Quadro economico internazionale e previsioni globali
Secondo l’Economic Outlook dell’OCSE, le prospettive economiche globali mostrano un indebolimento significativo a causa di barriere commerciali, condizioni finanziarie più restrittive e crescente incertezza politica. La crescita mondiale dovrebbe rallentare dal 3,3% del 2024 al 2,9% nel 2025 e nel 2026, con una contrazione particolarmente accentuata negli Stati Uniti, Canada, Messico e Cina.
Economia europea: crescita, inflazione e occupazione
Nel primo trimestre 2025, il PIL nell’area euro, misurato da Eurostat, è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, segnando un progresso annuo dell’1,5%. La BCE, come ampiamente previsto, ha deciso un’ulteriore riduzione di 25 punti base dei tassi di interesse, mantenendo l’inflazione complessiva al livello del suo obiettivo di medio termine (2%). Parallelamente, il commercio al dettaglio nell’area euro (Eurostat) è aumentato leggermente ad aprile (+0,1%), mentre i prezzi alla produzione industriale (Eurostat) sono diminuiti del 2,2%. E per approfondire le tematiche economiche e sociali europee si consiglia la lettura dell’ultimo numero di Finance & Development, del FMI, dal titolo bel augurante “Il momento della rinascita dell’Europa”. “L’Unione Europea – scrive Gita Bhatt, caporedattrice di F&D. – deve unirsi per dare forma all’economia globale odierna, piuttosto che esserne plasmata”.
Situazione economica italiana
L’ISTAT prevede una crescita del PIL italiano dello 0,6% nel 2025 e dello 0,8% nel 2026, sostenuta principalmente dalla domanda interna. Tuttavia, leggiamo nel report di Crif, aumenta la rischiosità nel credito alle imprese italiane: il tasso di default medio raggiunge il 2,53% nel 2024, nonostante una stabilità generale nell’erogazione del credito.
Clima industriale e fiducia delle imprese
Secondo l’Indagine Rapida del centro studi di Confindustria, maggio ha segnato una diminuzione del pessimismo tra le grandi imprese industriali italiane, con un aumento della quota di imprese che prevedono stabilità o crescita della produzione. Ciò riflette una graduale ripresa della fiducia economica nel settore industriale nazionale.
Consumi e commercio al dettaglio
Ad aprile 2025, ISTAT segnala una ripresa delle vendite al dettaglio (+0,7% in valore, +0,5% in volume), sostenuta soprattutto dai beni alimentari. Il miglioramento registrato dalle vendite nel mese di aprile, scrive l’Ufficio studi di Confcommercio, pur positivo, va letto alla luce dell’impatto sul dato derivante dalla diversa tempistica della Pasqua rispetto al 2024.
Questa settimana abbiamo anche il Misery Index di Confcommercio, che misura il disagio sociale, che rimane stabile a 9,6, suggerendo una tenuta degli indicatori di fiducia tra le famiglie.
Rimanendo in tema di commercio, Confcommercio Bergamo, con Format Research, è andata ad analizzare le tendenze emergenti nel commercio bergamasco mostrano consumatori sempre più attenti ai prezzi e meno influenzati dai marchi, riflettendo un cambiamento nelle abitudini di consumo dovute alla persistente inflazione e alla stagnazione degli stipendi.
Costo e utilizzo degli strumenti di pagamento in Italia
Il rapporto “Il costo sociale degli strumenti di pagamento in Italia” di Banca d’Italia riporta che il costo complessivo degli strumenti di pagamento è diminuito a livello sociale, nonostante l’incremento nel numero delle transazioni, principalmente trainate dalle carte di pagamento. Questo riflette una riduzione significativa del costo per operazione da 1,01 euro nel 2016 a 0,62 euro nel 2022. Tuttavia, il Vice Presidente Vicario di Fipe Cursano, auspica che si possa “proseguire sulla strada della crescente riduzione dei costi delle transazioni fino ad azzerare quelli sui micropagamenti, che penalizzano pesantemente le imprese, in particolar modo quelle di piccole dimensioni”.
Dal territorio
La Sicilia – Banca Ifis ha presentato il Market Watch dedicato alla Sicilia, realizzato anche su dati Format Research. La Sicilia evidenzia un miglioramento economico significativo, salendo dall’18° all’11° posto nel ranking nazionale, grazie a una crescita in occupazione e valore aggiunto industriale.
La montagna piacentina – Invece, nella montagna piacentina, secondo un’indagine dio Confcommercio Piacenza con Format Research, emerge dalle imprese che il potenziale economico delle zone montane è ancora molto limitato, ciò a fronte delle attuali condizioni demografiche e infrastrutturali.
Prospettive Economiche in Evoluzione
(Nella Foto Perugia, – Finito di scrivere il 3 giugno 2025 alle 19,30)