Trovando le parole che creano ponti - Azione Cattolica Italiana

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Il 2025 segna una tappa speciale nella vita dell’Editrice Ave. Ha festeggiato, infatti, i suoi novant’anni di attività il 17 ottobre a Palazzo Rospigliosi, a Roma, in un evento pubblico che, dopo i saluti iniziali del presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana, Giuseppe Notarstefano, ha visto una tavola rotonda moderata dalla giornalista Giuseppina Paterniti, a cui hanno preso parte il direttore editoriale dell’Editrice Ave, Fabio Mazzocchio, Antonella Ferrara, presidente e direttrice artistica del Taormina book festival, il direttore della rivista Aggiornamenti Sociali, padre Giuseppe Riggio SJ e Alessandro Zaccuri, direttore della Comunicazione dell’Università cattolica del Sacro Cuore.

Riprendiamo qui l’articolo pubblicato da Avvenire il 16 ottobre.

Cultura religiosa, teologia, bene comune, politica, esegesi, testimonianze profetiche, spiritualità, persino fumettistica. Il racconto di una Chiesa bella e “accidentata” che scopre il Vangelo lungo le strade del mondo. È stata, ed è tutt’ora, la sfida dell’Ave, la storica casa editrice fondata dalla Gioventù italiana di Azione cattolica il 7 giugno 1935, che ora ricorda il suo percorso editoriale in un evento che si terrà a Roma, a Palazzo Rospigliosi, Roma, domani alle 17. Il titolo: Novant’anni di parole che creano ponti: l’Editrice Ave tra passato e futuro. 

Tra libri e fumetti

Un laboratorio di pensiero a servizio della Chiesa universale e soprattutto della Chiesa italiana. E non poteva essere diverso per una casa editrice che voleva essere un’opportunità di crescita nella fede per intere generazioni. Un Paese da ricostruire dopo i disastri della guerra, il Concilio Vaticano II, la Chiesa e l’opzione preferenziale per i poveri – l’Ave pubblica i Documenti di Puebla, tratti dalla terza Conferenza generale dell’Episcopato latino-americano, svoltasi a Puebla nel 1979 –, il post terrorismo e la “nuova” Repubblica: c’è tutto un mondo in trasformazione da raccontare. E l’Ave non si tira indietro. Il primo successo editoriale risale al 1936 con il lancio del Vittorioso, lo storico giornale per ragazzi promosso dall’Ac, una delle principali testate a fumetti italiane, sulle cui pagine pubblicarono autori come Jacovitti, De Luca, Caprioli, Landolfi, Craveri.

Nel 1949 esce Famiglia, piccola Chiesa a firma di Carlo Carretto, che diventerà poi, nel corso degli anni, uno dei principali casi editoriali con milioni di copie vendute e traduzioni in tutto il mondo. Si fanno intanto strada le nuove problematiche del Paese, con i volumi di Federico Alessandrini, Igino Giordani, Giorgio La Pira. Spazi anche ad autori stranieri come Léon Bloy, François Mauriac e Charles Péguy. Nel dopoguerra, l’Ave si inserisce anche nell’editoria scolastica. E ancora i fumetti: nel 1951 esce Diario Vitt, un quadernetto con pagine rigate per gli appunti, che contiene i disegni di Jacovitti.

Teologia e profezia

Poi arrivano gli anni del Concilio Vaticano II. Teologia e saggistica in primo piano, e autori di grido: Hans Urs von Balthasar, Marie-Dominique Chenu, Yves Congar, Stanislas Lyonnet, Max Thurian. L’Ave si offre anche come canale editoriale della documentazione prodotta dalla Cei, con gli atti dei Convegni ecclesiali (Roma, 1976 e Loreto, 1985).

Non mancano, inoltre, volumi di vescovi della Chiesa italiana, da Antonio Poma a Anastasio Ballestrero, da Ugo Poletti a Enrico Bartoletti, da Carlo Maria Martini a Luigi Bettazzi. I libri di Giuseppe Lazzati e Carlo Carretto riscuotono un notevole successo. E poi, ancora, Vittorio Bachelet, don Tonino Bello, Oscar Cullmann, Ghisalin Lafont, Giuseppe Dossetti. Interessante un’intervista a Romano Prodi, nel 2002, allora presidente della Commissione europea.

E oggi? I tempi nuovi della crisi dell’editoria, in particolare quella di orientamento cattolico, offrono all’Ave – che continua a essere il braccio operativo dell’offerta formativa e culturale dell’Azione Cattolica – una sfida ancor più impegnativa. Il titolo di un libro, a firma di Edgar Morin, uno dei maggiori intellettuali del nostro tempo, La fraternità, perché. Resistere alla crudeltà del mondo (2020), denota una scelta di campo. La fraternità come stile del credente che si impegna per la pace e la giustizia nel mondo.

Recapiti
Gianni Di Santo