Il rallentamento del tasso d’inflazione annuo a +1,2%, secondo i dati definitivi ISTAT sui prezzi al consumo di ottobre 2025, è ingannevole: il carovita morde ancora i beni essenziali. I prezzi sono già saliti moltissimo negli anni precedenti e sono stati assorbiti nei listini senza mai scendere rispetto ai picchi del passato. Ciò rappresenta un segnale drammatico di una crisi che colpisce in modo sproporzionato i consumatori e le famiglie a basso reddito costretti a tagliare sulla spesa alimentare, spendere di più per acquistare di meno e fare la spesa al discount.
Di fronte a questo scenario, ribadiamo e rafforziamo le proposte di emendamento già inviate ai Parlamentari in vista della Legge di Bilancio, per dare un segnale concreto alle famiglie in difficoltà a partire dall’azzeramento dell’IVA sui beni di prima necessità e la riduzione dell’IVA al 5% sui prodotti per la prima infanzia; una fiscalizzazione degli oneri generali di sistema sulle bollette di elettricità e gas, per alleggerire i costi energetici che hanno contribuito ad alimentare la crescita dei listini alimentari e interventi urgenti sull’aumento dei redditi per sostenere il potere d’acquisto, tra i più bassi d’Europa.
Questi interventi sono talmente necessari, soprattutto considerando l’aumento già certificato del prezzo dei carburanti – che avrà una ricaduta diretta e immediata sui prezzi al consumo, visto che l’80% delle merci viaggia su gomma – e le previsioni di un ulteriore incremento dei costi energetici legati all’acquisto del gas liquido dagli Stati Uniti.
La gente fatica a far quadrare i conti e ad arrivare a fine mese. Serve intervenire ora prima che sia troppo tardi.