Sofia Assante e La mia ultima storia per te, il suo primo, sorprendente romanzo | Libri Mondadori

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Alla scoperta di una nuova autrice e della sua prima storia per noi

Leggendo La mia ultima storia per te risulta difficile credere che si tratti della prima opera di Sofia Assante. La narrazione procede in modo così naturale, fresco e scanzonato e la trama è così ben congegnata, che non sembra di trovarsi di fronte a un romanzo d'esordio. 

Eppure è così, perché questa giovane autrice è riuscita a dar vita a un libro dalla struttura solida e originale e dal finale sorprendente.

Al centro del romanzo, il legame di amicizia e di amore tra Elettra e Andrea. Una storia, la loro, che inizia da ragazzini, quando basta condividere le scale della stesso palazzo per scatenare dei sentimenti la cui forza è capace di superare tutto. Sullo sfondo, una Roma al tramonto, in cui il mondo nobile e malinconico dell’aristocrazia di lei si affianca, senza stridere, a quello caldo e vivo dei bottegai e dei ristoratori del centro di lui.

Ma come è nata l'idea di scrivere La mia ultima storia per te? Lo abbiamo chiesto all'autrice.


Sofia Assante ci racconta la lezione di suo padre, un inno alla vita e all'amore


Sarò franca. Ho scritto questo romanzo per due motivi. Il primo: avevo voglia di mettere nero su bianco un sacco di parolacce. Il secondo: perché mio padre, a diciott’anni, mi disse che ce l’avrei fatta. E mio padre non si sbagliava mai.

Di cosa parla La mia ultima storia per te? Non ve lo racconto, vi tedierebbe. Farò di meglio, vi dirò qual è il senso – quello che si dovrebbe cogliere solo alla fine, dopo estenuanti sessioni di lettura, nelle ultime pagine; quello che dovrebbe essere sotteso, nascosto tra le pieghe dei personaggi.

Il senso del libro è questo: non conosciamo gli altri, non potremmo conoscerli neanche se volessimo, a malapena conosciamo noi stessi. E che possiamo fare, dunque? Amarli. Perdonarli. Il che, a pensarci bene, è identico. I protagonisti del romanzo, Andrea ed Elettra, diventeranno adulti quando impareranno questa lezione. Più nello specifico: quando capiranno come guardare con misericordia i loro genitori. Il che non è facile, ma è necessario. Altrimenti la vita s’inceppa.

Naturalmente nel libro ci sono anche altre cose. Un amore mancato. Una grande amicizia, di quelle particolarissime che si vengono a creare tra i dodici e i tredici anni, piccoli miracoli di simbiosi – avete presente? C.S. Lewis, parlando della moglie, scrisse che se pure non si fossero innamorati, sarebbero comunque rimasti insieme per sempre; ecco, quel tipo di amicizia. Ci sono anche la mia passione per la musica e per la letteratura americana. Una zia tabagista che si taglia le unghie dei piedi con i denti. Una trattoria nel centro storico di Roma e una famiglia di aristocratici piena di vasi attici, porcellane e tappeti orientali. C’è persino una morte misteriosa. Ma il succo finale rimane: non capirai mai tua madre, o tua sorella, né tanto meno quell’omuncolo accanto al quale ti svegli ogni mattina e che chiami marito. Rassegnati. Amali. Vai avanti. Mio padre lo diceva sempre.

Spero di aver scritto questo libro al meglio delle mie capacità. E’ il massimo che posso dire. E spero che ci sia qualcuno, tra di voi, che avrà voglia di abitare in questo universo di carta insieme a me, almeno per un po’. Forse è questo il vero motivo per cui l’ho scritto: arredare una stanza dove rifugiarmi ogni volta che ne ho bisogno. E in cui, mi auguro, vorrete rifugiarvi anche voi.

Sofia Assante


Recapiti
Redazione Libri Mondadori