Francesco. L’eredità di un uomo di parola - Azione Cattolica Italiana

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In un tempo in cui le parole sembrano smarrirsi nel rumore, la voce limpida e appassionata di Papa Francesco ha saputo farsi sentire. Forte e chiara. Papa Francesco è stato un uomo di parola e ne ha fatto la sua ricchezza e il suo insegnamento, soprattutto per la coerenza tra ciò che ha detto e ciò che ha vissuto. Le sue parole non sono mai state degli slogan, né formule retoriche: sono stati dei semi gettati nella storia. Alcuni sono già fioriti, altri aspettano terreno fertile nei cuori di chi saprà accoglierli.

La collana Le parole di Francesco dell’Editrice Ave, nata all’inizio del pontificato per aiutare a conoscere meglio il pensiero di Papa Francesco attraverso una selezione di suoi discorsi e testi, introdotti da voci autorevoli e centrati su alcune parole chiave del suo magistero, oggi diventa ancora più preziosa: uno strumento per raccogliere e trasmettere l’eredità del suo pontificato.

Le parole scelte non sono casuali ma incarnano un’intera visione del mondo e della fede.

Speranza, con l’introduzione di Chiara Finocchietti, è uno dei pilastri dell’annuncio cristiano secondo Papa Francesco. Nella sua Esortazione apostolica Evangelii gaudium, ma anche in numerosi Angelus e interventi pubblici, la speranza si manifesta come linfa vitale della missione. È la certezza che Dio non abbandona mai l’uomo, anche nei momenti più oscuri. È ciò che permette alla Chiesa di continuare a parlare, agire, servire.

Politica, con l’introduzione di Elena Granata, è parola coraggiosa, quasi provocatoria in tempi di sfiducia diffusa. Ma Francesco la recupera nella sua dignità più alta: la definisce «una delle forme più alte di carità», indicando come la fede non possa mai essere disincarnata. Impegnarsi per il bene comune, lottare per la giustizia e la pace, è una forma concreta di amore cristiano. Il cristianesimo, nel pensiero del papa, è sempre sociale.

Gioia, con l’introduzione del Cardinal Luis Antonio Tagle, è forse il tratto più distintivo del suo annuncio: la gioia del Vangelo non è ingenua allegria, ma frutto di un cuore che sa di essere amato da Dio. È memoria della salvezza, apertura al mondo, entusiasmo missionario. «Un cristiano triste è un cristiano triste», ha detto Francesco con ironia ma anche con fermezza. La gioia è il segno della presenza di Dio.

Pace, invece, con l’introduzione di Enzo Romeo, è il dono che Cristo lascia e che Francesco rilancia con forza nel nostro tempo ferito. La pace non è assenza di conflitti, ma pienezza di giustizia, armonia con il creato, riconciliazione con l’altro. È un progetto concreto e radicale, che attraversa la politica, l’economia, l’ambiente. Non c’è vera pace senza un cambiamento strutturale e culturale.

Misericordia, con l’introduzione di Pietro Pisarra, è la parola-chiave per comprendere tutto il pontificato. È il volto di Dio che si fa vicino, che perdona, che si china sulle ferite dell’umanità. Francesco ha voluto un Giubileo interamente dedicato alla misericordia, ha aperto le porte delle chiese, ma soprattutto quelle del cuore. Per lui, la misericordia non è un sentimento debole, ma una forza rivoluzionaria che può cambiare il mondo.

Povertà, con l’introduzione Oscar Andrés Rodrìguez Maradiaga, raccoglie testi e discorsi in cui emerge con forza uno dei tratti più distintivi del suo pontificato: l’attenzione concreta e profonda verso i poveri. Un invito a camminare come credenti accanto agli ultimi, riconoscendo in loro la presenza viva di Dio.

La collana “Le parole di Francesco” non è solo un omaggio alla sua figura, ma un’eredità da raccogliere per lasciarsi interrogare, meditare, trasformare la propria vita alla luce di queste parole. È uno strumento per non dimenticare, ma soprattutto per continuare a camminare.

In un’epoca in cui tante parole perdono peso, quelle scelte da Francesco rimarranno dei punti di riferimento. E noi vogliamo portarle con noi. Per custodirle. Per trasmetterle. Perché le parole vere non muoiono: generano vita, amore e rispetto.

Recapiti
Lucia Pasquini