Greewashing: lavare verde. Espressione coniata negli anni Ottanta per stigmatizzare la pratica degli alberghi che, per risparmiare sul lavaggio degli asciugamani, invitavano gli ospiti a rinunciare al cambio quotidiano della biancheria a favore della sostenibilità ambientale. Il termine è stato usato, poi, per indicare imprese fortemente impattanti sugli ecosistemi che mistificano il loro impegno ecologico con una pratica “di facciata”.
Questo accade anche nel settore alimentare: ne sono un esempio la promozione di benefici generici non documentati, la suggestione emotiva e l’enfasi su un’innovazione tecnologica vagamente benefica.
Danish Crown, il più grande produttore di carne suina in Europa, aveva applicato un bollo rosa sulle confezioni con scritto “a impatto climatico controllato”. Ogni anno Danish Crown macella circa 19 milioni di maiali e solo nel 2021 ha emesso circa un terzo di tutte le emissioni totali della Danimarca. Di fatto la carne semplicemente non era a “clima controllato”.
Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia
L’articolo completo sarà disponibile dal pomeriggio di martedì 13 maggio.
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