Il consueto appuntamento degli Assistenti regionali unitari si è svolto, anche quest’anno, presso Casa San Girolamo a Spello (PG), dal 23 al 25 giugno. Nei tre giorni trascorsi nell’antico convento gli Assistenti hanno riflettuto e si sono confrontati sul tema: “Collegio assistenti e corresponsabilità ecclesiale”.
L’incontro si è aperto con l’intervento dell’Assistente ecclesiastico generale, mons. Claudio Giuliodori, che ha aiutato i presenti a focalizzare l’attenzione sul pontificato di Papa Leone XIV e sul cammino sinodale, il cui metodo, la conversazione nello Spirito, è stato unanimemente apprezzato e ha consentito il dialogo tra i diversi soggetti che vi hanno preso parte. Il tema della liturgia ha richiamato maggiore attenzione rispetto ad altri temi: il che manifesta la centralità e l’importanza che il popolo di Dio attribuisce alla dimensione spirituale del cammino di fede. Il Sinodo ha favorito la riflessione della Chiesa su alcune domande fondamentali: come vivere la sinodalità? Come fare in modo che la sinodalità permei la vita della Chiesa? Cosa significa sinodalità e corresponsabilità?
Il Presidente dell’Ac, Giuseppe Notarstefano, ha invitato a guardare con positività al cammino sinodale, cercando di evitare le narrazioni fuorvianti, che lo interpretano come un tentativo di democratizzazione della Chiesa o come una modalità di consolidamento di un metodo e di una procedura, pur riconoscendo a questi aspetti una certa importanza. Altra lettura fuorviante è quella che vede nel Sinodo un confronto tra progressisti e tradizionalisti o una semplice riorganizzazione interna della Chiesa. Questioni fondamentali dovrebbero essere: il potere, visto in un’ottica di corresponsabilità e servizio, il ruolo delle donne, che può rivelare una forma alternativa dell’esercizio del potere, la popolarità, come possibilità che tutti partecipino alla missione della Chiesa, il dialogo intergenerazionale, la formazione dei formatori e l’ascolto.
Sacerdote: uomo per l’altro, ma anche uomo con l’altro
Pierpaolo Triani, membro della Presidenza nazionale del Cammino sinodale, nel suo intervento si è soffermato su ciò che è emerso nel Sinodo a proposito della figura del sacerdote. Triani ha sottolineato come collegialità e corresponsabilità rappresentino una risposta e un impegno comuni nella cura e nella custodia della fede. Il sacerdote non è solo uomo per l’altro, ma anche uomo con l’altro: questa corresponsabilità deve emergere. Il popolo nutre grande stima per il sacerdote, perché percepisce la rilevanza della sua missione, ma è anche consapevole del carico di lavoro, spesso non strettamente pastorale, che grava sulle sue spalle. Servirebbe più tempo per stare con le persone e meno per la burocrazia, al fine di evitare stanchezza, solitudine e chiusura.
Ciò che emerge dal Sinodo, dunque, è l’importanza della corresponsabilità e in questo senso l’Ac può dare il suo contributo significativo. A conclusione del suo intervento Triani ha sottolineato le fatiche della sinodalità, che possono essere di carattere pratico, psicologico e spirituale.
L’importanza di fare squadra e di custodire la santità
L’ultimo intervento è affidano a mons. Domenico Beneventi, vescovo di San Marino-Montefeltro, il quale, nel constatare il profondo legame tra collegialità e corresponsabilità, ha sottolineato l’importanza che il sacerdote percepisca sé stesso come presbiterio e non come un elemento del presbiterio. Fare squadra è l’immagine che sintetizza in modo efficace questa presa di coscienza, la quale deve portare a sentirsi Chiesa e a sentire la Chiesa, nonché a ripensarsi sul fine della Chiesa: custodire la santità di coloro che hanno ricevuto il battesimo. La collegialità è un’esigenza che non può essere relegata ai momenti istituzionali: essa può crescere solo se vissuta in modo costante.
L’Ac ha un ruolo importante, poiché, valorizzando la vocazione battesimale di ogni laico, può favorire un processo di partecipazione e corresponsabilità alla missione evangelizzatrice della Chiesa, che porti la fede a diventare cultura. È importante, dunque, l’approfondimento culturale, teologico e dottrinale, poiché genera una visione cristiana della realtà, ispirata alla Parola di Dio.
Significativo è stato anche il momento di spiritualità vissuto dagli Assistenti presso il Monastero Benedettino di Sant’Anna in Bastia Umbra (PG) sul tema della speranza, declinata in senso laico e cristiano. L’incontro si è concluso nella mattinata del 25 giugno, con un momento di restituzione da parte degli Assistenti, le cui riflessioni rappresentano uno stimolo e un orientamento per i prossimi appuntamenti.