Il futuro dell’economia spiegato semplice da Carlo Cottarelli | Libri Mondadori

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Cara lettrice, caro lettore,
al contrario di quello che viene solitamente fatto per gli altri libri, ho deciso di non lasciare alla casa editrice il compito di mettere in quarta di copertina, o sistemazioni equivalenti, le ragioni per cui vale la pena di comprare e leggere questo volume. Lo faccio io direttamente, perché occorre prendersi le proprie responsabilità. E poi, oltre a dirvi perché la lettura di questo libro è utile, vi dirò anche perché qualcuno non dovrebbe leggerlo, cosa che un editore certamente non metterebbe in bella evidenza. Ma cominciamo dalle ragioni della sua utilità. Ce ne sono almeno tre.

Primo, è un libro che dice tutta la verità, non nascondendo le brutte notizie, senza giri di parole. Mi spiego. Un tipico volume di saggistica vi illustra i problemi, quanto essi siano seri e perché vadano risolti. Dopodiché, puntualmente, vi indica la soluzione, quello che deve essere fatto e che non viene fatto forse per l’inadeguatezza di chi ci guida, forse per il degrado morale a cui bisogna reagire o forse perché a nessun altro era venuta in mente la brillante idea proposta dall’autore. L’ho fatto anch’io in passato, e probabilmente finirò per rifarlo. Ma non stavolta.

Questo libro vi racconta i problemi, ne illustra le possibili soluzioni, ma conclude che si tratta di questioni irrisolte, per le quali il bandolo della matassa non è stato ancora trovato. Non è che quel bandolo non possa essere necessariamente individuato. Ma al momento non è chiaro quale possa essere e, se non è chiaro, non si può neppure escludere che non si possa trovare. Certo, non si può perdere la speranza (spes ultima dea, no?). Ma, come scrisse Schopenhauer, un adeguato grado di pessimismo (o perlomeno di onestà nel non pensare di avere sempre la risposta a tutti i problemi) può essere salutare per andare avanti e trovare una soluzione.

Secondo, ancor più che nei libri precedenti, tratto di temi economici e sociali nel modo più semplice possibile. Non è un libro per esperti, ma è per tutti. Evito, quindi, di entrare troppo nei dettagli delle teorie economiche che sono state elaborate per descrivere il mondo attuale. In altri testi mi ero limitato a indicare al lettore le pagine più tecniche che potevano essere saltate a piè pari senza perdere il filo del discorso. In questo non trovate pagine tecniche, il che ha reso un po’ più difficile scriverlo, visto comunque l’imperativo di mantenere la precisione necessaria per non raccontare storielle da bar (con tutto il rispetto per i bar), ma dovrebbe facilitare la lettura anche ai non iniziati nelle scienze economiche e sociali.

Terzo, i temi trattati in questo libro sono di un’importanza che non mi perito a definire fondamentale per il futuro dell’umanità e, più concretamente, vostro, dei vostri figli e dei vostri nipoti, se mai ne avrete (vedi il penultimo capitolo!). I temi sono sette (chi ha letto altri miei precedenti libri sa che spesso mi limito a sette argomenti).
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[...] All’inizio dell’introduzione vi ho fatto una promessa. Quella di indicare anche perché qualcuno non dovrebbe leggere questo libro.
Primo, non dovrebbero leggerlo i deboli di cuore, gli ansiosi o, perlomeno, quelli che hanno in programma di sfogliare queste pagine prima di andare a dormire facendo sogni tranquilli. Ci vuole coraggio a leggerlo. Servono cuori forti. Certo, c’è di peggio. Ho appena terminato di vedere le undici stagioni di The Walking Dead, che parla di un mondo ormai invaso dagli zombie, con i pochi umani sopravvissuti che passano il tempo a combattersi fra loro. Ma quella è fantasia, fiction, come ormai si dice. Questo libro parla di realtà, di un futuro ormai neanche poi troppo lontano. Per leggerlo, occorre avere nervi saldi e un’adeguata dotazione di ottimismo di cui farsi scudo.

Secondo, non dovrebbero leggerlo quelli che hanno raggiunto l’atarassia, i cuori spenti, gli scettici che pensano che parlare del futuro sia inutile perché del futuro non si può dire nulla. Tanto, come scrisse, genialmente, Donald Rumsfeld anni fa (vedi citazione all’inizio del libro), le cose che non sappiamo di non sapere sono quelle che si rivelano più difficili da trattare. Come dire che neppure possiamo immaginarci cosa ci aspetta. Perché dunque preoccuparci delle incertezze di cui siamo consapevoli, di quei temi che oggi ci sembrano rilevanti? Posizione questa del tutto legittima e che non provo a contrastare. Spero solo che non siano in molti a pensarla così.

Ed è per questo che, a scanso di equivoci, ho aggiunto una breve conclusione, che inizialmente non avevo previsto. Sono due paginette che incoraggiano, anche di fronte a problemi che oggi appaiono irrisolvibili, a non desistere, a continuare a combattere per trovare soluzioni costruttive. I cuori forti servono non solo per accettare serenamente le cattive notizie, ma anche per non rinunciare a credere nel futuro.

Carlo Cottarelli

Recapiti
Redazione Libri Mondadori