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A metà del periodo di elezioni regionali che contraddistingue questo autunno, è già tempo di primi bilanci. Le urne non ci hanno consegnato enormi sorprese: nelle Marche, in Calabria e in Toscana hanno prevalso i presidenti uscenti, confermando le previsioni della vigilia. I dati elettorali più interessanti si riscontrano piuttosto nei voti ai partiti, con Lega e Movimento 5 Stelle che faticano a mantenere le percentuali ottenute nei precedenti appuntamenti elettorali, il Partito Democratico che si conferma forte nelle elezioni locali e perno centrale del Campo Largo, e Fratelli d’Italia che consolida i consensi, forte della stabilità del governo di Giorgia Meloni.
La sfida si è tenuta anche online, seppur con campagne elettorali digitali più brevi, tipiche delle tornate amministrative. Anche in elezioni che hanno rispettato le attese, il ruolo del web e della comunicazione dei candidati va esplorato. In questa breve panoramica si considerano le menzioni online ai candidati nel dibattito pubblico italiano, l’engagement ottenuto sui profili social durante la campagna elettorale, e i post più popolari nei profili stessi.
Prima di addentrarsi nei dati delle singole regioni – a cui non abbiamo aggiunto la Valle d’Aosta, nel cui sistema politico non si prevede l’elezione diretta del presidente di regione da parte dei cittadini – è interessante osservare la presenza di questi appuntamenti elettorali nel dibattito online. Nel grafico sottostante si può vedere l’evoluzione delle menzioni alle tre diverse elezioni negli ultimi due mesi. Come si nota, tutte hanno seguito un andamento sostanzialmente speculare, con un prevedibile incremento nel giorno dei risultati: il picco più significativo è quello delle elezioni calabresi, mentre la Toscana ha fatto registrare il picco più basso. Si nota, inoltre, come l’andamento delle citazioni precedente ai giorni elettorali non sia stato caratterizzato da volumi particolarmente evidenti, non superando mai le 4.000 menzioni giornaliere.
Toscana
La riconferma di Eugenio Giani alla presidenza della Toscana era ampiamente prevista dagli osservatori, e il trend del dibattito online conferma in parte la disparità con il candidato del centrodestra Alessandro Tomasi. Lo si evince nel grafico sottostante: per tutta la campagna elettorale, Tomasi non è mai stato più citato del proprio avversario. È, anzi, proprio Giani ad aver avuto dei picchi (seppur contenuti) in termini di menzioni online in Italia. L’unico picco in cui i due sfidanti si equivalgono è intorno al 10 ottobre: è il giorno dell’evento di chiusura della campagna elettorale del candidato del centrodestra, a cui ha partecipato anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – una presenza che ha sicuramente garantito un boost di attenzione mediatica e digitale.
Analizzando le performance dei profili social dei due candidati, tuttavia, emerge una situazione molto più sfaccettata. Giani supera l’avversario nel conto totale delle interazioni ottenute nel periodo analizzato (corrispondente all’ultimo mese di campagna elettorale) sui propri profili social, andando oltre 50.000 tra like, reazioni, commenti e condivisioni. Tomasi però si difende bene, superando quota 30.000 interazioni totali con un’ottima performance in particolare su Instagram, dove l’engagement totale è molto vicino a quello collezionato dal presidente. Quello del sindaco di Pistoia è un risultato notevole soprattutto considerando i follower dei suoi profili, che non superano i 55.000 tra Facebook e Instagram, una base decisamente inferiore ai più di 390.000 che seguono Giani e che, vista in prospettiva, mostra come l’attività sui social di Tomasi sia stata molto efficace in termini di performance. Il capitale politico e mediatico di Eugenio Giani è senza dubbio riflettuto anche nella vasta audience dei suoi profili social, ma Tomasi ha raggiunto, da un punto di partenza in linea con la politica locale da cui proviene, un parziale successo in termini di campagna elettorale online.
I buoni risultati di Tomasi non si riflettono solo nell’aggregato, ma anche analizzando i post più performanti del periodo. In due occasioni il candidato riesce ad avvicinarsi ad un engagement di 15.000 interazioni. Si tratta, in entrambi i casi, di due contenuti Instagram pienamente politici: un video che celebra la campagna elettorale, emozionale e speranzosa, e uno spezzone dal dibattito con l’avversario a Sky TG24, in cui parla del tema della sicurezza partendo dalla sua esperienza di vita in una casa popolare. Eugenio Giani, invece, supera questa soglia solo con contenuto non inerente alle elezioni – un video tributo alla vittoria nei 100 metri della campionessa paralimpica toscana Ambra Sabatini (che tocca un engagement di 88.000) – e con un post di ringraziamento ai cittadini dopo la vittoria
Non ci è dato sapere se i risultati social di Alessandro Tomasi abbiano semplicemente energizzato una base già ampiamente conquistata, o se abbiano effettivamente avuto un influsso elettorale positivo, seppur in un contesto politico più complicato per il centrodestra. Ciò che è certo è che l’attività su Facebook e Instagram del candidato del centrodestra è da annoverare tra i punti di forza della sua corsa elettorale.
Calabria
L’uscente Roberto Occhiuto era il favorito per la vittoria, ma il risultato finale in netto favore della coalizione di centrodestra è andato anche oltre le aspettative iniziali. Nelle menzioni online invece la sfida è stata in sostanziale parità, senza exploit di rilievo. Nel grafico si può vedere l’andamento, con il primato di Occhiuto nel giorno del successo elettorale. Nei giorni precedenti spiccano due momenti: il 30 settembre Occhiuto raggiunge un picco di citazioni corrispondente, anche in questo caso, con l’evento di fine campagna e la partecipazione della presidente Meloni; mentre nel periodo immediatamente successivo, tra il 3 e il 5 settembre, è Tridico a guadagnare maggiori citazioni online, in particolare per la presenza in Calabria di Giuseppe Conte, ma anche per il dibattito per la sua proposta di sospendere il bollo auto per i cittadini calabresi.
