Negli ultimi anni la formazione aziendale ha vissuto una trasformazione profonda. I corsi frontali, basati su lunghi momenti di ascolto passivo, non sono più sufficienti per preparare le persone ai cambiamenti rapidi che le organizzazioni stanno attraversando.
La tecnologia evolve, l’intelligenza artificiale entra nei processi, i modelli di lavoro cambiano, i ruoli si ibridano. Serve un modo diverso di apprendere.
La formazione esperienziale e innovativa nasce proprio da questa esigenza. Non è un seminario, non è una lezione, non è un workshop standard. È un percorso che combina contenuti, interazione, sperimentazione, casi reali e momenti di progettazione concreta, così che ogni partecipante possa apprendere non solo cosa cambiare, ma come farlo.
È un tipo di formazione che attiva, coinvolge, muove, spinge all’azione. Rende l’innovazione comprensibile e la trasforma in un’esperienza vissuta.
La formazione funziona quando genera consapevolezza, fiducia e movimento. I percorsi esperienziali riescono a farlo perché alternano teoria, pratica, confronto, esercizi, simulazioni, momenti di gruppo e riflessioni individuali. Si impara facendo, discutendo, osservando, collaborando e mettendo subito in pratica ciò che si scopre.
Quando un’organizzazione affronta un cambiamento – tecnologico, culturale o organizzativo – la formazione esperienziale diventa un acceleratore: aiuta le persone a capire la direzione, a riconoscere le opportunità, a superare resistenze e a immaginare come utilizzare strumenti nuovi nel proprio lavoro.
È particolarmente utile con i temi che generano più incertezza: intelligenza artificiale, nuove tecnologie, nuovi processi, ridefinizione di ruoli e competenze.
Un esempio concreto: un percorso di AI Literacy per un team manageriale
In uno dei nostri progetti più recenti, una grande azienda ci ha chiesto di costruire un percorso di formazione esperienziale sull’intelligenza artificiale per un gruppo di manager. La difficoltà principale non era tecnica, ma culturale: molti avevano percezioni non allineate sull’AI, altri non avevano mai utilizzato strumenti avanzati, altri ancora temevano che la tecnologia potesse creare confusione nei team.
La formazione è stata progettata come un’esperienza: discussioni guidate, esercizi di prompting, simulazioni di processi automatizzati, casi d’uso costruiti sull’azienda, momenti di confronto e sessioni in cui i manager hanno immaginato come integrare l’AI nelle attività quotidiane.
Il risultato è stato un cambio di postura. Non solo conoscenza tecnica, ma un nuovo linguaggio comune, una maggiore fiducia e una visione condivisa di come utilizzare l’AI in modo responsabile.
Un altro caso: una formazione esperienziale per team trasversali in fase di cambiamento
In un altro progetto, legato a un importante percorso di riorganizzazione interna, abbiamo utilizzato la formazione esperienziale per far dialogare team che non collaboravano da tempo. La sessione ha alternato esercizi visivi, riflessioni collettive, piccole sfide progettuali e momenti dedicati a definire insieme nuove modalità di lavoro.
È stato uno spazio sicuro, guidato ma non invadente, in cui le persone hanno potuto osservare il cambiamento da più punti di vista e ripensare insieme il modo di collaborare.
La formazione esperienziale, quando funziona, diventa un ponte tra passato e futuro.
Una parte importante della formazione esperienziale riguarda proprio il modo in cui si apprendono nuovi metodi. Il design thinking, ad esempio, è spesso utilizzato come strumento per aiutare le persone a osservare meglio i problemi, collaborare in modo nuovo e sperimentare soluzioni concrete.
Se vuoi approfondire questo approccio puoi leggere il nostro articolo dedicato al design thinking e al co-design.
Quando la formazione esperienziale è la scelta giusta
La formazione esperienziale è la scelta ideale quando un’organizzazione vuole:
• introdurre nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale
• rafforzare la cultura dell’innovazione
• far dialogare team con prospettive diverse
• gestire un processo di change management
• rendere più fluidi i processi decisionali
• sviluppare leadership più consapevoli
• costruire nuove competenze in tempi brevi
Non sostituisce la formazione tradizionale, ma la completa e la rende più concreta.
Come si progetta una formazione innovativa ben fatta. E perché SCAI è l’agenzia giusta
Progettare una formazione innovativa richiede sensibilità, metodo e una profonda conoscenza dei contesti organizzativi. Ogni gruppo ha dinamiche diverse, ogni team ha bisogni specifici e ogni cambiamento richiede un equilibrio tra contenuti, esercizi e stimoli.
SCAI comunicazione
Lavoriamo da oltre vent’anni nei processi di innovazione, nella facilitazione, nella progettazione educativa e negli eventi di attivazione. Abbiamo esperienza sia nelle grandi corporate che nei contesti istituzionali e culturali, e un network che comprende docenti, innovatori, startup, ricercatori, facilitatori e partner tecnologici.
I nostri percorsi sono progettati per far vivere l’innovazione, non solo raccontarla.
Sono esperienze che attivano, chiariscono, trasformano e preparano le persone a fare un passo in avanti nel loro lavoro.
Se vuoi capire come la formazione esperienziale si integra con gli altri strumenti di innovazione puoi leggere anche l’articolo dedicato agli eventi e ai format per attivare il cambiamento aziendale.
Troverai la visione complessiva che collega formazione, hackathon, co-design, call for startup e tutte le attivazioni che utilizziamo per accompagnare le organizzazioni nel loro percorso di trasformazione.