Fiorita all’interno dell’Azione cattolica italiana, l’Editrice Ave «è stata – in questi 90 anni – un grande laboratorio a supporto della vita associativa e al contempo, un’interfaccia tra l’Associazione e il cambiamento culturale». Con queste parole, Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Ac, ha aperto i lavori dell’evento con il quale venerdì 17 ottobre sono stati celebrati i 90 anni di attività dell’Editrice Ave.
Nella cornice di Palazzo Rospigliosi, l’Associazione e l’Editrice hanno voluto festeggiare questa tappa così importante attraverso una tavola rotonda, moderata dalla giornalista Giuseppina Paterniti, che ha visto alternarsi le voci di: Fabio Mazzocchio, direttore editoriale dell’Editrice Ave, Antonella Ferrara, presidente e direttrice artistica del Taormina Book Festival, padre Giuseppe Riggio s.j., direttore della rivista Aggiornamenti Sociali e Alessandro Zaccuri, direttore della comunicazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. L’incontro ha preso avvio nel solco di una rinnovata memoria grata con un pensiero particolare che Fabio Mazzocchio ha rivolto a Paolo Trionfini, colonna portante e preziosa di questa storia e prematuramente scomparso nell’aprile 2025.
L’Ave e i cambiamenti dell’editoria
È una storia quella dell’Ave che, come ha altresì sottolineato la giornalista Giuseppina Paterniti, è intimamente connessa alla vita delle persone e ad un modo di essere cristiani profondamente radicati nella Chiesa. Ma è una storia che al contempo vive e attraversa i diversi cambiamenti in atto nell’editoria. Uno tra tutti quello dell’estrema velocità che, come ha osservato Fabio Mazzocchio, spesso sconvolge la progettualità. L’Ave ha tra le sue matrici generative quella di accompagnare la storia dei credenti e di chi credente non è e ciò implica dunque un rinnovato impegno a vivere questi cambiamenti adeguando strumenti, linguaggi, forme e produzioni editoriali e al contempo lavorando su tematiche che vincono l’estemporaneità delle questioni.
Padre Giuseppe Riggio s.j., direttore della rivista Aggiornamenti Sociali, ha osservato come unitamente al paradigma della velocità che per “restare a galla” spinge a pubblicare sempre di più e ciò spesso a scapito della qualità, c’è un altro elemento con il quale l’editoria è chiamata costantemente a confrontarsi: il “fattore tempo”. Rispetto alle serie tv o ai social, infatti, la lettura implica la necessità di scegliere un tempo particolare per sé che tocca l’intera società. In questo quadro, se da un lato, dunque, il ruolo dell’Editrice Ave nella formazione ecclesiale e culturale rimane identico nel tempo, nell’ottica del servizio e dell’accompagnamento alla vita dell’Associazione (attraverso i cammini formativi, le riviste, la sussidiazione nei tempi forti, il discernimento culturale), dall’altro lato si intende rafforzare l’impegno a “parlare con altri”, accogliere le parole provocatorie del mondo e farsi mediazione della realtà complessa senza svilirla.
Racconto e divulgazione. Quale “lingua” adottare in questo tempo?
«Racconto e narrazione sono forme di ospitalità e accoglienza» ha osservato Antonella Ferrara, presidente e direttrice artistica del Taormina Book Festival, perché consentono all’altro di entrare nel testo. Nonostante la complessità e i numerosi cambiamenti del tempo presente, il racconto deve dunque continuare a parlare al cuore dell’uomo con prossimità, afferma Alessandro Zaccuri, direttore della comunicazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore: «ogni epoca ha il suo spauracchio ma questo non è un buon motivo per smettere di raccontare».
Il racconto e il modo di raccontare in genere, del resto, fa la differenza anche nelle nostre società in cui l’analfabetismo funzionale è sempre più dilagante e il lettore non comprende ciò che legge. Quale lingua adottare allora per questo racconto in questo tempo? Il linguaggio del libraio, dell’editore, è uno strumento che consiglia ma senza imporre, che si impegna a custodire la profondità senza semplificarla magari attraverso degli slogan. È un linguaggio che non è aggressivo e violento ma neanche compiacente e accomodante: è capace di dire la verità senza aggredire ma anche senza nascondersi.
Modalità di comunicazione e promozione dei libri
Oggi la promozione del libro non si esaurisce nell’esserci dell’autore ma nel progettare esperienze. Si pensi ad esempio ai festival, vere e proprie “storie a puntate” che utilizzando il pluralismo dei media interpretano un tema. Attraverso questi eventi si oltrepassano le pagine di un libro, tirando fuori i temi che trasversalmente essi vogliono promuovere e si contaminano e sintetizzano altre arti. Il pubblico è accompagnato, ascoltato e coinvolto ancora prima che la manifestazione prenda avvio. Parimenti anche lo spazio del digitale, che ha dato vita all’audiolibro, ha fatto nascere i podcast ed è tra gli altri, anche lo spazio che il lettore usa per informarsi, è un altro campo che in tal senso va abitato con consapevolezza: nella misura in cui il digitale entra in una sfera di relazioni reali, diventa un connettore potentissimo.
Per continuare a creare ponti tra passato e futuro
In tale orizzonte, quali parole e posture è possibile valorizzare per continuare a costruire nuovi ponti di bene e di cultura? Ne sono emerse circa una decina che, come osservato da Fabio Mazzocchio, «fanno pensare ad un possibile programma editoriale». Ne attraversiamo insieme di seguito alcune come promessa di futuro e rinnovato augurio:
- Ascolto di chi riconosce nell’altro un interlocutore e non un target
- Profezia nel continuare a dire parole che interpellano
- Fragilità a cui continuare a dare dignità in questo tempo pubblicando testi che non temono di mostrare il cammino e non solo l’arrivo, la caduta e non solo il trionfo
- Curiosità per guardare e accogliere le novità di ieri e di oggi
- Avere cura di noi stessi, degli altri, dei temi che affrontano
- Creatività come capacità di osare e cambiare punto di vista, adattarsi rispetto a ciò che ci crea più fatica
- Comunità perché ci si prende cura sempre di un insieme e…insieme
- Spirito, parola fondamentale perché è l’idea di una voce che parla dentro di noi ed è anche parola che richiama il sorriso
- Grazia che si sorprende dappertutto e ci sposta verso la bellezza, l’eleganza, le cose ben fatte
- Profondità: l’editoria è chiamata ad essere profonda nella lettura della realtà, nella proposta editoriale, nelle scelte
- Spiritualità non disincarnata e lontana dalle fatiche
- Essere in rete in modo non dispersivo ed inefficace ma con un’identità chiara e specifica di contenuti per stare in modo responsabile nella complessità, in questo tempo.
*Claudia D’Antoni è Coordinatore editoriale dell’Editrice Ave