Il caso di Campania, Puglia e Veneto
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Il periodo di elezioni regionali dell’autunno 2025 è volto al termine senza particolari sorprese, con un sostanziale pareggio tra i due schieramenti. I risultati del 23 e 24 novembre, considerati ampiamente prevedibili da analisti e sondaggi, hanno confermato le aspettative. Ad accomunare le sei regioni a statuto ordinario che sono andate al voto è la conferma dello status quo: non solo gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra hanno mantenuto la guida delle regioni già precedentemente governate, ma solo in Campania si è definito un cambio nel partito di provenienza del presidente.
Nelle elezioni regionali il contesto sociopolitico è un fattore difficilmente scalfibile dalla campagna elettorale sui social. Tuttavia, le performance digitali dei candidati raccontano una parte importante della sfida elettorale. Dopo l’analisi su Marche, Calabria e Toscana, ecco una panoramica rivolta a Campania, Puglia e Veneto, in cui si considerano le menzioni online ai candidati nel dibattito pubblico italiano, l’engagement ottenuto sui profili social durante la campagna elettorale, e i post più popolari nei profili stessi.
Prima del focus sulle singole regioni, una valutazione sulla presenza dei tre appuntamenti elettorali nel dibattito online dell’ultimo mese di campagna (nel grafico sottostante): a saltare all’occhio è la differenza di menzioni tra Puglia e Veneto – relativamente simili – e la Campania: pur trattandosi di elezioni concomitanti, lo scarto è netto sia nel giorno dei risultati, sia nel periodo precedente. A incidere è stato un mix di fattori. La Campania era considerata il terreno di battaglia potenzialmente più contendibile dalla parte avversa (pur con un centrosinistra favorito): la maggioranza di governo, e in particolare Fratelli d’Italia, hanno scelto di investire un capitale politico non indifferente nella candidatura di Edmondo Cirielli. Le polemiche sulla barca di Roberto Fico e i vivaci comizi del centrodestra hanno contribuito a una campagna elettorale movimentata, che emerge chiaramente nel confronto delle menzioni online.
Campania
Scorporando le menzioni dei singoli candidati alla presidenza della Regione Campania, si evidenzia un ulteriore disparità: Roberto Fico è stato il candidato più menzionato sul web durante l’intero mese finale di campagna. Nel giorno della vittoria elettorale le menzioni all’ex Presidente della Camera hanno superato quota 8.000 – il risultato giornaliero più alto dell’intero periodo – ma anche nei giorni precedenti il divario è piuttosto ampio. Un primato mediatico da ascrivere all’essere sia una figura politica nazionale, sia una candidatura che attirato alcune controversie (anche interne allo stesso Campo Largo): il centrodestra ha quindi puntato su una campagna mediatica rumorosa e negativa contro Fico, pur non riuscendo nel difficile compito di ribaltare il pronostico iniziale.
Se l’andamento delle menzioni online riporta un ampio scarto tra i due candidati, la performance delle campagne social racconta una storia diversa. Come si evince dai dati sottostanti, sommando le interazioni ottenute nel periodo analizzato (corrispondente all’ultimo mese di campagna elettorale) Fico sorpassa Cirielli solo di poco, superando entrambi 50.000 tra like, reazioni, commenti e condivisioni. Cirielli, in particolare, oltrepassa l’avversario nelle interazioni su Facebook, mentre Fico ha la meglio su Instagram e TikTok. Proprio di TikTok è interessante l’utilizzo da parte dei due candidati – a dimostrazione di una campagna senza esclusione di colpi. In generale, se la performance di Fico sui suoi profili è da ritenersi positiva, è quella di Cirielli ad essere particolarmente degna di nota: guardando infatti alla quantità di follower che le pagine social dei candidati avevano a disposizione, è evidente come il candidato del centrodestra abbia raggiunto un risultato notevole con una base nettamente minore rispetto all’avversario. La quantità di follower a disposizione di Roberto Fico – la più ampia tra tutti i candidati – è un lascito del lungo periodo da esponente di punta del Movimento 5 stelle e terza carica dello Stato, ma nel periodo di campagna elettorale è stato Edmondo Cirielli a mobilitare la propria base in modo più efficiente.
Fico ha vinto anche la sfida del singolo post più performanti con un contenuto di celebrazione della vittoria che supera le 29.000 interazioni, ma si fa notare anche con un video più leggero su TikTok, da 13.000 interazioni – in cui aiuta a cucinare dei panzarotti napoletani. Al tempo stesso, l’ottima performance social di Edmondo Cirielli trova conferma anche nei singoli contenuti: il viceministro agli Affari Esteri si attesta intorno alle 15.000 interazioni sia con una foto ironica che paragona il pubblico del proprio evento con quello dell’avversario, sia con un post più istituzionale insieme alla presidente Meloni.
