I 6 libri per comprendere il conflitto tra Israele e Palestina
Il conflitto tra Israele e Palestina è una delle questioni più dibattute del nostro tempo, con implicazioni globali. Si tratta di una vicenda intrinsecamente complessa e profondamente radicata nella storia e nella geopolitica.
Il passato storico dei territori in questione è legato a rivendicazioni religiose, culturali e nazionali, motivo per cui continua ad alimentare forti tensioni.
Il conflitto ha attraversato molte fasi, comprese guerre, trattati di pace, negoziati falliti e scontri quotidiani che dal 7 ottobre stanno attraversando una nuova, drammatica escalation.
A oggi la pace e la stabilità nella regione restano un obiettivo cruciale per tutto il mondo, anche se raggiungerlo richiederà sforzi diplomatici, compromessi e una visione condivisa per il futuro.
Per capire come siamo arrivati fin qui ti consigliamo sei libri che offrono una prospettiva ricca e diversificata sul conflitto tra Israele e Palestina: sono saggi, romanzi e graphic novel che spaziano dalla storia alla politica, fornendo un quadro interessante del conflitto.
Dopo il grande successo de L’incendio uscito nel 2022, Cecilia Sala torna in libreria con il suo ultimo libro, I figli dell’odio, un libro essenziale per comprendere i conflitti che definiscono il nostro tempo. Un ritratto complesso, inedito e profondamente umano di un Medio Oriente in trasformazione.
L'autrice ci porta a Hebron in Cisgiordania, dove un gruppo di ragazze ebree, ancora minorenni, solleva uno striscione contro i matrimoni misti. A Tulkarem, campo profughi, degli adolescenti palestinesi appendono ai fucili le foto degli amici uccisi e si preparano a combattere i soldati israeliani. E ancora a Teheran, dove Abbas piange il cugino impiccato dal regime, mentre intanto guarda all’attacco lanciato dallo Stato ebraico contro la Repubblica islamica con un misto di paura e aspettativa. Un viaggio dentro tre grandi fratture: la radicalizzazione di Israele, la distruzione della Palestina, il collasso dell’Asse della resistenza che ha il suo centro a Teheran.
Voci dal confine è il racconto degli otto anni di Elia Milani - giornalista e corrispondente Mediaset dal Medio Oriente - a Gerusalemme, lo spaccato autentico di un’umanità ostinata e sorprendente, che va oltre i fatti di cronaca e ci restituisce il senso di un territorio dove la pace è ancora una strada da costruire, passo dopo passo.
In questo libro, la sua non è l’unica voce dal confine: la sua testimonianza si intreccia con quella di chi, in Medio Oriente, ci vive da sempre. Come George, arabo israeliano cristiano che abita ad Al Ram, oltre il muro di separazione, in un quartiere che è di fatto una no man’s land. O Ruth e Rana, due traduttrici – una israeliana, l’altra palestinese di Gaza – che, pur vivendo in mondi apparentemente inconciliabili, riescono a costruire un’amicizia a distanza e a immaginarsi un futuro diverso insieme, lontano dalle bombe, in Europa. O Abdullah, un palestinese di Rafah, che prima del sette ottobre attraversava quotidianamente il confine per lavorare in una fattoria gestita da una famiglia di israeliani che è diventata la sua seconda famiglia.
Le chiavi di casa è il libro del giornalista palestinese Sami al-Ajrami, resoconto di un conflitto devastante e cronaca personale di chi ha vissuto sulla propria pelle il dramma della guerra.
L'autore, collaboratore di testate internazionali che ha raccontato in diretta gli eventi dall'interno della Striscia di Gaza, è stato l'unica voce del conflitto per la stampa italiana tramite i suoi articoli pubblicati su La Repubblica da ottobre 2023 fino alla sofferta decisione di lasciare la sua terra.
Mentre il mondo osservava da lontano l’escalation di violenze, il giornalista raccontava in tempo reale le condizioni in cui vivevano i civili palestinesi, costretti a fuggire dalle proprie case e a lottare per la sopravvivenza tra le macerie. La sua voce è diventata un punto di riferimento per comprendere non solo la dinamica del conflitto, ma anche il dramma umano di chi ha vissuto in prima linea una guerra che, un anno dopo, continua a lasciare profonde cicatrici.
Dopo la sua fuga in Egitto, insieme ad Anna Lombardi, giornalista di esteri de La Repubblica, ha raccolto la sua intera testimonianza in un libro che rivive i momenti cruciali di quell'incubo. Il suo racconto non è solo quello di un giornalista, ma di un uomo che, come tanti altri, ha dovuto affrontare la paura costante delle bombe, la ricerca disperata di cibo e acqua, e la necessità di mettere in salvo i suoi cari.
