Amore e biochimica

Gli oli prodotti proposti sono due: il blend biologico Titone e la Dop Valli Trapanesi. In azienda le piante oggi sono circa cinquemila, di varietà tipiche del trapanese: Nocellara del Belice, Cerasuola, Biancolilla e qualche Uovo di Piccione. «Inframezzate tra di loro ci sono una cinquantina di piante di Coratina e di Frantoio, varietà che non sono propriamente siciliane ma che aiutano l’impollinazione» aggiunge Antonella. È uno dei segreti del successo dell’azienda: essere capaci di avere una visione d’insieme, saper sfruttare le interazioni positive nell’ecosistema agricolo. In una parola, lavorare in modo agroecologico. «Certe cose oggi più diffuse noi le abbiamo sempre fatte: penso alla raccolta monovarietale e alla raccolta anticipata, ma anche al recupero dell’acqua piovana, al riutilizzo degli scarti con la restituzione in natura di rami e foglie come trinciato o come compost, alla scarsa lavorazione del suolo e all’inerbimento con leguminose per proteggere e migliorarne la fertilità, all’utilizzo polveri di roccia vulcanica come la zeolite o il basalto, alla presenza di animali che contribuiscono anche a contrastare gli insetti». Poi, certo, c’è il lavoro in frantoio, dove macchinari sempre più all’avanguardia consentono di esprimere al meglio le caratteristiche della materia prima.

Da qualche anno, inoltre, in azienda è stata introdotta «una piccola stazione meteorologica, che ci consente di non fare un’agricoltura a calendario, ma sulla base delle effettive necessità delle piante». Se volessimo racchiudere in una frase questa filosofia alla base del modello agricolo scelto, potremmo dire che Titone lavora sulla prevenzione più che sulla cura. «Ma noi non siamo produttori, siamo farmacisti adattati all’agricoltura – puntualizza Antonella – e lo studio della chimica, della biochimica, della farmacologia, della botanica, di scienze che hanno a che fare con la vita probabilmente ci ha aiutato».  

Giusto per sgombrare il campo dall’equivoco, non è che tutto sia semplice e idilliaco: l’anno scorso, un po’ per la siccità estiva, un po’ per l’inverno fin troppo mite, la produzione è crollata del 70%, nonostante tutte le accortezze prese. «Mi sono detta ‘pazienza’ – conclude Antonella Titone –. Per me fare olio resta una forma d’amore: nei confronti di papà e delle persone che lo acquistano». 

La Guida agli Extravergini 2025 è disponibile sullo store di Slow Food Editore.

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