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Domenica 8 e lunedì 9 giugno gli italiani sono chiamati alle urne. In contemporanea al turno di ballottaggio delle elezioni amministrative per le Regioni a statuto ordinario, si svolge la consultazione referendaria. Cinque i quesiti all’attenzione dei cittadini: i quattro promossi dalla CGIL riguardano il tema del lavoro mentre il quinto, promosso da alcune realtà politiche e associative, la legge sull’acquisizione della cittadinanza italiana per residenti stranieri.
Trattandosi di referendum abrogativi, la validità è connessa al raggiungimento del quorum con la partecipazione al voto della metà degli aventi diritto. Un obiettivo raggiunto per l’ultima volta nel 2011, in occasione delle consultazioni referendarie su servizi idrici e pubblici locali, energia nucleare e legittimo impedimento.
Anche questa volta il raggiungimento del quorum è a rischio, ove sia raggiunto è tuttavia agevole prevedere la vittoria dei favorevoli. In termini politici la coalizione di maggioranza, con l’eccezione dei centristi di Noi Moderati, è compattamente schierata per l’astensione: l’espediente elettorale più agevole a difesa dello status-quo.
L’opposizione invita a recarsi alle urne salvo dividersi nella distribuzione delle preferenze tra i diversi quesiti. Pd e AVS hanno dato indicazione di voto favorevole per tutti e cinque i referendum: un’indicazione che verrà però disattesa, secondo geometrie variabili, dalle componenti riformiste dem in ragione del legame politico-programmatico con la stagione renziana. In favore anche i 5Stelle, che lasciano “libertà di coscienza” solo sul quesito in materia di cittadinanza. I liberal di Italia Viva e Azione, di converso, danno disco verde al solo quesito in materia di cittadinanza.
Analoghe fratture si registrano in ambito sindacale con le sole CGIL e USB schierate compattamente a favore, mentre la UIL suggerisce il voto a favore per il primo e quarto quesito lasciando “libertà di coscienza” per i restanti e la CISL di “andare al mare”.
Da par suo il Presidente del Consiglio ha dichiarato che si recherà alle urne salvo non ritirare le schede: una soluzione finalizzata sempre a non contribuire al raggiungimento del quorum necessario.
Nel prossimo numero della nostra newsletter, Bistoncini Partners proporrà un’analisi dei risultati referendari, per comprendere insieme implicazioni politiche e dinamiche di consenso.