David Grossman è sicuramente l'autore che più di tutti ha trattato nei suoi libri il conflitto tra Israele e Palestina: i suoi romanzi, i suoi saggi e i suoi interventi su politica, società e letteratura sono ormai diventati un punto di riferimento ineludibile per tantissimi lettori ai quattro angoli del mondo.
“La situazione è troppo disperata per lasciarla ai disperati” sostiene l'autore. La dimensione personale che è al centro della sua narrativa è indissolubilmente legata a quella politica. Ed è per questo motivo che, nei saggi e nei discorsi che compongono il suo Sparare a una colomba, David Grossman non si limita ad analizzare la situazione di Israele cinquant’anni dopo la Guerra dei Sei Giorni, a descrivere le conseguenze dell’impasse politica in Medio Oriente o dell’abbandono della letteratura nell’era post-fattuale, o a parlare di Covid, ma finisce sempre per raccontarci qualcosa della sua esperienza personale.
Questa appassionata e lucida difesa dei valori della libertà e dell’individualità, la strenua opposizione a disfattismo e disimpegno prendono corpo in questi testi, che faranno certamente breccia nelle menti e nei cuori dei suoi lettori.
L'ultimo libro di Cinzia Leone, Vieni tu giorno nella notte, inizia con un kamikaze che si fa esplodere in un locale a Tel Aviv. In quella strage, muore Arièl Anav: italiano, indossa la divisa dell’esercito israeliano. Quando i suoi genitori arrivano all'aeroporto per il recupero della salma, rimangono bloccati in Israele.
Arièl e il terrorista erano così vicini che la deflagrazione ne ha mischiato i resti: Micòl e Daniel per riavere il corpo del figlio dovranno attendere. Così inizia la ricerca della madre tra gli ultimi giorni del figlio, che la porterà a scoprire i segreti di Arièl: un amore che scavalca muri e un’amicizia che può rovesciare il destino.
In uno scenario intriso di rivalse, dove ogni pietra, ogni proiettile e ogni missile, grida vendetta per un figlio, un fratello, un padre, o un amante perduto, Cinzia Leone intreccia con ritmo incalzante i destini di personaggi indimenticabili in bilico tra le utopie e l’incanto dei corpi, tra il desiderio di appartenere a una comunità e le febbri collettive che portano alla violenza.
Con Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea la scrittrice e architetto palestinese ci regala un romanzo intriso della memoria della sua terra.
I due protagonisti del libro, Subhi e Shams sono realmente esistiti. All'epoca della Nakba ("la catastrofe" del 1948), quando le forze israeliane equipaggiate dalla Gran Bretagna bombardarono Giaffa senza pietà fino a occuparla e a ridurla una città fantasma, erano solo due ragazzini con la testa piena di sogni che la guerra avrebbe minacciato.
Esplorando una delle pagine meno note e più drammatiche della storia del XX secolo, Suad Amiry scrive le vite commoventi di due innamorati che si sono incontrati quando Giaffa era ancora una città vivace e fiorente, accarezzata dalla speranza come dalla brezza del mare, brillante dell'oro delle pregiate arance che venivano coltivate nelle sue piantagioni e poi spedite in giro per il mondo.
Joe Sacco è stato in Medio Oriente per la prima volta nel 1991, e ci è rimasto fino all'inizio del 1992. Quando è tornato da Israele e dai Territori occupati aveva con sé il materiale con cui avrebbe creato il suo originalissimo reportage a fumetti Palestina, che gli ha fatto vincere l'American Book Award del 1996.
L'autore ha vissuto nei campi dei palestinesi, condividendo la loro vita (o meglio, la loro sopravvivenza) in mezzo al fango, in baracche di lamiera arrugginita, tra coprifuoco e retate dell’esercito israeliano.
Risultato del suo meticoloso lavoro d’inchiesta è questo volume che, combinando la tecnica del reportage di prima mano con quella della narrazione a fumetti, riesce a dare espressione a una realtà complessa ed emotivamente coinvolgente come quella del Medio Oriente.
Ogni pagina racconta in modo approfondito e chiaro i molti aspetti dell’occupazione: le uccisioni, i ferimenti, le torture, le detenzioni amministrative, le confische delle terre, la distruzione delle case e degli ulivi. Senza la pretesa di dare giudizi, Palestina offre al lettore una testimonianza ricca, articolata e diretta delle reali condizioni del popolo palestinese.