Intervista a Luigi Incarnato: «In Calabria i socialisti possono dare un contributo prezioso, di pragmatismo e di visione» - Partito Socialista Italiano

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di Daniele Unfer

Luigi Incarnato è il segretario regionale del Psi in Calabria e presidente del Consiglio Nazionale del Partito. Domenica 5 e lunedì 6 ottobre si vota per eleggere il presidente della Regione e per il rinnovo del consiglio regionale. Per la presidenza si sfidano il governatore uscente Roberto Occhiuto dimessosi dall’incarico per poi ripresentarsi; l’europarlamentare del M5S Pasquale Tridico, appoggiato dal centrosinistra e Francesco Toscano, con Democrazia sovrana e popolare. Con Incarnato facciamo il punto.

Come si presentano i socialisti nella tua Regione e quale il loro contributo possibile al centrosinistra?

«Si presentano in buona forma, forse mai come in questa fase, ovviamente alienando i fasti del passato. Le motivazioni politiche e culturali sono intense, si è risvegliato un “sentire” in una regione che ha tanto bisogno del pragmatismo e della visione dei socialisti. Le urne improvvise e ad uso personale di Occhiuto non ci hanno permesso di sedimentare la nostra lista, che certamente avremmo impiantato a scadenza naturale. Ma non per questo il nostro contributo non sarà determinante all’interno del centrosinistra. Abbiamo poi l’unico candidato socialista in campo in tutta la Calabria, la giovane e brillante Pina Incarnato nella lista Democratici e Progressisti per Tridico. Sono certo che l’orgoglio socialista della grande provincia di Cosenza si farà sentire».

La Calabria ha conosciuto un periodo travagliato. Occhiuto che si dimette per poi ricandidarsi. Che ne pensi?

«Occhiuto si dimette e poi si ricandida in un drammatico video social lasciando la Regione in mutande nel cuore di agosto. Un fatto senza precedenti. Una decisione cinica e inquietante dettata da ragioni di carattere giudiziario e politico. Legate tra loro. Andare presto al voto così da precedere eventuali sviluppi processuali ma soprattutto fare prima di essere messo alla porta dalla sua stessa coalizione. Una vicenda gravissima sul piano istituzionale e politico. Vertici romani agostani hanno provato a sostituire la candidatura ma non c’è stato niente da fare. Occhiuto deve fare questo ultimo giro a tutti i costi, anche a costo di riconsegnare la Calabria al voto tra un anno tenendo in ostaggio una terra in ginocchio. Unica condizione posta da Meloni per questa pantomima cinica e bara, la presenza di Wanda Ferro nelle liste. Un sottosegretario agli Interni che scende in campo, anche questo un fatto inedito e inquietante. Una ingerenza istituzionale mai vista. Il progetto è fare di Ferro la “badante” di Occhiuto. La commissaria. Prima di prenderne il posto. Ma sono certo che i calabresi sapranno scegliere bene domenica e lunedì».

Quali le criticità della Regione a cui mettere mano con più urgenza?

«Non si sa da dove iniziare in Calabria. Da socialista, amministratore consolidato, uomo delle istituzioni e pragmatico, dico che è davvero difficile scegliere da dove iniziare. Per amore di sintesi e praticità dico la sanità. Se ne sparla assai ma in pochi hanno in mente cosa fare. Risorse idriche, la nostra grande ricchezza che sprechiamo. Trasporti, recupero delle aree interne consegnandole alla ricettività. Tanto, tantissimo da fare. Ma soprattutto direi un clamoroso e stratificato piano di moralizzazione e trasparenza della politica e della Regione. Basta clientelismo. Basta bandi su misura, appalti sospetti, trasversalismi nefasti con colletti bianchi e cosche. Se la Cittadella non diventa di cristallo la Calabria non si rialzerà mai».

Cosa pensi del Ponte sullo Stretto e della gestione del progetto: uno spreco, un’occasione, solo propaganda o cosa?

«Per essere seri, il ponte non è in discussione. Chi può essere contrario ad una infrastruttura del genere, scherziamo. Il punto è un altro, che il ponte è solo un plastico elettorale di Salvini che nel frattempo sottrae alla Calabria i soldi per l’alta velocità ferroviaria e lascia i treni in modalità medioevale. Per non dire delle principali strade di collegamento. Chi scende in aereo a Lamezia da Milano in un’ora e mezza di volo poi deve impiegare un’altra ora e mezza per raggiungere Tropea. Questa è la Calabria. E Salvini gioca con il plastico del ponte, immaginando uso di risorse che non ci sono, sottraendo quelle vere a ferrovie e strade calabresi. Il problema non è mai stato il ponte. Il problema è Salvini».

I socialisti sono storicamente ben radicati nella tua regione. Cosa ti aspetti da queste elezioni?

«Come ti dicevo non abbiamo la nostra lista. Ma l’identità e l’orgoglio soffieranno dietro l’unica socialista in campo. Pina Incarnato. Mi aspetto un ottimo risultato».

Possono essere queste elezioni un passo per la costruzione di una coalizione più ampia?

«Questa volta il centrosinistra si presenta unito. Non era scontato. È già qualcosa ma non basta, nel senso che potrebbe non bastare. Vedi, quello che manca fin qui al di là delle sigle unite è l’idea di rinnovamento degli attori in campo. Da applicare e da trasmettere ai cittadini. Rinnovamento non tanto e non solo in termini anagrafici ma soprattutto di profili e contenuti. Sotto questo aspetto il centrosinistra poteva fare meglio in Calabria. Ma ora andiamo a vincere con Pasquale Tridico e mandiamo il modello Occhiuto a casa. Il resto verrà di conseguenza, in ogni caso…».

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