Guardando invece alle performance social, si nota un’evidente discrepanza tra il risultato alle urne e quello dei profili dei candidati. I social del vincitore Occhiuto, nel mese finale di campagna elettorale, hanno ottenuto dei risultati non entusiasmanti seppur solidi. L’esponente di Forza Italia partiva da una discreta base di follower su Facebook e Instagram (in entrambi i casi intorno ai 128.000) raggiungendo un engagement molto simile su entrambi i profili (intorno alle 150.000 interazioni). È un risultato che racconta una campagna social senza exploit, ma forte di un vantaggio politico da difendere.
A impressionare è, invece, la performance ottenuta dai profili di Tridico: da una base di follower molto più ridotta dell’avversario, l’europarlamentare pentastellato è riuscito a raccogliere un engagement di più di 900.000 interazioni. Facebook, in particolare, è il terreno dove Tridico ha raggiunto numeri veramente significativi – i più alti di questa tornata elettorale. È un successo che però non ha trovato conferma nelle urne, e che deriva probabilmente da numerosi fattori coincidenti con il partito di provenienza di Tridico: l’expertise del Movimento 5 Stelle nella gestione di una campagna di opposizione, ma anche il forte endorsement di Giuseppe Conte e una base storicamente attiva sui social hanno contribuito al risultato.
Tuttavia, like e commenti non si traducono automaticamente in voti, e l’elezione calabrese ne è il perfetto esempio. Inoltre, pur venendo battuto nell’engagement complessivo, anche Roberto Occhiuto ha dimostrato durante la campagna elettorale di poter ottenere interazioni significative con i propri post. Ne sono un esempio i video in cui propone il proprio “reddito di merito” (20.000 interazioni) e parla dell’orgoglio di rappresentare la Calabria (17.000 interazioni). Si tratta di post emozionali, ma propositivi e speranzosi, perfettamente in linea con il proprio ruolo di presidente uscente. Tridico, invece, ha dovuto attaccare di più l’avversario nella propria posizione di sfidante, come nel caso di un video in cui critica Occhiuto e il ministro Matteo Salvini sul progetto del ponte sullo Stretto, ottenendo 23.000 interazioni.
Marche
Quella delle Marche era, agli occhi degli osservatori, la sfida più aperta del periodo di elezioni regionali. Stando al grafico che mostra le menzioni dei due candidati, si evince una sostanziale parità anche all’interno del dibattito online. L’evento mediaticamente più rilevante della campagna è stata la notizia dell’indagine aperta nei confronti di Matteo Ricci, candidato del centrosinistra ed ex sindaco di Pesaro. È un tema che potrebbe aver avuto un ruolo decisivo nel risultato finale, ma che non ha alimentato una campagna elettorale particolarmente burrascosa: il grafico ci mostra un andamento senza picchi rilevanti, e con un pareggio di citazioni anche nel giorno della vittoria dell’uscente Francesco Acquaroli: a spiccare è il 17 settembre in cui, come nelle occasioni già citate, è la presidente Meloni a garantire un aumento di menzioni con la presenza ad un evento del proprio candidato.
Anche nella performance social dei due candidati si registrano meno elementi significativi rispetto a Toscana e Calabria. Acquaroli e Ricci si equivalgono in termini di follower assoluti (anche se Ricci ha una ampia base su X, social poco utilizzato in campagne elettorali regionali), mentre per quanto riguarda l’engagement è l’ex sindaco di Pesaro a vincere la battaglia. Nel caso di Ricci si tratta di numeri paragonabili a quelli di Occhiuto in Calabria, mentre le interazioni totali di Acquaroli sono, al momento, le più basse della tornata elettorale (tra i candidati delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra).
Sono dei risultati social forse deludenti per quella che era definita la battaglia più aperta della tornata elettorale. Anche considerando i singoli post più performanti non si notano molti contenuti che spiccano. Fa parzialmente eccezione il post con più interazioni di Matteo Ricci, in cui risponde duramente a un attacco da parte del leader della Lega Matteo Salvini, ottenendo 17.000 interazioni, mentre Acquaroli ha condotto una campagna molto conservativa, raggiungendo la doppia cifra di interazioni solo in un post di ringraziamento dopo la vittoria.
Questi dati ci raccontano tante storie diverse, ma con un filo comune: la campagna elettorale sui social sembra aver avuto – per lo meno al momento – un’influenza limitata sugli esiti delle elezioni regionali, maggiormente condizionate invece dal contesto storico e politico, dal fattore di avere un presidente uscente, e dalla forza della candidatura stessa. Tuttavia, anche le campagne social ci spiegano parte del risultato. In Toscana, Eugenio Giani ha dimostrato uno standing non indifferente agli occhi dei cittadini, che sfocia anche nei buoni risultati dei propri profili. Tomasi, invece, ha probabilmente condotto la campagna giusta sui propri social, ma è il contesto regionale e politico a non avergli permesso di trarne i frutti. Lo stesso vale per l’exploit di Tridico – che però rispetto al sindaco di Pistoia era già un personaggio noto sul suolo nazionale. Infine, se nelle Marche si evince una campagna un po’ sottotono, bisogna considerare anche la dimensione della regione, molto meno popolata della Toscana. In questo senso, emerge con ancor più forza la performance di Pasquale Tridico, capace di raggiungere il numero di interazioni più alto tra tutti candidati in una regione con una popolazione di poco superiore a quella delle Marche.
In ogni caso, il dato che sta emergendo in quest