Lo Spi Cgil del Veneto contro la sperimentazione dei medici - SPI CGIL Veneto

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Agiollo (Spi Cgil Veneto): “Soluzione fantasiosa e bizzarra per tentare di mettere una pezza alle scelte sbagliate del passato

Ormai per recuperare le scelte sbagliate e gli enormi errori di programmazione compiuti dalla Regione Veneto sulla carenza dei medici e non solo, l’assessora Lanzarin sta proponendo soluzioni che dire stravaganti sembra un eufemismo. L’ultima trovata è l’arruolamento di medici con il titolo non riconosciuto in Italia, che dovrebbero occuparsi, nei pronto soccorso, solo dei codici bianchi. Ci pare solo l’ennesimo tentativo per coprire gli errori del passato, che abbiamo continuamente denunciato come Spi Cgil, che sono stati totalmente inascoltati da parte di palazzo Balbi“.

È netta la presa di posizione del sindacato dei pensionati della Cgil del Veneto circa la sperimentazione proposta dall’assessora alla Sanità Emanuela Lanzarin, che ha spiegato come la Regione abbia aperto un bando proprio per cercare di reclutare medici che abbiano conseguito l’abilitazione in altri paesi, ottenendo un titolo che però non è riconosciuto nel nostro Paese. “Di recente – spiega Ugo Agiollo, della segreteria dello Spi Cgil Del Veneto – abbiamo presentato anche indagini realizzate dall’Ires che purtroppo propongono contorni impietosi per quanto riguarda tanti aspetti del nostro sistema sanitario territoriale”. In Veneto vi è una mancanza oramai cronica di medici di medicina generale, di medici della continuità assistenziale, di pediatri di libera scelta, ma anche di tante specialità ospedaliere, a cominciare dall’urgenza-emergenza (pronti soccorso) e non solo.

Questa situazione è frutto di pensionamenti che non sono stati bilanciati da una programmazione adeguata da parte di palazzo Balbi, ma anche di una fuga sempre più rapida dal servizio sanitario pubblico verso le strutture private. Quanto messo in campo sino ad oggi non è evidentemente sufficiente.

Ora ovviamente si cercano soluzioni di ogni tipo – conclude Agiollo – ne sentiamo una al giorno, senza che però mai nessuno da palazzo Balbi ammetta che ci sono stati negli ultimi anni palesi scelte sbagliate ed errori di valutazione. Ci uniamo dunque al coro delle tante realtà che hanno contestato quest’ultima proposta e ci auguriamo che la Regione Veneto smetta di ripeterci il mantra della migliore sanità italiana, e cominci a intervenire concretamente, e non fantasiosamente, con interventi che diano risposte concrete ai cittadini, che non riducano la qualità del servizio offerto e soprattutto siano strutturali e stabili nel tempo”.

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SPI Ufficio Stampa