Il CNDCEC ha diffuso un nuovo documento di analisi sul Testo Unico IVA (TU IVA), approvato in via preliminare dal Governo lo scorso luglio e attualmente in fase di coordinamento con gli altri decreti attuativi della riforma tributaria.
Nel dossier, i professionisti esprimono apprezzamento per l’imponente lavoro di ricognizione dell’Agenzia delle Entrate, ma al tempo stesso avvertono che la tempistica per l’entrata in vigore – prevista al momento per il 1° gennaio 2026 – rischia di essere troppo serrata.
La principale criticità individuata dal CNDCEC riguarda la sovrapposizione tra il TU IVA e il cosiddetto Decreto ETS, che modifica lo stesso d.P.R. n. 633/1972. Le due riforme, viaggiando “su binari paralleli”, rischiano di creare disallineamenti normativi proprio alla vigilia dell’avvio del nuovo sistema.
Le Commissioni parlamentari, nelle ultime settimane, hanno espresso parere favorevole con osservazioni, invitando il Governo ad aggiornare e coordinare i due testi. Il TU IVA, infatti, dovrà recepire le modifiche introdotte dal Decreto ETS prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Un’ipotesi sempre più probabile è quella di una proroga di un anno, che sposterebbe l’efficacia di tutti i Testi Unici fiscali – inclusi IVA, accertamento e imposte sui redditi – al 1° gennaio 2027. La misura potrebbe essere inserita nel tradizionale decreto “Milleproroghe” di fine anno.
Secondo il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo, il rinvio consentirebbe una transizione graduale, soprattutto per gli enti del Terzo settore, chiamati a passare dal regime di “esclusione” a quello di “esenzione” IVA.
Il documento guarda anche oltre il 2026. La legge delega fiscale prevede infatti la redazione di un Codice del Diritto Tributario entro il 2029, che riunirà in un unico testo le norme fiscali italiane.
Per evitare continui cambi di numerazione, i commercialisti propongono di mantenere la numerazione dei singoli Testi Unici all’interno di allegati separati del futuro Codice.
Redazione redigo.info