World’s 50 Best Restaurants 2025: i migliori 10 (più 6 italiani da tenere d’occhio)
Un conto è mangiare bene.
Un altro è vivere un’esperienza che ti resta nella memoria anche a stomaco vuoto.
Ogni anno la rivista britannica Restaurant stila la classifica dei 50 migliori ristoranti al mondo.
L’edizione 2025 ha incoronato il Maido di Lima, ma la vera notizia è un’altra: 6 italiani entrano nella classifica. E alcuni nomi famosi restano fuori.
Ecco i primi 10 classificati – con 3 curiosità per ciascuno – per veri buongustai (e sognatori).
1. Maido – Lima, Perù
Chef: Mitsuharu “Micha” Tsumura
Cucina: Nikkei (giapponese-peruviana)
- Il termine Maido è un saluto giapponese informale che significa “grazie per essere venuto”.
- Micha è diventato chef dopo una crisi identitaria: sentiva di non appartenere né al Perù né al Giappone.
- Uno dei piatti simbolo è un lomo saltado in stile sushi: manzo saltato alla peruviana con riso, salsa di soia e nigiri.
Piatto famoso: Short rib brasato 50 ore
Un piatto cult: costata di manzo cotta per 50 ore, servita con crema di patate native e riso croccante YouTubeALOHA EPICURE.
Fresco e morbido come una carezza: ecco l’essenza di Maido.
2. Asador Etxebarri – Atxondo, Spagna
Chef: Víctor Arguinzoniz
Cucina: Braceria Basca
- Tutto, ma proprio tutto, viene cotto alla brace – persino il gelato.
- Il ristorante si trova in un piccolo villaggio montano con meno di 1.500 abitanti.
- Víctor costruisce da solo le sue griglie e controlla la temperatura della brace al grado.
Piatto famoso: Rubia Gallega beef chop
Una bistecca di manzo spagnolo maturata 23 giorni e grigliata perfettamente su brace. La crosta è carbonizzata e l’interno rosato, succoso e potente
3. Quintonil – Città del Messico
Chef: Jorge Vallejo
Cucina: Messicana contemporanea
- Il nome “Quintonil” è una pianta erbacea messicana simile all’amaranto.
- Il menu cambia ogni settimana in base alla spesa al mercato.
- Jorge è stato sous-chef di René Redzepi (Noma) prima di tornare in Messico.
Piatto famoso: Polpetta di tonno blu
Tonno blu trasformato in una polpetta beffarda: burrosa, saporita, servita tiepida. La trovata creativa che spiazza e conquista.
Diverxo – Madrid, Spagna
Chef: Dabiz Muñoz
Cucina: Fusion estrema
- L’ingresso sembra un set teatrale tra Matrix e Salvador Dalí.
- Dabiz ha dichiarato: “Non cucino piatti, creo viaggi allucinogeni.”
- Serve anche uno spiedino di pollo con formiche nere croccanti.
Piatto Famoso: Kimchi strawberry squid con yogurt e caffè
Un mix inusuale di fragola, kimchi, yogurt e caffè, con calamaro scottato. Piatto teatrale, estremo, che esplora sapori ai limiti dell’immaginazione.
Alchemist – Copenaghen, Danimarca
Chef: Rasmus Munk
Cucina: Esperienziale e provocatoria
- Il pasto dura 5 ore e comprende oltre 50 “atti” (non piatti, attenzione).
- Uno dei piatti simbolo è un cuore umano ricreato con barbabietola e foie gras.
- Proietta ologrammi e cortometraggi durante la cena: ogni piatto è una denuncia sociale.
Piatto famoso: “Food for Thought”
Una sfera di meringa alla ciliegia ripiena di crema di cervello d’agnello e tartufo. Provocazione visiva e gustativa: sfida la mente e riaccende i sensi
Gaggan – Bangkok, Thailandia
Chef: Gaggan Anand
Cucina: Progressiva indiana
- Il menu è composto da emoji: per ogni piatto, solo un’icona.
- Dopo aver chiuso il primo Gaggan nel 2019, ha riaperto con uno staff formato da suoi ex allievi.
- Ha dichiarato che l’India è “troppo conservatrice” per accogliere la sua cucina.
Sézanne – Tokyo, Giappone
Chef: Daniel Calvert
Cucina: Francese con precisione giapponese
- Il ristorante si trova all’interno del Four Seasons di Marunouchi.
- Il pane viene impastato e infornato in sala, davanti ai clienti.
- Daniel ha lavorato in cucine stellari tra Londra, New York e Hong Kong.
Table by Bruno Verjus – Parigi, Francia
Chef: Bruno Verjus
Cucina: Autoriale e poetica
- Bruno era un giornalista gastronomico prima di diventare chef a 54 anni.
- Il menu cambia ogni giorno. A volte durante il servizio.
- Usa solo ingredienti tracciabili, dai pescatori bretoni ai pastori della Camargue.
Kjolle – Lima, Perù
Chef: Pía León
Cucina: Vegetale andina
- Pía è la moglie di Virgilio Martínez, chef del ristorante Central (ex n.1).
- Kjolle è una pianta andina che cresce a oltre 3.000 metri.
- Il ristorante ha un’intera brigata al femminile, rarissimo nel fine dining.
Don Julio – Buenos Aires, Argentina
Chef: Guido Tassi (consulente)
Cucina: Parrilla argentina
- È la prima “grigliata” a entrare nella top ten mondiale.
- Le carni sono selezionate in allevamenti di Pampa Humeda e frollate 21 giorni.
- I vini sono scelti personalmente da Pablo Rivero, sommelier e proprietario.
E i 6 italiani?
Ecco dove l’Italia lascia il segno:
- Lido 84 (16°) – Gardone Riviera
- Reale (18°) – Castel di Sangro
- Atelier Moessmer (20°) – Brunico
- Le Calandre (31°) – Rubano
- Piazza Duomo (32°) – Alba
- Uliassi (43°) – Senigallia
Grandi assenti: Villa Crespi (Cannavacciuolo) e Osteria Francescana (Bottura), ma quest’ultimo ha ricevuto il premio “Icon Award” con la moglie Lara Gilmore.
E tu? Quanti ne conoscevi? Hai mai sognato di cenare in uno di questi? Raccontami nei commenti il tuo piatto più indimenticabile.
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