Lavori parlamentari
Proseguono a ritmo serrato i lavori in Parlamento, investito nelle ultime settimane da un numero rilevante di decreti-legge da convertire prima della pausa estiva. Archiviato il decreto Infrastrutture – che, tra le varie disposizioni, ha previsto la proroga al 2026 del blocco alla circolazione dei veicoli Euro 5 – l’attenzione si è ora concentrata sul decreto Fiscale ed Economia, il cui iter parlamentare procede con tempistiche rallentate. Sul provvedimento sono in corso interlocuzioni tra il Governo e la Commissione, finalizzate a concentrare l’esame su un pacchetto di proposte mirate, sebbene permangano incognite in merito alle coperture finanziarie. Contestualmente, è stata presentata alle Camere la legge annuale per il mercato e la concorrenza 2025, che dovrà essere approvata entro la fine dell’anno, in quanto parte degli obblighi assunti dall’Italia nell’ambito del PNRR.
Prove in vista delle elezioni regionali
Si fa sempre più concreta l’ipotesi di un election day a fine ottobre per le cinque regioni al voto, Veneto, Toscana, Marche, Campania, Puglia e Valle d’Aosta. Il Partito Democratico preme per una data certa, soprattutto in Veneto, dove è stato ufficialmente candidato Giovanni Manildo, ex sindaco di Treviso che ha incassato l’appoggio del cd. campo largo. Intanto, nel centrodestra si lavora a una difficile sintesi interna, tra tensioni e schermaglie. La Lega punta a mantenere la presidenza in Veneto, anche in vista del possibile futuro nazionale di Luca Zaia, puntando su Alberto Stefani, mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia sostengono rispettivamente Flavio Tosi e Luca De Carlo. Nelle restanti regioni al voto, il centrosinistra deve ancora trovare una sintesi. In Toscana, Eugenio Giani cerca la riconferma nonostante le tensioni con l’area Schlein; in Campania, sembra vicina l’intesa su Roberto Fico; mentre in Puglia, Antonio Decaro appare in vantaggio, ma pesa il ruolo dei predecessori Emiliano e Vendola, che non vorrebbe in lista. Intanto, Fedriga lancia l’allarme sui tempi del voto: si rischia il bilancio provvisorio nelle Regioni in scadenza, con impatti rilevanti anche sull’attuazione del PNRR.
La proposta industriale del Partito Democratico
Durante l’evento “Le rotte del futuro”, il Partito Democratico ha presentato il «Libro verde» sulle politiche industriali per rilanciare l’Italia e l’Europa attraverso innovazione, sostenibilità e giustizia sociale. Partendo dall’inadeguatezza del sistema produttivo europeo, propone una nuova governance industriale, un’alleanza tra istituzioni, imprese, lavoro e ricerca, e un patto sociale basato su occupazione stabile e qualificata. Centrale la proposta del salario minimo, da inserire in una strategia che migliori la qualità del lavoro, chiedendo altresì di superare gli incentivi a pioggia, premiando le imprese che investono in ricerca e sostenibilità. L’evento è stato un primo tentativo di dialogo tra il partito e il mondo imprenditoriale, due realtà che sono apparse finora distanti.
Nuovi dazi di Trump
Dal 1° agosto 2025, gli Stati Uniti potrebbero aumentare i dazi generali sui prodotti europei al 30%, a seguito della lettera del Presidente Trump inviata alla Commissione UE. Trump punta a rafforzare la posizione negoziale americana, escludendo però alcuni settori strategici, come farmaci e semiconduttori. Sebbene l’UE abbia messo sul tavolo contromisure su prodotti simbolo americani, si continua a trattare per evitare l’escalation commerciale. L’Italia è tra i Paesi più esposti, rischiando un calo dell’export del 19,8% e una perdita di PIL dello 0,44%. Grazie alle nuove tariffe, gli USA hanno incassato oltre 100 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2025, con un surplus di bilancio che ha raggiunto i 27 miliardi, grazie soprattutto ai dazi su acciaio e autovetture. Tuttavia, aumentano i timori di un impatto negativo sui consumatori e sull’inflazione, già salita al 2,7% a giugno.
Social Review: i trend topic dell’ultimo mese
Giuseppe Conte
Il politico più performante sul tema Dazi americani è Giuseppe Conte, che ha condiviso un lungo post su Facebook in cui critica la strategia negoziale di Giorgia Meloni e dell’Unione Europea con Donald Trump sui dazi: “Sono arrivate le letterine di Trump che preannunciano dazi al 30%. (…) Ma con governanti che svendono l’interesse nazionale per farsi dire “Brava Giorgia” da Washington e farsi baciare in testa siamo in un vicolo cieco”. Il contenuto ha raccolto 54K interazioni. Nel grafico sottostante si nota una crescita evidente di menzioni in Italia tra il 12 e il 14 giugno (con picco massimo il 13 giugno di 28.9K menzioni), relativo alla notizia dell’annuncio di dazi all’Unione Europea da parte del Presidente statunitense. Considerando l’ultimo mese si contano 160.7K menzioni e 3.1 milioni di interazioni.
Roberto Vannacci
Il personaggio politico con l’uscita più performante sul tema Pride 2025 è Roberto Vannacci. In un post su Facebook, l’eurodeputato della Lega esulta per la richiesta della presidente del Parlamento tedesco di rimuovere le bandiere LGBT dagli spazi del Bundestag: “(…) In Parlamento devono sventolare solo i simboli ufficiali dello Stato, non bandiere di parte o ideologiche che vorrebbero un modello di futuro che non ci appartiene e che non trova riscontro nella maggioranza dei cittadini. (…)”. Il contenuto ha raggiunto 37K interazioni. Nel grafico sottostante si può vedere il picco di menzioni – conseguente in particolare al Pride di Budapest, molto partecipato dopo i divieti del governo ungherese, con un picco massimo raggiunto il 29 giugno (16K menzioni). Le citazioni totali in Italia nell’ultimo mese sono state 160.7K, mentre il tasso di engagement ha raggiunto 4.2 milioni di interazioni.