Edupsicoπenia. Abbiamo creato un neologismo per definire e affrontare il disagio di bambini e bambine, ragazzi e ragazze

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Nei nostri programmi accanto a bambine e bambini fragili, in particolare nei Presidi educativi CIAI, tocchiamo con mano, sempre più spesso, che il fenomeno definito come povertà educativa può coesistere con un malessere psicologico, anche profondo. Insomma, sono tante le storie in cui non assistiamo a due condizioni separate, ma a un unico stato di deprivazione che colpisce simultaneamente le risorse educative e il benessere psicoemotivo di un bambino o bambina. È un fenomeno che richiede uno sguardo integrato e interventi mirati alla sua natura bidimensionale.” spiega Paola Cristoferi, Responsabile Programma Italia di CIAI.

Così, dall’esperienza sul campo e con l’obiettivo di approfondire e attivare interventi specifici, che tengano conto delle due componenti – educativa e di supporto psicologico – è maturata la consapevolezza che sia necessario “nominare” questo fenomeno.
Il nuovo termine coniato da CIAI è Edupsicopenia (Edupsicoπenia).

Un fenomeno certamente non del tutto nuovo, come ci dice Alessandra Santona, professoressa ordinaria di Psicologia Dinamica all’Università di Milano Bicocca e responsabile scientifica CIAI: “La letteratura scientifica e clinica ha messo in evidenza che esiste una associazione significativa tra la povertà educativa e il disagio psicologico giovanile”.

Da qui – precisa Alessandra Santona – la scelta di coniare una parola per descrivere una realtà così complessa, permettendo di porre attenzione sulla multidimensionalità del fenomeno e sulla necessità di programmare interventi mirati che tengano conto delle dimensioni implicate, minimizzando il rischio di considerare singolarmente uno o l’altro aspetto, perdendo di efficacia.”

Il rapporto di ISTAT del 2022 mostra che circa il 18% di bambin* e adolescenti italiani vive in condizioni di deprivazione educativa, con significative differenze tra Nord e Sud del Paese.

Alessandra Santona riferisce alcune considerazioni e dati qualitativi del fenomeno: una meta-analisi del 2023 ha evidenziato che i giovani e le giovani provenienti da contesti di povertà educativa mostrano livelli significativamente più elevati di disagio psicologico, tra cui ansia, depressione, bassa autostima e sentimenti di isolamento. Alcuni fattori invece moderano la presenza di un rischio alto di disagio: il supporto familiare, il livello di istruzione dei genitori e le risorse comunitarie. (fonti: ISTAT e Università Milano Bicocca)

Porre, dunque, l’accento sull’importanza di interventi multifattoriali e psico-educativi è fondamentale – prosegue Santona – così da aumentare l’accesso alle risorse, incentivare il supporto familiare e promuovere progetti di prevenzione e promozione del benessere”.

E di fronte alla presenza di edupsicopenia qual è la risposta CIAI? “Integrare sempre di più saperi, competenze e metodi diversi. CIAI ha al proprio interno uno staff di professionisti e professioniste operanti sia sul fronte psicologico che su quello educativo e progetta attività specifiche e personalizzate – anche negli obiettivi – monitorandole costantemente”, precisa Paola Cristoferi

Il presidente di CIAI Paolo Limonta, conclude: “E’ necessaria una presa di coscienza anche a livello istituzionale. Bambine, bambini e adolescenti vivono oggi situazioni molto complesse, difficili da comprendere e affrontare anche dagli adulti. Povertà educativa e malessere giovanile devono essere affrontati con urgenza e visti nel loro insieme. Un ruolo essenziale può essere svolto dalle organizzazioni del privato sociale come CIAI che in quasi 60 anni di attività ha maturato esperienze e professionalità per intercettare e accogliere i bisogni dei più fragili. Ruolo che non sostituisca, ma sia di supporto alle istituzioni nazionali e locali che operano sul territorio e che devono destinare più risorse a questi interventi. Ma occorre, innanzitutto che la politica riconosca e identifichi il problema.”

In tutti i progetti compresi nel Programma Italia, CIAI interviene sull’edupsicopenia in modo integrato e multidisciplinare per la compresenza di più sguardi e competenze, educative e psicologiche, anche con l’apporto di CIAIPE, il Centro psicologico ed educativo di CIAI.

Nell’ambito del Programma Italia si sviluppano i Presidi Educativi che attualmente sono attivi a Milano, Palermo e Bari. E’ qui che, in particolare, il team di operatori ed operatrici CIAI – con diverse competenze ed esperienze – hanno evidenziato il fenomeno dell’edupsicopenia.

Recapiti
Donatella Ceralli