Il potere del gusto: perché il cibo è al centro del turismo internazionale | Twissen

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Dalle metropoli europee alle capitali asiatiche, la gastronomia è diventata uno dei principali driver delle scelte turistiche. Per i viaggiatori lungo raggio, mangiare bene non è più solo un piacere accessorio: è parte integrante dell’esperienza di viaggio. I dati lo confermano. 

Secondo il Long-Haul Travel Barometer 2/2025, il 34% dei viaggiatori internazionali che si dirigono in Europa tra maggio e agosto ha indicato le esperienze culinarie come priorità, superando attività più tradizionali come shopping o attività creative. Mercati del cibo, ristoranti tipici, vini locali, street food e gastronomia stellata si trasformano in motivi di viaggio a sé stanti. 

Anche dal mercato cinese emergono segnali chiari. Uno dei trend più forti dell’estate 2024–2025, secondo Fliggy, è il binomio “Citywalk + Cityeat”: itinerari urbani pensati per combinare esplorazione e ristorazione, con tappe obbligate in ristoranti alla moda, locali storici, e soste serali dedicate alla scoperta dei sapori locali. La gastronomia è diventata lifestyle. 

Un’esperienza che va oltre il piatto 
Il cibo non rappresenta solo una voce di spesa – come dimostrano i budget medi dichiarati dai turisti cinesi, americani e canadesi – ma è un simbolo di autenticità, di immersione culturale e di memoria sensoriale. Il viaggio inizia dalla forchetta e prosegue tra mercati, ricette locali e narrazioni territoriali. 

Inoltre, la domanda di esperienze culinarie personalizzate cresce: cooking class, degustazioni private, tour gastronomici guidati da chef o produttori locali stanno diventando asset chiave nell’offerta di destinazioni competitive. 

Un quadro dettagliato di queste tendenze emerge anche dal “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano” a cura di Roberta Garibaldi, che evidenzia come l’enogastronomia sia ormai una componente imprescindibile dell’esperienza di viaggio, sia per i turisti italiani che internazionali. Il report, giunto alla sua settima edizione, sottolinea la crescita costante del settore e la sua capacità di generare valore economico, sociale e culturale per i territori, grazie a una domanda sempre più orientata verso autenticità, sostenibilità e personalizzazione delle esperienze1. 

Perché il food tourism è strategico? 

  • Fidelizza il visitatore: un buon piatto si ricorda più di un monumento. 
  • Destagionalizza: le esperienze gastronomiche funzionano tutto l’anno. 
  • Qualifica l’identità locale: valorizza le eccellenze e i piccoli produttori. 
  • Attrae target premium: i viaggiatori ad alta spesa cercano unicità anche a tavola. 

Noi di Twissen abbiamo osservato che, in un mercato sempre più frammentato e competitivo, l’appeal gastronomico è uno degli asset più efficaci per differenziare l’offerta turistica e creare valore duraturo per i territori. 

President and founder at Twissen. Manager in Local Development, Tourism Policies,  EU Funds. He cooperates with several European universities, public bodies, development agencies, DMOs and enterprises.

Recapiti
Francesco Redi