Puglia
Il risultato pugliese era dato invece quasi per scontato, con un’affermazione netta di Antonio Decaro ampiamente nelle previsioni. Nelle menzioni online si nota un contesto con pochissimi picchi di salienza, segno di una campagna elettorale con poche occasioni di entrare nel dibattito pubblico nazionale. Sono due gli exploit degni di nota: le menzioni di Decaro sono naturalmente esplose alla notizia dell’elezione (nel mese precedente non si segnalano invece discussioni rilevanti sull’ex sindaco di Bari), mentre per Luigi Lobuono è il 10 novembre ad essere l’outlier delle proprie citazioni online. Si tratta del comizio di coalizione a sostegno del candidato nel capoluogo regionale: la presenza della presidente del Consiglio Meloni è stata decisiva, così come delle dichiarazioni del leader della Lega Matteo Salvini sulla necessità di far uscire dal Paese “gli immigrati che non rispettano l’Italia”.
Nelle performance social, invece, è più evidente la discrepanza tra Decaro, ampiamente favorito in partenza, e lo sfidante Lobuono. L’engagement totale del candidato del centrosinistra supera le 400.000 interazioni: un buon risultato, pur partendo da una base di follower molto ampia (come nel caso di Fico). Decaro, infatti, cura i propri profili social con costanza dai tempi del proprio mandato come primo cittadino barese: una base fondamentale per una campagna elettorale. È interessante, in particolare, come la performance del proprio profilo Instagram sia stata particolarmente efficace, superando quella di Facebook.
Il numero di follower totale di Luigi Lobuono era invece il più basso tra tutti candidati delle due coalizioni principali, a conferma della difficile partita che l’imprenditore ha mosso contro Decaro. Proprio per questo la performance in termini di interazioni è da ritenersi considerevole: nonostante una base follower di poco sopra i 10.000, i suoi due profili sono stati capaci di farsi notare e mobilitare un pubblico ampio, in particolare su Facebook dove l’engagement ha toccato quota 134.000.
Guardando ai post più performanti, si nota però come Lobuono non sia mai riuscito a sfondare il muro delle 4.000 interazioni – andandoci vicino con un video di un punto stampa in cui polemizza con i sondaggi comunicati dal centrosinistra. Decaro, invece, è riuscito ad essere più virale grazie a due video pubblicati su Instagram da oltre 36.000 interazioni. Si tratta di un video emozionale dopo l’annuncio della vittoria e uno spot elettorale particolarmente riuscito, in cui ironizza sull’importanza di votare: quest’ultimo è uno dei contenuti con più interazioni dell’intera tornata elettorale.
Veneto
Come per la Puglia, anche la partita veneta era data per scontata, sulla falsariga della vittoria schiacciante ottenuta da Luca Zaia nel 2020. E anche in questo caso si nota un andamento delle menzioni senza picchi giornalieri oltre quota 1.000: la campagna elettorale non è entrata pienamente nel dibattito nazionale, rimanendo confinata alla regione del nordest. Le menzioni dello sfidante Giovanni Manildo si sono mantenute molto basse, mentre i due rilevamenti più alti di Alberto Stefani – oltre all’evidente giorno del risultato – sono relativi all’ufficiale candidatura nelle liste regionali del presidente uscente Zaia e di un comizio del leader leghista Salvini a Padova.
Se Stefani non è entrato facilmente nel dibattito pubblico online del Paese, lo stesso non si può dire dei suoi canali social: come emerge dal grafico sottostante, le performance dei suoi due canali (Facebook e Instagram) sono state notevoli. Stefani si è avvicinato alle 500.000 interazioni totali – un risultato in linea con quello di Roberto Fico e Antonio Decaro – ma partendo da una base follower decisamente inferiore rispetto agli altri due neopresidenti. Insomma, il giovane candidato della Lega è stato responsabile di una campagna social di grande impatto, che ha saputo mobilitare un pubblico ampio nonostante il rischio di una “minor presa” dovuta a una vittoria data per scontata. Stefani è il primo presidente di regione millennial, un dato generazionale che si riflette anche nella composizione dei propri profili social: è l’unico tra i principali candidati del periodo elettorale ad avere ottenuto non solo maggiori interazioni sul proprio profilo Instagram (superando quota 300.000), ma anche ad avere un seguito maggiore proprio su Instagram – social media ampiamente più usato dagli under 35 rispetto a Facebook.
Le performance social del candidato del centrosinistra Manildo sono invece da considerarsi le meno incisive tra tutti i principali candidati. La sfida dell’ex sindaco di Treviso era in salita, partendo peraltro da una base di follower piuttosto ridotta, e durante il mese finale di campagna elettorale non è riuscito a sfondare con i propri contenuti online, assestandosi di poco sopra le 100.000 interazioni totali.
Tra i post più performanti si nota il ringraziamento di Stefani dopo la vittoria su Instagram vicino alle 30.000 interazioni, ma anche un post più personale in ricordo della nonna, mancata proprio nelle ore dell’elezione. Per Manildo, nonostante la performance sottotono, è da segnalare un post dopo la sconfitta da oltre 8.000 interazioni, in cui esprime comunque parole positive per il risultato.
I risultati dei tre appuntamenti elettorali del 23 e 24 novembre, visti come ampiamente prevedibili dagli osservatori, sono stati rispecchiati anche dai risultati delle campagne social. È particolarmente evidente nei risultati di Puglia e Veneto, in cui i due candidati favoriti sono emersi nettamente vincitori anche nel numero di interazioni raggiunte: e se lo standing regionale (e nazionale) di Antonio Decaro non era in discussione, a colpire è invece la capacità di raggiungere un grande pubblico di Alberto Stefani