Verso l'alto... educatori con il cuore - Azione Cattolica Italiana

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Siamo quasi giunti a conclusione dell’Anno giubilare dedicato alla speranza. Un invito, quello che ci è stato consegnato, a cogliere i semi buoni del nostro tempo, facendoli crescere giorno dopo giorno. Siamo consapevoli che ribadire il senso più autentico della speranza cristiana ci chieda una conversione di sguardo sulla realtà che ci circonda, dal momento che tutto ciò che abbiamo intorno ci sembra dire altro.

La guerra, la violenza, le crescenti disuguaglianze, l’indifferenza diffusa e le nuove forme di povertà diventano il terreno in cui siamo chiamati a stare, con pazienza e generosità, nella certezza di essere solo strumenti nelle mani di Dio. Tutte queste vicende impattano direttamente al cuore della nostra fede, la smuovono da dentro e fanno germogliare in noi domande scomode, che in associazione come nella Chiesa devono avere diritto di cittadinanza.

Abitare la complessità per avviare processi

Come laici di Ac, siamo chiamati ad abitare la complessità con la forza del lievito, innescando processi di rigenerazione a partire da ciò che sperimentiamo, senza fughe e astrazioni che rendano l’esperienza formativa disincarnata dalla realtà. Fedeli alla nostra storia, continuiamo ad abbracciare la sfida di crescere coscienze laicali capaci di trasformare le relazioni che costruiscono la società perché diventi il terreno buono per uno sviluppo umano integrale.

Il cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia, del resto, ha stimolato le nostre comunità a essere sempre più in dialogo e in ascolto dei bisogni di ogni persona che, in maniera composita e variegata, vive, spera, sogna, radicata nella specificità dei tanti territori che abitiamo.

L’arte di accompagnare richiede di coltivare il gusto dell’inatteso

Non c’è un solo modo di vivere la fede e di pensare i cammini formativi delle persone. Quella di accompagnare è un’arte non semplice, che richiede piuttosto di coltivare il gusto dell’inatteso, restando fedeli al messaggio del Vangelo, che sempre si rinnova, incarnato nelle ferite e negli spiragli di luce della nostra storia.

È necessario, quindi, essere educatori e animatori, responsabili e assistenti che sappiano dialogare con la complessità, perché la proposta formativa sia capace di suscitare domande e accompagnare tutti, dentro la mobilità che è spazio di scoperta e di crisi, esperienza di costruzione identitaria che fa maturare la corresponsabilità nei confronti della Chiesa e della società.

L’ultimo Bilancio di sostenibilità dell’Azione cattolica italiana (dati 2024) segnala la presenza, in associazione, di 40.700 responsabili e di oltre 43.400 educatori ed animatori. Una forza gentile e silenziosa, che con passione e generosità opera ogni giorno nelle 4.688 associazioni territoriali in cui l’Ac è presente in tutta Italia. A ciascuno di loro è rivolta la cura di tutta l’associazione perché sono espressione dell’attenzione della comunità nei confronti di bambini e ragazzi, giovani e adulti.

Verso lalto!

Dentro questo impegno, nasce la proposta del convegno educatori che si terrà a Riccione dal 5 al 7 dicembre, dal titolo VERSO L’ALTO! Per una scelta educativa fedele al Vangelo e alla vita, rivolto agli educatori e alle educatrici dell’Acr e del Settore giovani, agli animatori ed animatrici del Settore adulti di Ac e ai responsabili associativi e agli assistenti che accompagnano le associazioni di base.

Durante i giorni insieme, metteremo al centro la dimensione vocazionale del servizio educativo, dedicando tempo per riflettere su alcuni temi attuali e condividendo strumenti concreti per accompagnare al meglio il cammino di fede per tutte le fasce d’età.

VERSO L’ALTO è il movimento del cuore che ci spinge a condividere la nostra fame e sete di Dio, quella stessa sete che abita nei ragazzi, nei giovani e negli adulti che ci sono affidati, come abita in ciascuno di noi.

VERSO L’ALTO è la rotta che, come educatori ed educatrici, animatori, responsabili territoriali e assistenti ci sentiamo chiamati a indicare, perché chiunque possa vivere un cammino fedele al Vangelo, alla vita, alle persone.

Ancora una volta, scegliamo di metterci in gioco senza riserve, lasciando che l’Amore prenda forma concreta nei gesti, nelle relazioni, nelle nostre giornate ordinarie.

Recapiti
Emanuela Gitto